Quattro anni durissimi vissuti sempre in prima linea, un mercato più complicato del previsto in corso, una quinta stagione alle porte con la solita, inevitabile pressione da sopportare. Walter Sabatini non può certo fermarsi ora e non lo farà neppure alla fine dell’estate. Alla Roma lo lega un contratto fino al 2017, ma la stanchezza inizia a farsi sentire, insieme ai costanti dubbi di un uomo tormentato di natura. E allora sarà utile un confronto, già programmato, tra il direttore sportivo e la proprietà al termine della campagna acquisti-cessioni. Per andare avanti insieme con reciproca convinzione. Fino a quando? Di sicuro il diesse non vuole abbandonare la nave nel mezzo della stagione, consapevole che senza di lui verrebbe meno tutta la struttura tecnica che sorregge Trigoria. E nessuno, Pallotta incluso, ha mai pensato di sostituirlo. Quindi l’eventuale divorzio anticipato sarebbe una decisione personale di Sabatini, che prima di lasciare la Roma ci penserà mille volte. Il diesse si è sempre mosso come «spirito libero» e sopporta a fatica le intromissioni nel suo lavoro, ultimamente più frequenti da parte degli americani, mentre ha chiesto e ottenuto uno staff di scout che lo affiancano a Trigoria. Luci e ombre di un rapporto che adesso ha bisogno di essere rinsaldato. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Tempo.