(L. Valdiserri) A Edin Dzeko bastano 4 minuti per far sognare i tifosi della Roma, a Garcia serve tutta la partita per mettere a fuoco che questa squadra può avere un futuro meraviglioso ma che non sarà facile da gestire. Perché la Roma passa dal 6-0 al 6-4 (e Tremoulinas si mangia il 6-5 al 90’) e, anche se era un’amichevole, non bisogna mai smettere di giocare. Colpa dei troppi cambi, sicuramente, ma anche di una rosa talentuosa però ancora alla ricerca dell’equilibrio, in cui sarà complicato far sorridere tutti.
Per un’ora tutto bene. Tutto bello. Persino troppo. La presentazione della Roma all’Olimpico ripaga i 32.449 innamorati (715 mila euro di incasso) che hanno preferito lo stadio Olimpico alla spiaggia. Dzeko si presenta con due gol e un assist, punto di riferimento che la squadra sa di poter trovare sempre. E la stessa cosa si può dire di Szczesny, che gioca dieci metri più avanti di De Sanctis e permette ai difensori di usare il retropassaggio ogni volta che serve.
Prima l’emozione più forte è per Leo Castan, ritornato nel suo stadio che gli mancava dall’11 maggio 2014. Applausi forse anche inattesi per Gervinho, rimasto in giallorosso. Dzeko va un po’ più forte di Salah al «rumorometro». Totti fa come sempre il pieno, ma poi deve sedersi in panchina. Si sapeva che non ci sarebbero stati Cole e Yanga Mbiwa, ma non è stato presentato nemmeno Destro, che pure era allo stadio. Segno che la sua esperienza a Roma è davvero finita, con buona pace di tutti. Dopo la presentazione ufficiale, un fuori programma: sui tabelloni è spuntato Gerson, in tribuna tra Baldissoni e Zanzi, accolto da (molti) applausi e (pochi) mugugni.
Le scelte di Garcia sono nette, al 99% in vista Verona. L’idea è che il potenziale offensivo sia fortissimo, addirittura con troppe soluzioni (restano in panchina Totti, Ljajic, Gervinho, Ibarbo, Iturbe e Florenzi), e che la coperta sia cortissima in difesa e risicata a centrocampo, in attesa degli ultimi interventi di Sabatini e, chissà quando, del ritorno di Strootman. La differenza la fa Dzeko, che dopo 4’ scardina la porta con un destro di rara potenza (verticalizzazione di Maicon) e che, soprattutto, rende più facile la vita di tutti. Dopo il gol coast to coast di Torosidis (7’), il bosniaco segna a porta vuota al termine della più bella azione dell’incontro (Pjanic-Salah) e serve l’assist del 4-0 a Nainggolan. Nella ripresa arrivano anche il gol di Salah e il rigore di Totti (fallo di Tremoulinas su Iturbe) perché sia festa per tanti anche se non per tutti. Perché nel finale, per troppe sostituzioni, la Roma si squaglia (Capradossi e De Rossi in difesa, Florenzi terzino) e perché da qui alla fine del mercato ci sarà qualche scelta da prendere anche in uscita. Ljajic, che nel finale Garcia ha schierato da mezzala, sembra il primo candidato.
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