(T. Cairati – M. De Santis) – Alessio Romagnoli (Roma) e Edin Dzeko (Manchester City) sono presenti in tournée con le rispettive squadre, ma non sono scesi in campo nelle amichevoli organizzate.
Per il difensore inseguito dal Milan e per l’attaccante pedinato dal ds giallorosso Walter Sabatini, zero minuti sul campo di battaglia: e non si tratta di una speciale sindrome allergica al calcio d’estate, quanto piuttosto dettati da esigenze di mercato.
L’ASTA PER IL DIFENSORE – La Roma, sfruttando il pretesto fornito da un affaticamento muscolare, ha lasciato Romagnoli soltanto a guardare tutto l’appuntamento di Melbourne con il Real Madrid (7-6 ai rigori per i giallorossi). La coincidenza, specialmente nel bel mezzo di un’asta da 30 milioni, resta sospetta, ma la panchina integrale di ieri mette d’accordo sia il banditore che tutti i potenziali acquirenti. Il Milan, arrivato a 25 milioni e meditabondo sul rilancio, se ne rallegra vivamente, così come il Napoli, giunto a 28, e il Chelsea, in osservazione sul lotto.
La società del presidente Pallotta, a sua volta, ha accolto molto positivamente la notizia che Dzeko sia rimasto confinato in tribuna nell’amichevole che il Manchester City, con un colpo di Nasri, ha vinto contro il Melbourne City. «So che Dzeko ha un’opinione positiva della Roma – la confessione indiretta scappata di bocca all’amico Pjanic – vediamo che succede nei prossimi giorni. Mi sento spesso con lui, ma non lo deve convincere nessuno. Spero solo che l’affare si faccia». Fatti e parole che fanno intuire come il futuro del totem bosniaco sia sempre più tinto di giallorosso. Anche perché mercoledì, sempre a Melbourne, è in programma proprio Roma-Manchester City. Quasi un segno del destino.