Il presidente della Figc Carlo Tavecchio ha rilasciato oggi una lunga intervista. Tanti gli argomenti affrontati dal presidente della Federcalcio, che inizia parlando della situazione degli arbitri. “Gli arbitri sono oggetto di qualche critica, ma fare l’arbitro è il mestiere più brutto e più difficile del mondo”, dice Tavecchio, che anticipa che “quello del sorteggio sarà una questione che sarà portata nelle sedi opportune”. “Io sono dell’avviso che gli arbitri sono sempre in buona fede, poi gli errori ci possono stare – prosegue il numero uno della Federcalcio – La Figc non può non difendere l’Aia che è nostro baluardo spero di onestà. Tutto il resto rientra nella sfera degli interessi dei club. E noi rispettiamo anche i club perché rappresentano le nostre risorse, ma dobbiamo stare attenti a non confondere le regole con le situazioni. Il consiglio federale non interviene: prende atto delle segnalazioni. Come fatto nel caso della tecnologia applicata al calcio”.
A proposito della tecnologia Tavecchio ribadisce che la Goal Line Technology “partirà la stagione prossima, non partiranno le altre cose perché la Fifa ancora non ci ha risposto. Venerdì di questa settimana in Assemblea di Lega a Milano le società di Serie A con ogni probabilità deliberanno di adottare il ‘gol-non gol’”. Tavecchio poi si sofferma anche su quella che, secondo lui, è la prima riforma da attuare: “La riforma dei campionati. Portare la Serie A a 18 squadre e gli di conseguenza riformare anche gli altri campionati. Ce la possiamo fare, nella misura in cui i principi riformatori del Coni saranno rivisti, perché con una maggioranza del 75 per cento, come attualmente prevede la normativa federale, è difficile portare questa riforma a regime. Quando il Coni, interpellato da noi, dirà di poter ridurre la maggioranza per produrre dei risultati in Consiglio Federale, noi faremo di tutto per cambiare questa normativa. Il campionato a 20 squadre crea delle situazioni anacronistiche. Non si possono fare stage, crea ingorghi di altra natura, produce soggetti che sono difficilmente recuperabili con i costi gestionali in atto”.
Tavecchio poi ha affrontato anche la questione legata al ct Conte. “Le parole del commissario tecnico sono ampiamente illustrative della situazione. Conte ha detto che starà con noi, alla faccia di qualcuno che pensava il contrario. Non c’era motivo di creare il polverone che si è creato, di creare una situazione molto precaria di cui non c’era necessità. Noi abbiamo fatto una grande sforzo per poter avere prestazioni di Antonio Conte, è una persona che ci invidiano e noi gli affidiamo il meglio di quello che possiamo. Gli abbiamo affidato la “cantera” del nostro calcio perché ha possibilità di intervenire su tutte le nostre Nazionali azzurre”. E sulle date della prossima stagione il presidente si esprime così: “Abbiamo chiesto alla Lega di valutare l´ipotesi della Coppa Italia alla stessa data e ci hanno detto che in questo momento non lo possono stabilire. Quello che possiamo fare, ci hanno risposto, è anticipare al 2 marzo la semifinale. Dal 2 marzo in poi dipende dall’ingorgo che si creerà con la Champions, l’Europa League e il campionato e si farà con tutta probabilità il massimo per poter realizzarla prima del 15. Questo è quanto ha detto la Lega che si è dichiarata disponibile, non ha detto di no”.
Un commento anche sulla vicenda del Parma: “Non posso conoscere la situazione, queste situazioni che si sono create ci indurranno a portare nuove normative per quanto riguarda l´accesso delle società per azioni e o delle srl alle società sportive di Serie A. Dopo di che metteremo un tassello finale a queste brutte storie che durante il campionato possono creare situazioni che rischiano di alterare i risultati sportivi. In caso di fallimento il curatore potrebbe decidere per la continuazione temporanea d’impresa come fatto altre volte per capire se si possa gestire la situazione. Il fallimento comunque azzera tutto”. Infine, una chiosa sull’inchesta sul calcioscommesse: “La nostra Costituzione dice che un cittadino italiano è ritenuto colpevole dopo l´ultimo grado di giudizio. Quando cito la Costituzione, cito lo strumento principe del nostro sistema. Ricordo solo che prima del 2006 le scommesse erano reato. C’è stata una scelta politica e si è ritenuto di depenalizzare le scommesse, un rischio a cui si sapeva si andava incontro di fronte con situazioni del genere”.
Fonte: radiosportiva
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