Il difensore della Roma Federico Balzaretti, da poche settimane tornato a disposizione di Garcia dopo più di un anno, ha parlato alla televisione ufficiale giallorossa. Queste le parole dell’esterno nell’intervista fotografica:
Su Torino
E’ la mia città, dove ho vissuto la mia infanzia e dove sono legati i miei affetti familiari. Una città di cui ho un bellissimo ricordo, dove ho vissuto fino ai 25 anni. Una città bella, dove si vive bene e dove ho ancora tanti amici d’infanzia.
Sull’esordio in Serie A
Ero in panchina con il Toro, sono entrato nel secondo tempo: me lo ricordo molto bene, giocavamo con l’Inter a San Siro: per me è stato come toccare il cielo. Sarò sempre grato a mister Camolese per la fiducia concessami.
Sulla Juventus
E’ stato un passaggio tormentato dal Torino alla Juventus, ho passato mesi difficili a livello psicologico: ero cresciuto ed ero un tifoso del Toro. La mia volontà era di rimanere al Torino ma non ce ne erano i presupposti ed ho scelto la Juventus.
Sul Palermo
Sono stati 5 anni bellissimi, incredibili. Dove mi sono e ci siamo ritagliati come squadra delle soddisfazioni grandissime. La città mi appartiene come carattere, un po’ come Roma: nonostante sia nato al nord mi sento molto più del sud. Aver condiviso e partecipato alla crescita di giocatori come Pastore, Cavani e Sirigu è stato un motivo d’orgoglio.
Sulla Nazionale
Quando si veste la maglia azzurra si realizza un sogno. Ci sono arrivato in età adulta: un motivo d’orgoglio per me. Ho tanti bei ricordi legati al gruppo. Ricordo gli Europei come un periodo fantastico della mia vita.
Su Prandelli
A Firenze non ci siamo trovati subito. In gruppo stavo bene ma andavo spesso in tribuna e questo ha influito sul cambiare aria. Ma non dò mai la colpa all’allenatore: lui faceva delle scelte che in quegli anni si sono rivelate giuste. La Fiorentina con lui ha ottenuto molti successi. In Nazionale ho avuto un buonissimo rapporto con lui.
Sulla finale degli europei con la Spagna
Non c’è stata mai partita. Li abbiamo affrontati a viso aperto con la consapevolezza del cammino che avevamo fatto fino allora. Hanno vinto strameratitamente.
Su De Rossi
Una persona che stimo particolarmente. Ci conosciamo da tanti anni, già da ragazzi abbiamo avuto delle esperienze insieme. Stima profonda per il ragazzo: mi piace come persona e come giocatore, non si tira mai indietro e da sempre tutto. E’ un esempio, ce ne fossero di compagni e di persone come lui. Mi è stato sempre vicino nei momenti difficili e non posso che ringraziarlo.
Sulla moglie e i figli
Parliamo di un amore profondo che va oltre a tutto. E’ la persona che ha cambiato la mia vita, io avuto due figli da una precedente relazione che sono Lucrezia e Ginevra, sono state sempre con me e sono orgoglioso di loro. Poi ho conosciuto mia moglie, amore della mia vita, con la quale stiamo condividendo un percorso familiare insieme a cui devo davvero tanto, siamo uguali e, al di la dell’amore che provo, la stimo come donna. Indipendente, forte, passionale, generosa. Ringrazio Dio che mi ha dato una persona del genere e cerchiamo di coltivare questo amore. Abbiamo sempre fatto sacrifici per vederci, delle levatacce e per questo abbiamo un amore così grande perchè non pensiamo a noi stessi ma al nostro amore. Di bambini ne ho 4, tre bambine e un bambino di 3 mesi e mezzo, sono la mia forza, il mio orgoglio. Ci sono infiniti momenti che si possono descrivere con loro. Io cerco di essere per loro un esempio, l’educazione per me è l’esempio. L’amore deve essere incondizionato, tu devi dare tutto quello che hai sperando che loro ricevano quello che ti gli dai senza condizioni.
Sul matrimonio
È stata l’emozione più forte, vederla entrare in Chiesa con l’abito da sposa è stata l’emozione più forte della mia vita, ho avuto quasi un mancamento. È stato un giorno fantastico, di festa, una cerimonia intima con 140/150 persone. Siamo stati tra amici, tra persone a cui si voleva davvero bene. Ci siamo sposati a Palermo e poi abbiamo fatto il ricevimento sul mare, un ricordo unico ed indimenticabile.
Sulla presentazione alla Roma
Devo tanto a Walter Sabatini, una persona a cui voglio bene. Mi conosce dai tempi di Palermo, conosce il mio percorso e la persona che sono. Anche lui mi è stato vicino. Lo stimo come persona e come ds, il migliore in Italia.
Sulla preparazione estiva con Zeman
E’ stata particolarmente lunga, poi ho avuto meno vacanze dopo gli Europei. Mi piace correre ed allenarmi quindi le preparazioni mi piacciono.
Sull’esordio con la Roma
È stato contro il Catania. I primi due mesi e mezzo sono partito bene, ld mie prestazioni sono state abbastanza positive, attuavamo unc alcio particolarmente offensivo, voleva corsa e sovrapposizioni. Il modo di giocare di Zeman a livello offensivo offriva tanti tiri e occasioni da gol. La fase difensiva era curata meno, ed era una delle più grosse lacune. Concedevamo troppe occasioni da gol, poco equilibrati come nelle corde delle squadre di Zeman. Nel calcio si vince chi ha più continuità ed equilibrio ma non ce l’avevamo, alternavamo partite buone a prestazioni negativo e questo si paga. Poi ho avuto un paio di infortuni e non mi sono espresso in tutte le mie potenzialità. Quando non riesco a dare il 100% e non riesco ad essere positivo per la squadra sono uno che ci soffre, ma non mi abbatto mai. Cerco di dare il 200% per migliorarmi. Nonostante l’età nel calcio puoi migliorare e con il lavoro puoi rimanere ad alti livelli.
Il 26 maggio 2013
Sportivamente è stato il giorno più brutto della mia carriera. Volevamo vincere assolutamente e invece quel gol ci ha tagliato le gambe al termine di una stagione che era iniziata bene ma poi si è sviluppata abbastanza negativamente. Per me poi è stata la terza finale consecutiva persa quindi è stato ancora più pesante.
Il gol al derby successivo vinto 2-0
E’ stato l’inizio di un percorso nuovo, di un’altra squadra, di un altro amore, di un ritrovato entusiasmo. Lo vivo al di là del gol in sé stesso, dal punto di vista umano e collettivo da parte di tutta la squadra. Le lacrime sono state una conseguenza naturale della rabbia, dell’orgoglio e della voglia che tutti abbiamo avuto nel dimenticare quella finale. Eravamo tutti uniti e per vincere serve essere uniti, tutti insieme. I tifosi hanno ancora ragione nel criticare nei momenti difficili.
Con Garcia
Ho un buonissimo rapporto, quando è arrivato ha dato a tutti una fiducia e una forza nuova. Eravamo tutti sfiduciati, lui ci ha restituito consapevolezza. Ha lavorato sull’aspetto umano in maniera fantastica. E’ riuscito a tirare fuori da noi tutta la voglia, la determinazione che serviva. Giocavamo in maniera perfetta anche grazie all’organizzazione tattica e all’equilibrio che ci ha dato. Mi è stato sempre vicino durante l’infortunio, è una persona speciale per me come mister e come uomo.
Su Pallotta
Mi piace tutto di lui. Mi piace il suo modo di vedere lo sport. Parlo spesso con lui, le conversazioni sono sempre piacevoli: è colto e simpatico. Quando viene a Trigoria illumina tutto. E’ un leader come Sabatini e Totti. Non fa che dare forza e entusiasmo, gli dico sempre che si dovrebbe trasferire a Roma, serve la sua presenza qui. Roma e i suoi tifosi devono essere contenti di avere un presidente come lui, sta investendo tanto ed ha un grande progetto. Si vede che ha passione, è innamorato di Roma e della Roma, non è venuto per fare un investimento. Soffre tantissimo per la Roma, è quasi malato.
Roma-Sassuolo.
L’ultima partita che ho giocato, avvertivo un dolore incredibile, mai vissuto. Dopo la partita con il Torino, nell’allenamento del martedì, avevo un fastidio al pube ma non ci ho dato peso e ho deciso di giocare. Finita questa partita non riuscivo neanche a camminare e da lì è iniziato un periodo difficile, ma mi sono promesso che non potrà essere la mia ultima partita, avevamo perso due punti all’ultimo secondo.
La conferenza stampa durante l’infortunio.
Il periodo più difficile per me, ero nel pieno del calvario, avevo subìto tre operazioni, avvertivo sempre tantissimo dolore nel fare le solite cose, nella risonanza magnetica addirittura la situazione era peggiorata e tanti pensavamo che la mia carriera fosse finita. Non hanno fatto i conti con me stesso, con quella che è la mia voglia e dedizione, questa conferenza è stata per me importante, ho parlato a cuore aperto, la situazione era quello e mi ero promesso di dare tutto, volevo dimostrare a tutti che una persona ce la può fare, è diventata quasi una sfida. La Roma non mi ha mai abbandonato, mi sono stati sempre vicino quando potevano non farlo, tornerò a giocare e tutti diranno che ce l’avrò fatto, sarò un esempio per tutti. Oggi sto bene, sono orgoglioso, spero che queste mie sensazioni arrivino a tutti.
La ripresa degli allenamenti dopo l’infortunio.
Fantastico, ho intrapreso un percorso da solo, ho parlato con Garcia e gli ho chiesto di lasciarmi da solo per ritrovare la mia strada e ho trovato una mia piccola equipe con la quale abbiamo lavorato fortissimo per 3-4 mesi e i risultati si sono visti, mi sento come un ragazzino, ho una voglia pazzesca, più dei bambini. Ritrovare i compagni, la quotidianità è stato fantastico.
La partita con la Primavera dopo l’infortunio.
Un’emozione paragonabile all’esordio, è stato bello, sono contento di aver vissuto questa cosa con Alberto De Rossi, sta ottenendo risultati fantastici, sono stati carini con me i ragazzi, è andata più che bene.
L’esultanza dopo la vittoria contro il Napoli.
Abbiamo ottenuto un ottimo risultato, si è visto uno spirito di gruppo che in alcune partite sembrava essersi smarrito, è stato bello anche l’applauso che mi ha riposto l’Olimpico, sono molto sensibile, queste sensazioni le sento. Dobbiamo essere uniti tutti per vincere, serve unità per i nostri obiettivi. La Champions League è importante, la vogliamo fortemente, qualsiasi cosa succeda non dobbiamo intimorirci e ripartire, il progetto Roma andrà avanti per tanto tempo, è un progetto duraturo, dobbiamo essere ottimisti e rimanere uniti. Capisco la rabbia dei tifosi ma abbiamo fortemente bisogno di loro, dobbiamo vivere questo momento tutti insieme. Siamo una famiglia e le cose in famiglia si vedono anche nei momenti difficili, è impensabile che una società giovane come la Roma faccia tutto perfetto. Difendo il mio gruppo alla morte, non finisce il progetto a giugno, dobbiamo rimanere insieme, è questo quello che conta.
Fonte: Roma Tv
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