La Roma ha in pugno Mohammed Salah. L’emissario del club giallorosso è tornato da Londra con una stretta di mano che vale quasi come un contratto tra le parti. Sono servite otto ore di trattativa. Sei ieri ed un’integrazione di centoventi minuti questa mattina per chiarire e determinare gli ultimi dettagli di un’operazione complicatissima e condotta in prima persona da Marina Granovskaia, da 17 anni braccio destro di Roman Abramovich, nonché direttrice e rappresentante della proprietà del Chelsea.
Un osso duro, come dimostrato dall’estenuante tira e molla portato avanti dall’inizio del mese di gennaio, per provare ad ottenere il massimo dalla cessione dell’esterno egiziano. I “Blues” erano partiti da una valutazione di 20 milioni di euro per cedere il giocatore in prestito con obbligo di riscatto tra 6 mesi.
La Roma invece aveva avanzato una prima offerta che verteva sul prestito oneroso con diritto di riscatto a 14 milioni tra 18 mesi. Alla fine, sulla formula l’ha spuntata il club giallorosso, forte dell’accordo trovato circa una decina di giorni fa con la procuratrice del ragazzo.
Un contratto da 2,2 milioni di euro più bonus fino al 2019, praticamente gli stessi soldi che Salah guadagna nel club inglese, ma con un contratto più lungo di un anno rispetto a quello attuale. Per quanto riguarda la valutazione complessiva dell’egiziano però la Roma ha dovuto alzare l’offerta. Quella definitiva è stata di 500 mila euro per il prestito, 17 milioni per il diritto di riscatto tra 18 mesi, più un milione di bonus se la Roma in queste due stagioni dovesse qualificarsi alla Champions League.
C’è un però. Nel caso in cui Salah non dovesse convincere allenatore e società nei prossimi sei mesi o addirittura in dodici, nel gennaio del 2016 Walter Sabatini avrebbe la possibilità di annullare il prestito, con il conseguente ritorno del giocatore in Inghilterra, e il Chelsea sarebbe costretto a restituire alla Roma i soldi del prestito. Un’operazione perfetta per il club giallorosso, che in questo modo si è praticamente messo al riparo da qualsiasi brutta sorpresa.
Anche perché se Salah dovesse fare bene come sperano a Trigoria, Sabatini potrebbe anche riscattarlo prima dei termini prefissati, quindi tra 6 o 12 mesi al prezzo pattuito, mettendo a quel punto definitivamente le mani sulla proprietà del cartellino del ragazzo. Chelsea e Roma sono d’accordo su tutto. Salvo colpi di scena l’affare si concluderà entro il week-end.
Per buona pace di Jose Mourinho che ancora una volta in conferenza stampa ha provato a forzare la mano: “Non ho intenzione di cedere Salah e Schurrle, sono due giocatori che mi servono da qui al termine della stagione”. Un modo come un altro per spronare la società a comprare sostituti di grande valore nel caso in cui dovessero concretizzarsi le cessioni che impoverirebbero la rosa attuale. Per passare dalle parole ai fatti, adesso l’ultimo passaggio dovrà farlo la Roma con la formalizzazione dell’offerta.
Verbalmente l’accordo già c’è, ma va messo tutto nero su bianco. L’ultimo ostacolo sembra essere rappresentato da una polemica che si è scatenata negli ultimi giorni con i rappresentanti della comunità ebraica che non sarebbero favorevoli all’arrivo di un giocatore da loro considerato antisemita.
Storia di qualche anno fa, dove in un preliminare di Champions League e quando ancora vestiva la maglia del Basilea, Salah sembra si fosse rifiutato di stringere la mano ad un avversario del Maccabi Haifa. Un’etichetta che l’entourage del ragazzo ha voluto smentire immediatamente. Musulmano si ma non antisemita. Risolto anche l’ultimo equivoco, Salah sarà un giocatore della Roma.
Fonte: goal.com
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