(A. Angeloni) – Ecco come. Il “problema” Totti va gestito così, nel silenzio, quasi nell’indifferenza. E’ questo il volere di Garcia. Totti gioca? Zitti tutti. Totti va in panchina? Normale. Totti è diventato quel vecchietto che crea tanti danni alla Roma. Si è addirittura permesso di togliere il posto a Doumbia, prima ancora a Destro, poi a Iturbe. Rischia addirittura di arrivare in doppia cifra, a quasi 39 anni. Questo anziano calciatore con la maglia numero dieci sulle spalle, con la rete su rigore a San Siro ha agganciato Ljajic nella classifica interna (anche questa deprimente) di capocannoniere. Sono 9 per il serbo (8 in campionato e 1 in Europa League) e 9 per il capitano (7 in questo torneo e 2 in Champions). Già 5 nel 2015 per Francesco, segue Doumbia con 2. E pensare che l’altro ieri sera, Garcia ha scelto di mandarlo in campo come terzo: prima ha messo un convalescente (Ljajic) al posto di un infortunato (Gervinho), poi ha tolto l’evanescente Ibarbo (ancora a digiuno) per inserire Iturbe, cioè uno che quest’anno non l’ha praticamente mai presa ed è fermo al gol dello Stadium lo scorso 5 ottobre.
RECORD NEGATIVO Totti, oltre ai suoi tanti primati di cui andare fieri, sabato ne ha toccato un altro: non era mai stato in panchina per tre partite consecutive e per scelta tecnica. Capita quando non sei un granché o quando, nel suo caso, sei in là con l’età e parecchi ti diranno che sei vecchio, inutile e pure dannoso. Sono bastati due gol di Doumbia per finire quasi nell’oblio. Senza Totti è tutta un’altra Roma, si è sentita anche questa. Le solite sentenze degli imbeccati di turno, che vedono nel capitano un problema, uno che ingombra e che tarpa le ali a chi ha voglia di volare. Tutto bene in un mondo normale. Ma la Roma di adesso l’abbiamo vista tutti? Oppure qualcuno la guarda in maniera distratta, pensando ancora a quella spumeggiante della passata stagione? Totti è vecchio, sì, questo è un dato incontrovertibile. Ma siamo sicuri che gli altri, e più giovani, siano meglio? Probabilmente no. Quando si alza il ritmo, Francesco soffre. Pure questo concetto è chiaro, incontrovertibile. Ma siamo sicuri che il ritmo di sabato a San Siro fosse così alto da non prevedere la presenza del numero 10? Siamo certi che Doumbia, che ha praticamente saltato la passata settimana di allenamento, si sia presentato a Milano più in palla di Totti? Forse no. Addirittura è meglio Ljajic, che ha noti problemi alla schiena e che per tutta la partita ha faticato, senza riuscire mai a fare uno scatto degno di questo nome? Forse no. Però è così. Ma lasciamolo in pace.
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