Ecco le parole di Rudi Garcia, allenatore della Roma, rilasciate all’emittente radiofonica ufficiale giallorossa:
Il personaggio Garcia:
“Quello privato lo conoscono solo i miei cari e i miei amici”
L’amicizia è un valore importante:
“Ho pochi amici nel calcio, forse 2. Ho altri due amici in Francia. Per me l’amicizia è molto importante. Quando uno ha un problema deve essere supportato dagli amici”
Com’era Rudi Garcia da ragazzo.
“Non era tranquillo per niente, ma sempre con l’educazione che mi hanno dato i miei genitori. Sospeso a scuola? Si è successo anche quello”.
Cosa fa Rudi Garcia quando si rilassa?
“Sto a casa tranquillo, vedendo film anche italiani. Piano piano capisco molto. Cucina? No, mi faccio viziare dalle donne. La mia pasta è immangiabile”
Italia e Francia. Garcia ora è un po’ italiano?
“Si. Quando vivevo in Francia in realtà ero più in Spagna.”
Ti senti un po’ italiano?
“Ora sì, quando vivevo in Francia mi sentivo più spagnolo, conosco tanti paesi ma dell’Italia ancora molto poco, sono stato a Venezia a 15 anni. Ho degli amici a Digione che sono proprietari di tanti alberghi lì e sono italiani, poi sono andato anche a Milano, altrimenti non conosco nulla di nulla. Adesso che sono qua è incredibile, non è che sto bene, sento proprio le cose qua, il cibo, le canzoni, la bellezza della lingua. Vivo il presente, sono un tipo concreto, l’Italia è un paese latino. Io ho 3/4 dei miei nonni spagnoli, mi sento forse più spagnolo che francese”.
Formaggi francesi o italiani?
“Ci sono più varietà in Francia, a Lille ci sono formaggi che puzzano (ride, ndr), ma quando li mangi sono divini, tipo il Vecchio Lille“.
Vino francese o italiano?
“Ho scoperto dei vini dell’Alto Adige molto buoni, anche il Montepulciano d’Abruzzo, sono un tipo molto più da rosso. Ci sono però dei vini in Borgogna ottimi, sono una sorta di esperto, in quella regione ho vissuto per 5 anni. Sono quasi sempre stato circondato di italiani, anche il presidente del Digione era un po’ italiano. Sono arrivato a Lille e anche lì ho incontrato altri amici un po’ italiani”.
Cosa non ti piace dell’Italia?
“Delle volte si fa passare il francese come un tipo rude, ma non è vero. Io ho vissuto a Saint-Etienne e Lille dove la gente è fantastica, forse perché la gente ha sofferto ed è rimasta questa cosa di aiutarsi. Al Nord della Francia si piange due volte: quando arrivi e quando vai via”.
È vero che i francesi sono contro Parigi?
“Sì, in effetti c’è una sorta di antagonismo verso Parigi”.
La musica?
“Ascolto un po’ di tutto, sto scoprendo la canzone italiana e mi piace, sto notando che siete molto romantici, fate tante canzoni d’amore. In Francia lo siamo di meno”.
Cinema?
“Mi piacciono i thriller, anche i film d’avventura dove non c’è da pensare ma solo da rilassarsi”.
Quanto leggi?
“Non abbastanza, ho tanti libri di Paulo Coelho, uno dei miei scrittori preferiti, ma leggo poco”.
Donne francesi o italiane?
“Non si può vivere senza di loro, sono un dono di Dio, la dolcezza delle donne nel futuro farà la differenza”.
Differenze tra i due tipi di donne?
“C’è un po’ di tutto, in Italia la donna più bella è la mia (ride, ndr). Vi abbiamo rubato la Bellucci e la Bruni (ride, ndr)”.
Roma. Dopo un anno e mezzo è cambiato il tuo rapporto con la città e con la gente?
“E’ migliorato perché all’inizio pochi mi conoscevano, erano tutti un po’ scettici”
E’ stato meglio per te?
“Non lo so, mi hanno detto che era una piazza difficile ma non è vero. La tifoseria è incredibile, ci ha dato segnali di supporto che non avevo mai visto nella mia carriera, loro sono intelligenti, sanno che la squadra dà tutto per farli felici e loro lo vedono e anche se a volte perdiamo alcune partite loro capiscono che la cosa che stiamo costruendo la facciamo con il cuore e con tutta la nostra energia, per me conta solo il loro pensiero”.
Da subito hai stabilito un bel rapporto con la Curva
“Quando vivi la prima partita all’Olimpico capisci subito che il cuore della tifoseria è la Curva Sud. Io ho visto subito un sostegno importante della Curva Sud, è loro che iniziano tutto, i canti, i cori. Per questo dopo le partite ho la voglia di salutare tutto lo stadio, ma salutando il cuore dello stadio saluto tutti”.
La comunicazione è importante per Garcia?
“La cosa che conta di più è la comunicazione interna con i giocatori, io per loro sono la guida, faccio in modo di trasmettere la mia energia e la mia voglia per vederla poi in campo da loro. Oggi è molto importante la comunicazione con i media, io faccio in modo di rimanere me stesso rispettando tutti e dicendo quello che penso, anche se è normale che non sempre siamo tutti d’accordo”
Il rispetto?
“C’è gente che è importante per me e da loro ho sempre avuto rispetto, dalla società a tutti quelli che lavorano a Trigoria e ai tifosi, gli altri non contano perchè hanno un interesse personale e non sono romanisti, si professano romanisti ma non lo sono per niente, e loro non contano nulla”
Hai parlato come se rimarrai qui molto a lungo…
“Capisco questa cosa e lo spero tanto, ma io faccio come ho fatto sempre: sono uno che lavora ogni giorno per il futuro del club come se tutta la mia vita è di rimanere qui e finché non mi cacciano o finché abbiamo le stesse ambizioni con il club andremo avanti insieme”.
Gli auguri ai tifosi della Roma…
“Tanti auguri perché per me questo momento di Natale è un momento bellissimo perché ci sono le luci in strada e tutte queste cose che fanno sognare, ognuno di noi ha ancora un’anima di bambino dentro e a 50 so che tutti i momenti che puoi passare con i tuoi cari sono momenti di felicità. La mia famiglia è in Francia e io non vedo l’orta di vederli a Natale”
Fonte: Roma Radio
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