Queste le dichiarazioni rilasciate da Mario Macalli, numero uno della Lega Pro, dopo l’esplosione del ‘Caso Lotito’:
“Mi viene da vomitare davanti a questa situazione, ho la nausea. Mi meraviglio che si dia spazio ad uno che registra le telefonate. Mi meraviglia, il mio stupore è tutto qua. Se tutti facessero, così, non sarebbe normale. E se questa deve essere la normalità, allora sono orgoglioso di essere anormale”.
Lotito dice, testuale, Macalli fra un anno e mezzo va a casa da solo, l’accompagno io, e rappresenta zero.
“Ha perfettamente ragione. Io ho chiuso il mio mandato, lo dico io, non c’è bisogno che lo dica qualcun altro. Poteva chiamare me, glielo avrei detto. Ho rappresentato la Lega e rappresento il presente, non sarò il futuro. E’ matematico, lo dico io, non c’è bisogno che lo dica qualcun altro”.
Qual è la sua posizione in merito?
“Non ho chiamato nessuno, non ho nulla da replicare. Sono tranquillo, rispondo sempre a chi mi chiama. Se poi c’è una situazione di quel genere, non voglio esprimere giudizi, magari divento offensivo. Chiamava me, risparmiava tempo, Iodice: ogni giorni ci confrontiamo per risolvere tanti problemi: ogni mattina mi sveglio alle 6,30 e finisco alle 20 e per fortuna lo faccio ancora”.
La Lega Pro, per antonomasia, è la rappresentante della provincia. E nella telefonata si parla di Carpi e Frosinone.
“Cerchiamo di distinguere le cose: i miei campionati, di Lega Pro, hanno visto la vittoria dell’Alzano, dell’Albinoleffe, della Fermana. Di realtà piccolissime, che hanno vinto: questi sono i fatti che lo sport mette in pratica per fortuna, lo sport è quello dove ti misuri con un altro. Questo è il bello dello sport, dove non c’è niente di scritto, principalmente nei campionati di questa Lega. Da me le grandi corazzate, spesso stanno grando a realtà più piccole e questo non si tocca. Senza questo non c’è lo sport. Poi c’è un altro discorso”.
Prego.
“E’ molto più brutale, che io non faccio ma di cui devo prendere atto. Se io in A ho Bologna e grandi piazze, è chiaro che per chi fa la massima serie ci sono più facilità a vendere i diritti televisivi, a differenza di realtà piccole che attraggono poco. Non ci vuole Einstein per capirlo ma purtroppo questo è il business, che è solo una parte, anche se oggi preponderante, dello sport. Ma lo sport resta coi suoi valori che io difendo. Non mi scandalizzo se si parla di Frosinone, che è una splendida società, del Carpi, società a sono molto legato ed a cui ho grandi ricordi; capisco anche io che se uno compra i diritti della Juventus è diverso dai diritti dell’Albinoleffe, però l’Albinoleffe ha diritto di giocare lì”.
Fonte: tuttomercatoweb