Continuano le votazioni online per la Hall of Fame Classe 2015. Ecco le biografie dei cinque candidati per la categoria “Portieri e Difensori”.
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FABIO CUDICINI
Trieste, 20 ottobre 1935
Ruolo: Portiere
Presenze totali e gol subiti: 210, -235
Presenze in campionato e gol subiti: 165, -179
Presenze nelle coppe europee e gol subiti: 29, -37
Presenze in Coppa Italia e gol subiti: 16, -19
Tornato a ricevere gli applausi dell’Olimpico nella recente, emozionante, cerimonia del 50° anniversario della conquista della Coppa Italia del 1964, Fabio Cudicini ha dichiarato di “continuare a nutrire un profondo affetto per questi colori e per i tifosi che non ho mai dimenticato”.
La sua storia sportiva è stata quella di uno dei più grandi portieri del Calcio Italiano. Un palmares che, fatto di una Coppa Italia e una Coppa delle Fiere in giallorosso e uno scudetto, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale con il Milan, è di quelli che solo i fuoriclasse possono vantare.
Quando in Australia, durante il tour più lungo della storia romanista, gli venne comunicato che avrebbe dovuto lasciare Roma e la Roma, pianse, non ha mai lasciato però, il cuore dei tifosi e la leggenda di questo Club.
UBALDO RIGHETTI
Sermoneta (LT), 1 marzo 1963
Ruolo: Difensore
Presenze totali e gol segnati: 171, 2
Presenze in campionato e gol segnati: 112, 1
Presenze nelle coppe europee e gol segnati: 19, 0
Presenze in Coppa Italia e gol segnati: 40, 1
Con il coraggio, la forza e la sfrontatezza dei suoi ventuno anni calciò, segnandolo, uno dei rigori della finalissima di Coppa dei Campioni del 30.V.1984. Dopo un periodo trascorso nel settore giovanile (con la Primavera si è imposto in due edizioni del Torneo di Viareggio) della Roma, con la partenza di Turone, Liedholm decide infatti in quel momento di aggregarlo in prima squadra. Il Barone, con formidabile sintesi ne stilò questo ritratto tecnico: “Aveva un fisico da corazziere, era bravissimo di testa e anche di piede non era male, tanto che per molti era destinato a diventare il vice Scirea in nazionale. Quando usciva con la palla al piede, infatti, era uno spettacolo”. Campione d’Italia nel 1983, nella sua bacheca giallorossa anche due coppe Italia. Ha sempre conservato un affetto assoluto per la maglia giallo-rossa.
PIETRO VIERCHOWOD
Calcinate (BG), 6 aprile 1959
Ruolo: Difensore
Presenze totali e gol segnati: 43, 0
Presenze in campionato e gol segnati: 30, 0
Presenze nelle coppe europee e gol segnati: 8, 0
Presenze in Coppa Italia e gol segnati: 5, 0
E’ stato, senza ombra di dubbio, uno dei difensori più straordinari della storia del calcio moderno. Dopo aver conquistato lo scudetto 1982/83, Mantovani lo rivolle a tutti i costi in blucerchiato e in un periodo in cui il cartellino era di proprietà dei club, “Lo Zar” dovette, a malincuore e dopo non poche resistenze, abbandonare la capitale. Liedholm, che stravedeva per lui (“fa reparto da solo” diceva), costruì parte significativa dell’intelaiatura tattica della Roma Campione sulla sua velocità, che rendeva possibili i frequenti sganciamenti offensivi di Agostino Di Bartolomei. Il suo palmares personale, mostruoso, parla di un titolo di Campione del mondo (Stagna 1982), una medaglia di bronzo mondiale (Italia 1990), due scudetti, quattro coppe Italia, due supercoppe italiane, una Coppa delle Coppe e una Champions League.
KARL-HEINZ SCHNELLINGER
Duren (ex Germania Occidentale), 31 marzo 1939
Ruolo: Difensore
Presenze totali e gol segnati: 38, 2
Presenze in campionato e gol segnati: 29, 1
Presenze nelle coppe europee e gol segnati: 5, 1
Presenze in Coppa Italia e gol segnati: 4, 0
E’ stato uno dei fiori all’occhiello del Presidente Marini Dettina che dopo averlo a lungo seguito decise il suo acquisto, portando a Roma un autentico fuoriclasse.
Giunto nella capitale nella stagione 1964/65, Schnellinger fece in tempo a dare il suo contributo alla conquista della Coppa Italia del 1964. Difensore moderno, ne fece un ritratto perfetto, dopo una gara vinta con il Varese, Il Calcio Illustrato che scrisse: “Schnellinger con la classe e l’esperienza che lo distinguono in campo mondiale, non ha assunto un compito prestabilito; è sempre partito da lontano e cambiando costantemente zona. Un terzino di meno, uno sfondatore di più: ora ala, ora centravanti, ora interno di punta, ora laterale di lancio, ora suggeritore, ora solista. Un Fregoli in campo, un costruttore sapiente e preciso”.
SERGIO SANTARINI
Rimini, 10 settembre 1947
Ruolo: Difensore
Presenze totali e gol segnati: 431, 6
Presenze in campionato e gol segnati: 344, 5
Presenze nelle coppe europee e gol segnati: 15, 0
Presenze in Coppa Italia e gol segnati: 70, 1
Presenze nel Torneo di Capodanno della LNP e gol segnati: 2, 0
Per lui stravedevano tecnici come Herrera, Liedholm e Bernardini e questo rende già, ampiamente, lo spessore tecnico del calciatore. Sergio Santarini, però, non è stato solo un grande giocatore, ma anche un punto di riferimento e di equilibrio costante per la Roma, dalla fine degli anni sessanta all’inizio degli anni ottanta. Nel suo palmares giallorosso tre Coppe Italia (1969 – 1980 – 1981), una Coppa Angloitaliana (1972) e la disputa dello spareggio, a Strasburgo, per l’accesso alla finale di Coppa delle Coppe. Vestì per la prima volta la maglia della Roma in un’amichevole contro l’Aquila. Quando il 17 giugno 1981 la infilò per l’ultima volta, lo fece per segnare un calcio di rigore e contribuire alla vittoria della Coppa Italia. Lasciando Trigoria regalò a tutti i dipendenti del Centro Tecnico una medaglia d’oro.
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Fonte: Asroma.it
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