Il caso Parma è sempre più fitto e la bancarotta dietro l’angolo. Ma il patron Giampietro Manenti è fiducioso secondo la sua ultima intervista:
Buongiorno presidente Manenti, non le facciamo perdere tempo: domenica ce la fate a giocare contro l’Atalanta?
«Certo».
C’è chi ha dei dubbi.
«Non io».
Ci dà una percentuale?
«100%, come le altre».
Eh, appunto, le altre non si sono giocate.
«È dipeso dalla scelta dei giocatori, non dalla mia».
Veniamo al sodo: i famosi quattrini salva-Parma sono arrivati?
«Certo che sono arrivati, anzi, ci sono sempre stati».
Lei dice così ma nessuno li ha visti.
«Stiamo studiando soluzioni per renderli disponibili».
Proviamo a esporci, indichi una data.
«Guardi, qui bisogna fare in fretta, i tempi sono strettissimi ormai».
Eh, per l’appunto. Lo sa che sono settimane che i dipendenti del Parma aspettano il famoso «bonifico»?
«Ci sono state un po’ di lungaggini, del resto ogni giorno subentra un problema al quale dobbiamo ovviare».
Sia gentile, ci dica il nome di uno sponsor tra quelli che la stanno aiutando, così tranquillizziamo l’ambiente.
«Non faccio nomi, tra l’altro stiamo facendo una pessima figura con tutti».
Con gli sponsor?
«Certo, con quello che esce sui giornali chissà cosa pensano…».
È la stessa considerazione che si fanno gli italiani. La gente si chiede: «Manenti ha davvero intenzioni serie»?
«Ovvio, altrimenti non mi sarei imbarcato in questa cosa. Però ormai siamo al delirio, l’Italia sembra un manicomio!».
Manenti, parliamo d’altro. Ha pensato a come potrebbe essere il suo Parma? La squadra che eventualmente affronterebbe la serie B?
«Insieme ai miei collaboratori stiamo ragionando su tutto».
Ha molti collaboratori?
«Molti».
Per intenderci, avete già pensato a un allenatore?
«Ci piacerebbe tenere Donadoni, ma non è un tecnico da B. Stiamo facendo varie ipotesi sul possibile sostituto».
E quale sarebbe il suo obiettivo primario?
«Beh, tornare immediatamente in serie A».
Ovvio. Ma come farete con gli oltre 200 giocatori che il Parma ha sotto controllo?
«Stiamo già trovando delle soluzioni».
Mi dice a chi si ispira? Chi è il suo presidente di riferimento?
«Quello del Real Madrid (Florentino Perez ndr)».
Ma è vero che in passato lei faceva l’allenatore?
«Ho allenato 18 anni nelle categorie dilettanti».
Qual è la sua idea di gioco? Che modulo predilige?
«Il 3-4-3».
Molto offensivo quindi! Vorrebbe che anche il Parma giocasse così?
«Il modulo si sceglie in funzione dei giocatori che si hanno a disposizione».
Ha vinto molto?
«Abbastanza».
Ma di che categorie stiamo parlando? Eccellenza, Promozione…
«Esordienti e Giovanissimi».
Ah, nel settore giovanile quindi. E ci dica, qual è l’allenatore che le piace di più in questo momento?
«Roberto Martinez dell’Everton».
Ci facciamo un po’ di fatti suoi: è sposato? Ha figli?
«Ho tre figli».
Cosa dicono della sua avventura da patron di serie A?
«Non si interessano di sport. Solo l’ultimo è appassionato».
Quanti anni ha?
«Cinque. È un patito di Palladino, gli ha anche dato la sua maglia con dedica».
In passato ha provato a comprare anche le Cartiere Pigna: com’è andata?
«Non abbiamo trovato l’accordo».
E questa storia che il Parma le sarebbe costato un solo euro?
«Altra leggenda, ma quale euro!».
E quindi quanto ha speso?
«Non lo posso rivelare».
C’è chi dice che la sua azienda, la Mapi Group, abbia rapporti con Gazprom.
«Ma quali rapporti, non può avere rapporti con nessuno».
La Mapi non può avere rapporti con nessuno?
«No, non la Mapi! La Gazprom! Noi ne abbiamo tanti!».
Faccia un nome.
«Non posso, gliel’ho detto».
Chi ha visto la sede della Mapi a Nova Gorica sostiene che non abbia un aspetto – diciamo così – «confortante».
«Per forza, quello è lo studio dove esercitiamo l’attività. Se è per questo ne abbiamo uno anche a Lubiana».
E come giustifica il fatto che il capitale sociale sia di soli 7500 euro?
«Solo in Italia il capitale sociale è un problema».
E cosa ci dice dell’auto recentemente confiscata per multe non pagate?
«Altra colossale bugia. Ho ancora la mia auto».
Come va a finire il campionato?
«Scudetto alla Juve, Napoli e Roma per il 2 posto, subito sotto la Fiorentina».
E la crisi delle milanesi da cosa dipende?
«Colpa dei dirigenti che non hanno provveduto al ricambio generazionale. Ora la saluto, mi aspettano in riunione».
Un’ultima cosa! Di Berlusconi cosa pensa?
«Berlusconi? Beh, Berlusconi è un grande!»
Fonte: Libero
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