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Garcia Totti Dzeko

Il campionato della caccia alla Juve comincia, simbolicamente, con la prima delle sue inseguitrici, quella Roma che è arrivata seconda, a debita distanza, nelle due passate stagioni. Un impegno non semplice a Verona contro l’Hellas che è una squadra ben allenata, con un grande pubblico e alla quale un pareggio andrebbe bene. Un terzetto di circostanze che, nel campionato scorso, è costato alla Roma un sacco di punti. La gara delle 18 – seguita alle 20.45 dall’altra capitolina, la Lazio in casa contro il Bologna, a metà strada tra la voglia di partire bene e la necessità di difendere mercoledì prossimo l’1-0 contro il Bayer Leverkusen, nel ritorno del preliminare di Champions – è già un test importante per la Roma per chi conta di impensierire Allegri, una folta compagnia con la stessa Lazio, il Napoli, le due milanesi, la Fiorentina. La Juventus ha perso il leader Tevez e tra cessioni e infortuni, nella prossima sfida il 30 agosto, proprio contro la Roma, non avrà il centrocampo titolare dell’anno scorso: Marchisio, Pirlo e Vidal. E si è fatto male pure Khedira. Una preda da attaccare subito, prima che possa ritrovare le sue sicurezze. Ma le inseguitrici si sono attrezzate per una partenza lampo? La Roma ha lavorato a fondo sull’attacco, tanto che due giocatori che l’anno scorso avevano la maglia da titolare assicurata (Totti e Gervinho) dovrebbero andare in panchina e il terzo (Iturbe) oggi è fuori per squalifica ma sarebbe ceduto volentieri per eccesso di qualificata concorrenza. Dzeko e Salah possono spostare gli equilibri, ma Garcia al Bentegodi avrà a disposizione questa difesa: un terzino destro non di ruolo (Florenzi), due soli centrali (Manolas e Castan), un terzino sinistro di piede destro (Torosidis). In caso di emergenza, il francese dovrà inventare. Gyomber ha fatto solo due allenamenti con i compagni e, semmai, sarà De Rossi a scalare in difesa. Sugli esterni non ci sono riserve. Certo, il mercato è ancora aperto e Sabatini qualcosa farà (Digne o Kolasinac; Rudiger tornerà dall’infortunio a metà settembre; Maicon è stato preservato in vista della Juve). Però, a oggi, la situazione è questa e i tre punti di Verona contano come quelli a mercato chiuso. Toni e Pazzini, se Mandorlini deciderà di usarli insieme, saranno già un bel banco di prova. Garcia, ieri, ha fatto un discorso da capo di Stato: “Uniti siamo forti, divisi molto meno. Società, calciatori, staff tecnico, tifosi: insieme possiamo fare molto. L’obiettivo resta la qualificazione alla Champions League, le ambizioni sono anche più alte. Intorno a me sento tanto entusiasmo, il destino della Roma è vincere”. Al contrario del passato, il francese ha dato anche qualche traccia: “In porta giocherà Szczesny, anche se vedo lui e De Sanctis come due primi portieri e non come un titolare e una riserva”. Il polacco, proprio come Dzeko, il vero centravanti che la Roma attendeva dai tempi di Batistuta, può essere il vero cambiamento nella Roma: gioca dieci metri più avanti di De Sanctis, dando al ruolo un’interpretazione molto diversa. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Corriere della Sera.

edwin iacobacci

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