Franco Tancredi, portiere del secondo scudetto giallorosso, è stato oggi intervistato sull’amicizia che lo legava con il compianto capitano Agostino Di Bartolomei, che oggi avrebbe compiuto 60 anni.
Con Di Bartolomei ha avuto un rapporto speciale sia dentro che fuori dal campo, oggi sarebbe stato il sessantesimo compleanno di Agostino, come lo ricorda?
“Agostino manca a tutti: alla sua famiglia, a tutti noi e ai tifosi. Lui è stato un simbolo per tutta Roma, sia dentro che fuori dal campo e la sua assenza si accusa terribilmente. Manca la sua intelligenza e il suo sapere e giornate come quella di oggi o dell’anniversario della sua morte sono sempre particolarmente tristi e cupe per chi lo ha stimato e gli ha voluto bene come uomo. Come calciatore c’è poco da dire, è stato il Capitano della Roma dello scudetto e si è dimostrato un condottiero in mezzo al campo, la guida carismatica del gruppo e posso assicurarvi che nello spogliatoio, nonostante ci fossero molte personalità importanti e forti, quando prendeva la parola Agostino rimanevamo tutti in rigoroso silenzio ad ascoltare. Lo ricordo come un ragazzo intelligente ed introverso, poteva dimostrarti di volerti bene solo con un pizzicotto o un buffetto e per quelli che hanno fatto parte di quella Roma è stato un punto di riferimento importante e ha onorato la fascia da vero capitano: quando finiva la partita, qualunque fosse il risultato, ci portava in mezzo al campo a ringraziare il pubblico perchè essendo romano e romanista aveva un rapporto fortissimo con i tifosi. Come marito e come padre si è dimostrato esemplare.”
C’è un episodio che vuole ricordare?
“Io l’ho conosciuto in Nazionale juniores, quando giocavo nel Giulianova e lui nelle giovanili della Roma, molto prima che io arrivassi nella Capitale. Ricordo bene la generosità che dimostrava nei confronti degli altri, era un uomo generoso. Quando alla Roma arrivava un calciatore che non conosceva la città, lui si metteva a sua completa disposizione; mi ha aiutato a conoscere le persone giuste e a trovare casa, organizzava cene a casa sua per integrare tutti gli elementi del gruppo. Era un capitano sia dentro che fuori dal campo e il fatto che Agostino non sia più con noi per me rappresenta un’enorme ferita.”
Fonte: Romanews.eu
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