(M. Izzi) – E’ stato la dannazione di più di un cronista giallorosso (tra i più distratti s’intende), che lo hanno confuso, in alcune occasioni, con il leggendario Giacomo Losi.
Con il popolare “Core de Roma”, però, Omero Losi non divide neanche una lontana parentela.
La sua storia è presto raccontata. Originario di Moglia, un paesino in provincia di Mantova, Omero gioca al football per diletto. Il padre, un facoltoso grossista di carne, lo appoggia, entusiasta di questa sua passione (al punto che nel gennaio 1947 offrirà un banchetto a tutta la squadra giallorossa che transitava nei paraggi del suo piccolo borgo) e lo vede progredire sino ad entrare nel settore giovanile della Roma. Nell’estate del 1945 Losi passa in prestito alla Reggiana. Qui, soprattutto nei ruoli di ala e interno, si mette in buonissima evidenza fino ad essere ribattezzato il “Boniperti di Reggio”. Tornò nella capitale il 20 agosto 1946 per mettersi a disposizione del tecnico Giovanni Degni.
Il suo debutto assoluto si registrò il 3 settembre in un’amichevole a Viterbo. Il Corriere dello Sport scrisse di lui: “Losi ha dei pregevoli numeri, è veloce e tratta bene la palla ma non è preciso nei passaggi e nelle rimesse al centro”.
Veloce, tecnico (il 12 settembre in un’altra partita di allenamento va in gol da calcio d’angolo), il giovane attaccante compie il suo capolavoro in una delicatissima gara di campionato a Firenze, il 1 giugno. La Roma, quint’ultima a 26 punti, rende visita ai viola fermi a 25 a pari merito con il Venezia. Una sconfitta avrebbe esiti rovinosi e al 31’ il Comunale diventa una polveriera. Gritti in mezza rovesciata porta i suoi in vantaggio. Amadei, però, si beve come un treno Avanzolini, attira su di sé Piccardi e serve Losi, defilato sulla destra, che pareggia.
Il match caracolla con emozioni negate ai deboli di cuore. La Fiorentina si porta sul 3-1 ma prima Amadei, con un rasoterra micidiale riapre i giochi, quindi Losi, a un quarto d’ora dal termine, raccoglie un traversone di Amadei e mette alle spalle di Romoli di testa.
Tanto per la cronaca, nel finale Canavesio di Torino sorvola su due calci di rigore in favore della Roma. Silva, sul Calcio Illustrato parlerà di “due atterramenti non del tutto ortodossi”. Che è come dire “due bagni non del tutto asciutti”. Capita anche questo.
Fonte: Asroma.it
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