(U. Trani) Anche se ancora parzialmente incompleta, la Roma sta prendendo forma. In attesa del debutto di Dzeko e delle novità in difesa dove tanto può cambiare, Garcia comincia a dare un senso al lavoro quotidiano. Nella notte di Valencia, a prescindere da quanto accadrà nelle prossime ore, si sono accese alcune indicazioni per il futuro. Il mercato porterà al tecnico francese altri rinforzi, ma la presenza del centravanti nella rosa gli permette di preparare almeno due sistemi di gioco, il 4-3-3 (utilizzato quasi sempre nelle sue due stagioni in giallorosso e nelle amichevoli estive) e il 4-2-3-1 (usato a volte già in passato), a seconda delle condizioni psicofisiche degli interpreti a disposizione più che degli avversari. L’abbondanza è solo da sfruttare. Perché gli consentirà di intervenire in corsa, cioè durante la gara, e di studiare il turn over in vista degli impegni infrasettimanali. Pure se non è il tempo delle scelte, il debutto al Bentegodi contro il Verona si avvicina. Mancano solo 13 giorni e bisogna farsi trovare pronti. Sabato sera il messaggio del gruppo è stato abbastanza significativo. E la strada sembra quella giusta.
CORSA E BRILLANTEZZA La svolta nella preparazione atletica, con l’avvento del canadese Norman, sembra dare i primi frutti. Fisicamente la Roma di Valencia è sembrata migliore di quella vista a Barcellona. L’atteggiamento più propositivo, lo spazio ridotto tra i reparti e qualche accenno al pressing fanno pensare alla crescita generale della condizione. Gli allenamenti a Trigoria, dopo la tournée in Australia e Indonesia, sono pesanti, ma al tempo stesso mirati alla partenza nella nuova stagione. L’intenzione è di iniziare forte. Velocità più del fondo, per spingere sull’acceleratore già al via. Il primo tempo di sabato sera ha mostrato segnali inequivocabili con scambi rapidi, ripartenze e sovrapposizioni.
EQUILIBRIO E SACRIFICIO Senza Dzeko, ecco Totti in mezzo a Salah e Gervinho. Il tridente funziona proprio per la presenza del capitano: 2 assist e 1 gol. Il 4-3-3, con questi 3 interpreti, diventa il sistema di gioco ideale. Con il bosniaco titolare, invece, sarà fondamentale la disponibilità dei due esterni titolari in fase difensiva. Avanzando Pjanic alle spalle del centravanti, è possibile il 4-2-3-1. Ma, pur confermando il 4-3-3, la Roma rischia di essere troppo sbilanciata: in copertura solo Nainggolan e uno tra De Rossi e Keita. Salah e Gervinho si dovranno abbassare (tutt’e due), mentre Garcia avrà comunque la possibilità di toglierne uno, dando spazio a Ibarbo che copre di più o, se non dovrà fare il terzino, a Florenzi. Ljajic è il più adatto a coprire tutti i ruoli del reparto avanzato, Iago Falque sembra invece il cambio per i due esterni titolari.
LINEA A 4 DA ASSEMBLARE Dietro solo due certezze, in mezzo: Manolas e Castan. Sulle fasce Digne arriva per giocare a sinistra, dove al momento il più affidabile resta il destro Torosidis (e nemmeno sicuro di restare); Florenzi è il titolare sull’altro lato, ma è stato adattato. Se Sabatini acquista anche un terzino destro, l’azzurro potrebbe essere utilizzato avanti. Presto conosceremo i ricambi dei centrali.
PORTA GIREVOLE De Sanctis ha avuto la garanzia di essere il portiere titolare (è rimasto fuori a Valencia perché leggermente infortunato), ma Szczesny sta avanzando la sua candidatura. I compagni si fidano soprattutto di comeil polacco si comporta con i piedi. Spavaldo e sicuro.
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