(A. Catapano) – Pallotta è un «ospite indesiderato», Gabrielli uno «sceriffo playmobil», entrambi «hanno dichiarato guerra alla curva Sud, casa nostra», perciò contro l’ultimo «sopruso» domenica «non faremo il tifo, resteremo in silenzio». I capi della curva Sud, i «fottuti idioti» di pallottiana memoria, riprendono carta e penna per un nuovo comunicato, in cui si annuncia l’ennesimo sciopero del tifo. Protestano contro le nuove misure di sicurezza prese da Prefetto e Questore, soprattutto contro la riduzione delle curve dell’Olimpico, l’aumento degli steward all’interno e l’intensificarsi dei controlli ai filtraggi. Giro di vite reso necessario dagli ultimi accadimenti. Riepilogando, recentemente gli ultrà romanisti hanno provocato più volte la chiusura della curva con cori razzisti e/o discriminatori; hanno solidarizzato con Daniele De Santis, l’assassino di Ciro Esposito; attaccato la mamma, rea di aver pubblicato un libro sulla tragedia del figlio; «puncicato» qua e là tifosi avversari; ingaggiato battaglie con i laziali prima di ogni derby. Pallotta li ha scaricati da tempo. E il nuovo Prefetto, Franco Gabrielli, ha subito preso provvedimenti, lavorando di concerto con il Questore Nicolò D’Angelo e il responsabile del Gos Adriano Lauro, finito pure lui nel mirino degli ultrà. Parole forti contro il Prefetto, invitato a «dimettersi per insufficienza di neuroni nel suo piccolo cervello», e Pallotta, «responsabile e complice di quanto accade». L’11 maggio 2014, sempre contro la Juventus, nel primo sciopero del tifo proclamato da questa curva Sud, finirono minacciati e schiaffeggiati tutti coloro che provarono a incitare la Roma. Questo sì, un sopruso da evitare.