(A. Pugliese) – Montella sperava di ritrovare Babacar, ma il senegalese alla fine si accomoda in panchina e il tecnico viola si affida ancora a Ilicic come falso nove. Garcia invece lascia fuori a sorpresa Pjanic e Gervinho, lanciando un centrocampo da battaglia e un Florenzi di nuovo schierato in attacco, ma con il compito di ripiegare a dare una mano a contenere Salah. Così si parte senza centravanti per entrambi, ma nei primi 45′ la differenza (tutta a favore dei padroni di casa) è il possesso palla (efficace quello viola, sterile quello giallorosso) e il mismatch nell’intelligenza calcistica di alcuni giocatori. Iturbe, per esempio, ne difetta e continua a giocare sempre da solo contro tutti, sprecando palloni importanti. Dall’altra parte, invece, Salah e Pizarro ne abbondano e si vede. Così il pallino del gioco è sempre in mano alla Fiorentina, con Joaquin che fa a fette Holebas a destra e De Rossi che al 17′ regala il vantaggio a Montella: palla consegnata a Salah a metà campo, fuga dell’egiziano con assist a Ilicic che di destro insacca sotto l’incrocio. Quattro minuti dopo bis del mediano giallorosso, che poi in recupero rischia anche l’autogol su taglio di Ilicic. Per De Rossi allora è il momento di dire basta, complice un risentimento al polpaccio. Poco dopo la Roma perde anche Manolas (problema alla schiena), poi Alonso spreca (alta) la palla del 2-0. Nel finale si accende anche la Roma: prima una serpentina di Ljajic (42′) si conclude con un tiro fuori dal limite di Nainggolan, poi Neto è bravo su Florenzi e lo stesso Ljajic si divora il gol del pari a porta vuota, sparando in corsa alle stelle.
ANCORA SEYDOU — Nella ripresa le distanze si allungano, proprio come i reparti. Ed allora c’è anche molto più spazio per giocare ed inventare. Così viene fuori il fosforo di Borja Valero, le geometrie di Badelj, l’intelligenza di Keita e la corsa di Nainggolan. Ne viene fuori una partita più bella e più equilibrata, dove prima Ilicic sfiora la doppietta (salvataggio in scivolata di Yanga-Mbiwa a centro area), poi Ljajic si fa ipnotizzare dall’amico Neto dal dischetto del rigore, con il penalty concesso per un fallo del portiere viola su Iturbe, con Neto che tocca sia la palla che il piede dell’attaccante. Considerando l’amicizia che corre tra Ljajic e il brasiliano (e i due anni passati insieme a Firenze), non proprio la scelta giusta. Adesso è una corrida, con l’arbitro spagnolo Estrada Fernandez che prova a tenere a bada la partita, con risultati altalenanti. Alonso ci prova due volte a vuoto, poi è ancora Keita a rianimare la Roma, proprio come era già successo con la Juventus: angolo di Florenzi e colpo di testa decisivo del maliano a pochi passi da Neto, con Alonso a terra dopo un contatto con il centrocampista giallorosso. Sull’1-1 allora la Roma trova energie nervose, Iturbe calcia alle stelle in corsa, Nainggolan sfiora il colpo proprio in chiusura. Finisce così, tutto rimandato al ritorno, giovedì prossimo all’Olimpico, con la Roma che partirà col vantaggio del gol in trasferta: dopo tanti pari deludenti in campionato, questo può far felice Garcia.
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