(M. Pinci) «Vogliono annientare la curva sud e la Roma non ci tutela». A tre settimane dalla prima di campionato all’Olimpico gli ultrà giallorossi scendono (nuovamente) in campo contro la segmentazione della curva sud. Un provvedimento per la verità ancora in alto mare: è vero, ha costretto tanti tifosi a cambiare posto. Ha diviso amici che tifavano fianco a fianco da anni per far posto alle nuove scalinate, alle nuove vetrate, e promette daspo più severi: basterà arrampicarsi su una balaustra. Ma le vetrate devono ancora comparire, intanto la Roma ha dovuto concedere la possibilità di riconsegnare l’abbonamento a chi l’aveva già sottoscritto. Senza tutelare i suoi tifosi, almeno questo sostiene uno dei gruppi del settore caldo del tifo giallorosso: si chiamano come la loro squadra, “Roma”, definiscono persino lo spazio che occupano abitualmente («nella parte bassa della curva») come a volersi rendere riconoscibili. E puntano dritto contro le istituzioni, ma anche contro i manager di Trigoria. «Con le nuove norme volute dal questore e dal prefetto — attaccano — non sarà più possibile una coreografia, sventolare una bandiera, lanciare un coro dalla balaustra o scendere cinque file esultando per un gol, perché altrimenti si rischia la diffida».
La chiamano «progetto criminale», la frammentazione delle curve. Parlano di «70 diffide studiate a tavolino, inventate», le imputano al prefetto Gabrielli: «Divida il suo soggiorno confortevole ma lasci stare la curva». E tra gli obiettivi del tifo organizzato compare anche il presidente Pallotta, “colpevole”, di aver puntato l’indice contro i responsabili di cori beceri, di striscioni incivili, della chiusura della curva romanista in più occasioni: «Ha cambiato il nostro simbolo per il merchandising e per il suo tornaconto personale, ci ha chiamati fottuti idioti senza conoscere le nostre ragioni. Ma dov’era quando ci hanno sequestrato a Napoli o quando a Rotterdam anziché allo stadio ci hanno accompagnato in questura?». Per chiudere, un monito: «Noi andiamo avanti, non piegheremo e nostre bandiere».
E avanti va anche l’opera di riduzione della rosa: Sabatini chiuderà entro domani la cessione al Lione di Yanga-Mbiwa per circa dieci milioni. «Le trattative con la Roma sono a buon punto—ammette il presidente francese Aulas — ma fino a quando non sarà raggiunto un accordo non diremo nulla».
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