Paulo Roberto Falcao ha concesso un’intervista a “Il Messaggero”
«Ero impegnato con un churrasco, ma ho seguito la caduta della Juve contro l’Udinese. In casa, la prima: una sconfitta che per loro non è normale…».
Che cosa vuole dire?
«Non perdono mai o quasi. Proprio al debutto e a Torino, dove so che non era mai successo. La Juve è cambiata, bisogna aspettare per giudicare. Tante le novità. E anche le partenze».
Pesano più le cessioni degli acquisti?
«Chissà se la Juve è forte come prima. Pirlo è l’organizzazione, Vidal il rendimento e Tevez il gol. Sono bravi anche quelli arrivati, Alex Sandro, Cuadrado, Khedira, Mandzukic e Dybala, ma i tre che se ne sono andati fanno la differenza. Sostituirli non sarà facile».
Roma-Juventus alla seconda giornata: è già decisiva?
«Siamo solo all’inizio e il mercato è ancora aperto.Vediamo, però, come finisce all’Olimpico. Per lo scudetto serve la continuità, solo più avanti sapremo chi ha lavorato meglio. Intanto restano le due più forti in serie A, poi l’Inter di Mancini».
Come valuta la nuova Roma?
«Finalmente ha preso il centravanti. Dzeko è il giocatore giusto. Ha qualità e potenza, segna di piede e di testa. In Brasile lo chiamiamo il definitore. Che chiude ogni azione. E’ proprio il giocatore che serviva. Con la prima punta fare risultato sarà più semplice».
Allegri ha tanti nuovi da scoprire, Garcia invece deve inserire Dzeko: chi avrà bisogno di più tempo per la quadratura del cerchio?
«Sarà più dura per il tecnico juventino. Ha perso tre uomini chiave e soprattutto è ripartito quasi da zero. Il romanista dovrà solo mettere in condizione il centravanti di fare il suo mestiere. Quando le novità sono a centrocampo, come per la squadra bianconera, tutto diventa più complicato: lì si fa il gioco e lì comandava Pirlo. E Vidal era capace di far tutto. Difendere, attaccare e pressare. I due segnavano pure… Il gruppo giallorosso ha questo grande vantaggio. Da sfruttare. È la stagione buona».
Fa il tifoso?
«No. La Roma al via è più pronta. La Juve non so quando lo sarà. C’è bisogno di tempo per verificare il comportamento dei nuovi. Bisogna approfittarne. Ecco che torno tifoso. Siamo vicini ai bianconeri, non c’è più la distanza degli ultimi anni tra noi e loro».
Si aspettava cheAllegri, proprio come al Milan, potesse vincere lo scudetto al primo tentativo anche con la Juve?
«Ero in Italia quando la Roma ha cercato di prenderlo. Ha gestito bene. Ed è stato bravo a passare dalla difesa a tre alla linea a quattro. Ma lo hanno aiutato giocatori molto esperti e intelligenti».
Quale è il segreto di Garcia?
«Il contropiede. La Roma sa aspettare per colpire con calciatori veloci e tecnici. Salah e Gervinho possono essere letali».
Che ruolo avrà invece Totti?
«L’età lo costringerà a giocare meno partite. Ma, proprio per questo, può essere più decisivo. Il suo talento è infinito. E sarà fondamentale nello spogliatoio, per l’inserimento dei nuovi».
Pensa che sarà l’ultimo anno del capitano?
«Deciderà lui. Dipende da come sta. Ritirarsi è sempre difficile. Fino a quandose la sente, fa bene a giocare. Francesco è straordinario».
A proposito, a Trigoria sono rimasti solo Maicon e Castan. La Roma è sempre meno brasiliana. Come mai?
«Da noi non ci sono più i campioni di un tempo. In Italia, comunque, continuano a sbarcare miei connazionali. Vedrete che ci riprenderemo la leadership…».
Sabatini ha acquistato il diciottenne Gerson: il centrocampista del Fluminense è davvero il vostro nuovo fenomeno?
«Ne parlano benissimo qui. Ma io l’ho visto poco, perché da titolare non ha fatto molte partite. Se non seguo di persona un calciatore e più volte, non do mai valutazioni definitive. I miei amici mi dicono che è davvero bravo».
Torniamo a Roma-Juve: 1 punto in due. Va bene che è passata solo una giornata…
«Mi viene da pensare al passato, questo torneo è appena partito. Noi una volta eravamo un punto sotto e non sopra, a tre turni dalla fine. E li avevamo superati. Ci hanno però annullato un gol… ». Era il 10 maggio del 1981. Non nomina Turone. Non ce n’è bisogno.
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