(M. Cecchini) In certi anni, bastava attraversare l’Adriatico per capire che nascere ad appena 65 giorni e 450 chilometri di distanza poteva fare la differenza tra la vita e la morte. Edin Dzeko di Sarajevo e Mario Mandzukic di Zagabria, entrambi 29enni (marzo e maggio 1986), hanno addosso le ferite invisibili di chi ha visto una terra chiamata Jugoslavia dissolversi nel sangue. Con queste premesse, le incongrue simulazioni di guerre che sono diventate alcune partite di calcio, come il Roma-Juve che incombe, non può scuotere nel profondo due che sentono le rispettive bandiere di Bosnia e Croazia tatuate sulla pelle. Ad accomunarli più di tutto, però, è il mestiere, quello del gol, da centravanti i cui tratti ricordano i signori dell’area che sembravano spariti.
L’ERA DEI LUPI – C’è stato addirittura un momento in cui Dzeko e Mandzukic hanno giocato insieme, «lupi» di un Wolfsburg – quello del 2010-11 – di certo più appannato rispetto alla squadra che nel 2009 aveva vinto la Bundesliga con due protagonisti che saranno in campo anche domani, cioè lo stesso Dzeko e Andrea Barzagli. Al netto della buona volontà, comunque, i due centravanti hanno troppo in comune per una facile convivenza. Più facile vederli avversari, come domani. «È curioso – dice Dzeko a Sky –. Ho giocato contro quasi tutte le più grandi squadre di Europa e del mondo ma mai contro la Juventus. È un top club, lo dicono le statistiche: hanno vinto gli ultimi 4 scudetti e questo dice già tutto. Adesso finalmente potrò affrontarli e speriamo di fare bene. Li rispetto molto, noi dobbiamo fare il massimo per ottenere un buon risultato. Hanno perso la prima partita e vorranno fare meglio la seconda, ma noi abbiamo pareggiato la prima e giocheremo davanti al nostro pubblico. Vogliamo prendere i tre punti». Il sogno dei tifosi, manco a dirlo, è quello di vederlo convivere con Totti. «Certo che possiamo farlo. È una leggenda, un giocatore fantastico. Tutti possono giocare con lui, ma tutto dipende ovviamente da Garcia. Sarà lui a decidere chi e quando scenderà in campo, ma per me possiamo tranquillamente giocare insieme. In generale, spero di conoscere i nuovi compagni il più velocemente possibile perché le grandi partite stanno arrivando». Il paradosso è che, in fondo, Dzeko poteva essere anche dall’altra parte della barricata. «È vero, c’è stata qualche voce di mercato negli ultimi anni ma non si è concretizzato nulla. È il passato. Oggi sono un giocatore della Roma e sono felice di esserlo. E adesso ritroverò Mandzukic. Non ci ho parlato ultimamente, ma avremo tempo di parlare dopo la partita. Non ho giocato solo con lui al Wolfsburg, ma anche con Barzagli, con cui ho vinto un titolo: li conosco entrambi molto bene». I compagni sono già pazzi di Dzeko, e non è un caso che Pjanic dica: «Edin dà una nuova dimensione al nostro gioco, a Verona voleva vincere disperatamente e ha già memorizzato tutto il calendario. Può essere che sia l’anno buono per superare la Juve».
I MIGLIORI – I bianconeri però hanno voglia di risalire. Non è un caso che Mandzukic abbia detto: «La ragione per cui l’ho scelta è che è una grande squadra, ci sono grandi giocatori e sono i primi in Italia. La Juve è la miglior squadra della Serie A. Giocarvi contro è difficilissimo. Ricordo che quelle contro i bianconeri sono state le partite più dure della mia carriera. L’ho scelta anche per non combattere più contro questa difesa». Chissà se quella giallorossa sarà più tenera. A fine partita, può essere che lui e Dzeko abbiano di che discutere.
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