Giovanni Troiano, il dg del Pigna Calcio, squadra che ha cresciuto calcisticamente Daniele Verde prima della Roma, ha raccontato un po’ della vita privata del numero 53:
“Lui è venuto da noi quando aveva 5 anni e la predisposizione l’aveva fin da subito. Aveva già delle qualità tecniche e giocava con i ragazzini più grandi di età: il suo sinistro era già magico. Era piccolissimo fisicamente anche se ben dotato nella corsa. Aveva poi questa genialità dal giorno in cui era venuto da noi. All’epoca io e la presidentessa del club, insieme al suo allenatore, gli abbiamo fatto fare una scalata graduale, stando attendi che non gli passasse nulla di strano per la testa.
Poi è arrivata l’epoca dei giovanissimi in cui hanno cominciato a seguirlo delle società importanti. C’era anche il Manchester City tramite Bagni che ci ha contattati: ma noi eravamo già alle prese con Roma, Milan,Juventus, Inter e Fiorentina. Il ragazzo aveva doti eccezionali e si allenava continuamente.
Aveva il problema che il destro non lo usava proprio. Allora il mister Pignalosa si metteva lì a farlo calciare soltanto di destro e Daniele così migliorava giorno dopo giorno. Di sinistro invece non aveva problemi: da dove calciava, calciava e faceva gol. Giocava sia con il suo gruppo dei giovanissimi ’96 sia con quello dei ’95, e faceva gol a grappoli con i suoi coetanei, ma ancora di più con quelli più grandi di un anno. Faceva davvero la differenza.
Mi diceva che si allenava anche con il destro: faceva Allenamenti specifici?
“Sì perché lui con il destro non giocava proprio inizialmente. Usava solo il sinistro e giocava a sinistra. Noi per farlo giocare col destro lo spostavamo sul lato destro e lui così cominciava ad usare anche l’altro piede. Dopo un po’ era in grado di rientrare e calciare sia con il sinistro sia con il destro: cominciava ad avere queste doti naturali e veniva visto da società importanti. Doveva andare nella Juventus ma ci furono problemi con chi si occupava della Juventus a Napoli e io allora l’ho portato a Roma avendo un accordo verbale con Stefano Palmieri della Roma. L’ho portato da Bruno Conti e da Montella e Daniele appena ha cominciato a giocare nei primi 10 minuti ha fatto (come ha fatto anche ieri) una giocata eccezionale e si è galvanizzato. Ha giocato una partita strepitosa e subito mi hanno chiamato Conti e Montella e insieme alla dottoressa Carbonaro ci siamo accordati per il passaggio alla Roma”.
Ha detto che doveva prenderlo la Juventus…
“Sì, ma chi se ne doveva occupare ha sbagliato l’approccio… Non voglio nemmeno stare a parlarne. noi pensiamo soltanto al bene del ragazzo e non vogliamo creare polemiche su queste cose. Pensiamo soltanto che abbiamo fatto benissimo, la Roma ci ha trattato benissimo, Bruno Conti ha trattato benissimo la famiglia e il ragazzo. La famiglia aveva e ha dei problemi che adesso speriamo si possano risolvere grazie all’aiuto del ragazzo. I genitori del ragazzo, papà Giuseppe e mamma Luisa, sono loro hanno investito su di lui: anche adesso che ha 18 anni, si curano che alle 9.30 alle 10 torni a casa e vada a dormire perché la mattina deve tornare a Roma. L’hanno mantenuto sempre con i piedi a terra e grazie a loro il ragazzo sta facendo questa grande grande qualità.
Ha sentito i genitori di Daniele?
“Sì li ho sentiti sabato. Abbiamo fatto una scommessa loro dicevano che entrava il secondo tempo, io che giocava dall’inizio. Il signore ci ha aiutato e ho vinto io”.
Ci parla di Daniele ragazzino?
“Era divertente però molto timido. Parlava molto con i compagni, e poco con gli estranei. Anche io e l’allenatore dovevamo cavargli fuori le parole di bocca. Vi racconto una storia bellissima: c’era un derby in vista e in settimana non si era allenato bene. Il mister allora lo teneva fuori squadra e lui piangeva perché voleva giocarlo questo derby, eravamo al primo posto e pensava di non giocare. Daniele quella domenica non giocò dall’inizio. Stava lì in panchina e piangeva e diceva che voleva andare via. Poi nel secondo tempo è entrato, ha fatto tre gol di cui uno da centrocampo (una cosa che è rimasta nella storia) e alla fine ha abbracciato prima il mister, poi me, poi il presidente e ha detto: “Avete fatto bene a punirmi perché mi sono comportato male. E’ un ragazzo pieno di doti a livello umano: deve ringraziare la famiglia che gli ha dato tutto questo. Ha un procuratore adesso, da poco tempo, ma lui non ha mai pensato ad altro. Ieri a Sky Sport hanno detto che a giugno voleva andare via… non è vero niente! Lui pensa solo di rimanere alla Roma. Si fa gestire dalla società, si è fatto gestire da Bruno Conti. Vuole bene a Conti e a Francesco Totti e si sente ancora vincolato a loro. Non ha grilli per la testa, sta benissimo e vuole che queste cose succedano piano piano. Tiene i piedi a terra e noi non vogliamo che qualcuno dica cose che non esistono”.
Aveva un soprannome?
“Sempre Daniele Bum-Bum, perché faceva gol a grappoli”.
Fonte: Centro Suono Sport