(G. Piacentini) Un po’ per rispetto del grande giocatore che ha dimostrato di essere, un po’ per pudore nei confronti dell’atleta che sta vivendo il momento più difficile della sua carriera, ma a Trigoria ogni volta che si parla di Kevin Strootman lo si fa quasi sottovoce. Perché chi lo vede tutti i giorni da vicino capisce lo stato d’animo del calciatore olandese, operato per la prima volta al ginocchio nel marzo del 2014 e poi di nuovo lo scorso gennaio.
In pratica Rudi Garcia lo ha avuto a disposizione solo per 6 mesi, e ancora non sa quando lo avrà di nuovo. Nella migliore delle ipotesi a fine ottobre, perché il programma di recupero procede a rilento: la scorsa settimana il centrocampista è stato in Olanda per l’ennesimo controllo, e al suo ritorno l’umore non era certo dei migliori.
Ad oggi l’ipotesi di una nuova operazione «di pulizia» del ginocchio non è stata presa in considerazione, ma nessuno è in grado di dire se in futuro non si dovrà ancora ricorrere a questa soluzione. Oltre a Garcia ad aspettare Strootman c’è anche Danny Blind, c.t della nazionale olandese. «Ho chiamato Kevin – le sue parole -, più volte. Non ha un’influenza, ma un grave infortunio e mi fa male pensare a un ragazzo che lotta con un infortunio da 17 mesi, nel pieno della sua carriera. Non posso dire che questo sia un dramma per me, perché per lui tutto questo è molto peggio: è un dramma personale. Resta un giocatore importante per gli noi, avendo sia capacità fisiche sia esperienza: molti giocatori hanno solo una di queste due qualità. Abbiamo bisogno di lui, ma non vogliamo drammatizzare e accelerare il suo recupero».
Non lo vuole nemmeno la Roma, che sta cercando di proteggerlo e di supportarlo, anche psicologicamente, in tutti i modi: dal presidente James Pallotta ai compagni di squadra e Rudi Garcia, fanno tutti il tifo per lui. I tifosi giallorossi, poi, attraverso i social network non hanno perso occasione per manifestargli il loro affetto e quelli presenti all’Olimpico la sera della presentazione della squadra gli hanno tributato l’applauso più caloroso, al pari di Castan, Totti e Dzeko. Il centrocampista continua a lavorare, testa bassa e grande determinazione: lo farà anche oggi, quando i compagni di squadra voleranno a Verona dove domani affronteranno (ore 18, arbitra Guida) l’Hellas nella gara che inaugurerà la serie A.
Tra i possibili titolari c’è Seydou Keita, che ieri ha parlato a Sky. «La favorita resta la Juventus – il suo pensiero – perché ha vinto 4 scudetti consecutivi, ma è anche vero che hanno perso alcuni calciatori e noi rispetto allo scorso anno ci siamo rinforzati, come anche il Napoli, il Milan e l’Inter. Se avremo la continuità che ci è mancata da gennaio in poi possiamo giocarcela alla pari con loro. Dzeko? Solo se lavoriamo come squadra possiamo valorizzare l’enorme valore aggiunto che può darci».
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