Vincere per coltivare ancora un sogno chiamato tricolore. La Roma di Spalletti ospita il Torino di De Biasi all’Olimpico per il trentacinquesimo turno. Serve una vittoria per restare almeno a 6 punti dal primo posto occupato dall’Inter. I giallorossi scendono in campo con il consueto 4-2-3-1, sistema di gioco che ha regalato tante soddisfazioni in Italia e in Europa.
C’è Doni in porta, Cicinho, Mexes, Juan e Tonetto sono i quattro di difesa, De Rossi e Pizarro a centrocampo, Taddei, Perrotta e Mancini i tre trequartisti dietro l’unica punta Vucinic. Sugli spalti l’atmosfera è particolare: si pensa al presente, con la partita in programma, ma anche al futuro societario. Le indiscrezioni che parlano di George Soros interessato a rilevare il club di Trigoria inducono i tifosi a schierarsi dalla parte del cambiamento, portando allo stadio bandiere americane a stelle e strisce. Questo si vedrà, ora conta solo ciò che succede sul terreno di gioco.
L’approccio della Roma alla partita è veemente fin dai primi minuti: al 17′ il giocatore granata Pisano fa fallo su Perrotta in area di rigore del Torino, l’arbitro Celi di Campobasso non ha dubbi: è rigore. Dal dischetto Pizarro supera Fontana, che riesce solo a intuire l’angolo giusto. Passano due minuti e la Roma raddoppia: palla sulla destra per Vucinic con il montenegrino bravo a superare il portiere in uscita. Uno-due micidiale in meno di venti minuti. Il Toro è stordito e al 26′ incassa la terza rete: cross dalla destra di Cicinho, girata di testa di Mancini solo sul secondo palo. Nemmeno alla mezzora, la Roma è già sul 3-0. Ma non è finita: al 31′, Mancini si trova a tu per tu con Fontana, pallonetto del brasiliano e palla in rete per il poker.
Nella ripresa poco altro da aggiungere, se non il sigillo della bandiera di Ventola. Vince la Roma con il Torino, vince anche l’Inter in casa con il Cagliari (2-1). Per avvicinare (e superare?) i nerazzurri ci sono altre tre giornate a disposizione. Basteranno?
Fonte: Asroma.it