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REPUBBLICA.IT C’è solo da imparare dalla “Linea Verde”

Daniele Verde

(M. Pinci) – Un nome inaspettato quello che ha ridato i 3 punti a Rudi Garcia: Daniele Verde. Un cognome quanto mai simbolico, che si presta ad infiniti giochi d parole, ma che si addice ad un giovane di prospettiva. Talento campano, di appena 18 anni, preso quattro anni fa dal Pigna Calcio e messosi in mostra ieri alla terza presenza in serie A, la prima da titolare. Condita da due assist, il primo un gioiello alla Totti, per i gol di Ljajic e Paredes nella preziosissima vittoria di Cagliari. Un nome, il suo, che si aggiunge a quelli degli altri boccioli messi in vetrina da questa serie A: Rugani, Zappacosta, Cataldi, Romagnoli, Benassi, solo per citarne alcuni. Così, oggi Verde si ritrova capofila di una scuola tra le più nobili d’Italia, che però da qualche anno sembra aver invertito la tendenza.

LA ROMA E I GIOVANI: 5 MLN PER I BIDONI STRANIERI – C’erano una volta De Rossi e Aquilani, Cerci e Okaka, Florenzi e Bertolacci, Antei e Romagnoli, senza andare a scomodare sua maestà Francesco Totti. La Roma rappresentava fino a pochi anni fa il miglior settore giovanile d’Italia, insieme a quelli sempre fruttiferi di Atalanta, Empoli e Torino. Da qualche anno, però, il trend è cambiato: con l’avvento della proprietà americana il settore giovanile è stato lentamente invaso da giocatori venuti da fuori, acquistati a peso d’oro e mai (salvo l’eccezione Tallo) visti tra i grandi. E non si parla certo dei vari Lamela, Marquinhos o Jedvaj, talenti da prima squadra e per quella ingaggiati. In principio fu Ferrante (400 mila euro), cui seguirono carneadi come il brasiliano Lucca (700mila euro), Tallo (1,2 milioni, ma oggi in nazionale), Svedkauskas. E poi Bumba, Berisha (mezzo milione), Balasa, Radonjic, Cedric, Marin, Tugui, Vina, persino Golubovic, pagato 1 milione. E ancora Vestenicky (300mila per il prestito), Anocic, Ndoj, Pop e l’ultimo, Pepin, strappato al Malaga per 350mila euro. In tutto, una spesa di oltre 5 milioni di euro, a cui rischiano di aggiungersi i 5 spesi per Sanabria, se non i 15 che potrebbe costare Uçan una volta riscattato. Politica finanziata spesso con le cessioni dei prodotti fatti in casa. Come Florenzi, in cui la Roma non aveva creduto spedendolo a Crotone per 125mila euro, che fu ripreso spendendo 10 volte tanto: 1,25 milioni: il prezzo per l’errore commesso. Il rischio è ripetere situazioni analoghe con i vari Sabelli e Verre, o magari in futuro con altri – Barba, Somma, Mazzitelli, Ricci, Calabresi, Capradossi – che a Trigoria non trovano o non hanno trovato spazio soffocati dall’invasione di stranieri senza grandi qualità. Poi però – vedi Verde – sono proprio i ragazzi del vivaio a marcare la differenza.

VERDE E I SUOI FRATELLI, DA RUGANI A JOSÈ MAURI – Se c’è una buona notizia che questa serie A ha portato, però, vuoi per la crisi che riduce ogni anno il budget dei club, vuoi per la lungimiranza di qualche allenatore, è il rifiorire del talento italiano, benzina verde per Conte. Proprio Verde (classe ’96) ha illuminato l’ultima giornata, da qualche settimane l’altra sponda del Tevere ha scoperto invece Cataldi (’94), stellina della Lazio al di là dell’autorete con il Cesena. Rugani, ventenne dell’Empoli che aveva affascinato l’Arsenal e già nazionale, ha convinto tutti: lo attende un futuro alla Juve, insieme alla punta del Sassuolo Berardi, suo coetaneo, e al genoano Sturaro (’93). Toro e Inter si godono Benassi, ultima comproprietà della storia del mercato italiano: centrocampista, ’94 anche lui, i nerazzurri lo riporteranno a casa a fine stagione. Stop imprevisto in rampa di lancio invece per il viola Bernardeschi, altro ventenne. Meno giovane il 22enne Zappacosta, ma al primo campionato di A, con l’Atalanta, ha spiccato il volo avanzando da terzino a esterno di centrocampo: già 3 gol e la chiamata di Conte. Scuffet (’96) s’era preso la vetrina ancora minorenne, salvo fare un passo indietro: alle sue spalle è già pronto Meret, un anno più giovane. Persino il Parma ha messo in mostra una stellina: il ’96 José Mauri, italo-argentino di talento, fiore all’occhiello dei 130 giocatori a bilancio. E in B crescono il centravanti Cerri (’96), il terzino Barreca, il mediano Capezzi (’95): sono loro la nuova linea Verde.

Fonte: repubblica.it

matteo isidori

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