(M. Pinci) – Quando lo prese in estate, Walter Sabatini non avrebbe mai pensato che giocasse così tanto. E invece Mapou-Yanga Mbiwa a gennaio era già un giocatore della Roma a tutti gli effetti, avendo superato le 20 presenze in campionato e costretto la Roma a pagarne per intero il cartellino, tramutando così il prestito in un acquisto. Preso a fine agosto per completare la rosa, quarto difensore nelle gerarchie iniziali del ds, è diventato per meriti propri e sfortune altrui (vedi Castan), il secondo nell’indice di gradimento di Garcia: così 20 partite, termine per rendere obbligatorio il riscatto a 7,35 milioni dal Newcastle, le ha consumate in fretta. E ora ha iniziato gli straordinari: non più solo centrale, ma all’occorrenza anche terzino. Lo ha fatto per due spezzoni di gara contro Cesena e Napoli, difendendo lo striminzito vantaggio della squadra. Domenica a Torino, senza lo squalificato Torosidis e con Maicon ancora out, dovrebbe toccare nuovamente a lui sulla fascia destra, per la prima volta dall’inizio.
LA REPUBBLICA Yanga-Mbiwa: da quarto difensore a titolare, da centrale a terzino
Ma Yanga Mbiwa non è un jolly inatteso: lo scorso anno in Inghilterra 12 gare su 23 le aveva giocate proprio da terzino, in Nazionale con Deschamps ha fatto il mediano. Ma non è la prima volta che il tecnico francese reinventa i propri uomini: era già capitato a Florenzi, centrocampista che Garcia s’è ritrovato prima a fare l’ala, con ottimi risultati, poi proprio il terzino destro. E in estate scoprendo Paredes, trequartista scuola Boca, monsieur Rudi ha visto in lui un regista: lì promette di impiegarlo, in futuro. Verso Torino, invece, il tecnico spera ancora in Totti: per lui solo una piccola parte dell’allenamento in gruppo. Parte di un lavoro personalizzato che il capitano spera possa consentirgli di tornare domenica.