(A. Serafini) Un primo, ma fondamentale incontro per dar via all’effetto domino del mercato romanista. A pochi passi dai famosi magazzini di Harrods, Walter Sabatini e Mohamed Salah si sono stretti la mano concedendosi un pranzo in uno dei ristoranti italiani più famosi di Londra. Con l’unica divergenza di dover scegliere tra la zona riservata ai fumatori e non, il ds è entrato nel vivo della trattativa per regalare l’esterno offensivo egiziano alla corte di Rudi Garcia. Accompagnato dal suo procuratore e avvocato Ramy Abbas, il giocatore ha dato parere favorevole al trasferimento nella capitale (ingaggio da 3 milioni netti all’anno) nonostante l’operazione sia ancora in stallo a causa del contenzioso legale tra la Fiorentina e il Chelsea. In questo momento infatti, Salah non potrebbe firmare nessun altro contratto, almeno finché non sarà definita la questione tra le parti.
La Roma intanto ha incontrato il Chelsea (proprietario del cartellino e quindi unico interlocutore) informandosi sulla possibile formula di acquisto. Sabatini ha proposto il prestito oneroso con obbligo di riscatto (per un totale complessivo superiore ai 20 milioni raggiungibili con determinati bonus) senza però la frenesia di infilarsi in una situazione comunque rischiosa.
Già, perché il triangolo Roma-Chelsea-Fiorentina dovrà comunque essere ammorbidito attraverso nuove mediazioni o la promessa di venirsi incontro in future operazioni. Come quella di Destro, l’attaccante prescelto dai viola nel caso in cui si concretizzasse il passaggio di Mario Gomez in Turchia. Anche in questo caso però gli ostacoli non sarebbero finiti: la Fiorentina è disposta ad offrire un prestito oneroso (molto basso) senza l’inserimento dell’obbligo del riscatto, ipotesi che a Trigoria è stata scartata a priori (il giocatore è in scadenza a giugno 2017). Lo stesso Destro, favorevole ad un trasferimento soltanto in Italia, non vede di buon grado la formula del prestito, considerata una scarsa garanzia per il futuro.
Attendendo quindi di risolvere l’ennesimo rebus, Sabatini ha approfittato della tappa londinese (non è ancora stata fissata una data di ritorno) per aprire ufficialmente l’asta per Romagnoli. Declinate le offerte italiane di Milan e Napoli, disposta ad arrivare alla soglia dei 28 milioni con una sostanziosa fetta di bonus, sono state ascoltate con interesse le richieste di informazioni da parte di Arsenal e Chelsea, ancora lontane però dal tetto minimo di 30 milioni fissato dalla Roma. L’ultima parola comunque spetterà a Pallotta, che nelle operazioni definite «economicamente importanti» ha sempre preferito essere tenuto al corrente personalmente. Non è un mistero infatti che nei prossimi giorni spetterà proprio al presidente romanista decidere se rilanciare nuovamente su Dzeko, compiendo un ulteriore sforzo per limare la differenza con il Manchester City. Al momento non esiste alcuna scadenza, tenendo anche in considerazione le beghe contrattuali che il bosniaco deve risolvere personalmente con il club inglese. Difficilmente quindi Garcia avrà la possibilità di accogliere volti nuovi durante l’attuale tournée tra Australia e Indonesia, perché arrivare ad obiettivi di «primo livello» significa inevitabilmente aspettare.
Intanto il lavoro non manca: per Doumbia, Gervinho e Ljajic le sirene inglesi hanno registrato soltanto offerte economicamente svantaggiose. Con l’obbligo di non poter svendere, si attenderanno tempi e proposte migliori. Ma nel mercato della Roma questa non è più una novità.
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