Queste le parole di Antonio Tempestilli, responsabile organizzativo della prima squadra giallorossa, ospite del programma Slide Show, durante il quale gli sono state mostrate foto ed istantanee della sua carriera e della sua vita privata:
“Mio padre, mia madre, mia sorella ed io. Li ringrazierò sempre, mi hanno trasmesso valori che mi hanno aiutato a raggiungere certi obiettivi. Sono quei valori che voglio trasmettere a mio figlio e alle persone che voglio bene. Serietà, umiltà e onestà sono cose che contanto e ti fanno arrivare agli obiettivi”.
I compagni di scuola.
“Non ricrdo chi siano perché è passato tanto. Ricordi di un’infanzia spensierata nonostante la mia famiglia non avesse grandi mezzi, mi hanno sempre dato tutto per crescer eserenamente e fammi sentire bene in un quartiere benestante. La mia famiglia mi ha sempre messo nella condizione ideale”.
L’inizio della carriera.
“Un sogno che si è realizzato e che avevo da ragazzo ma che mai mi sarei sognato di raggiungere. Qui ero all’Inter, nel 1980, nel Banco di Roma avevo fatto la Serie C e sfiorato l’approdo alla Roma. All’epoca il pesidente era Guidi, non so perché non arrivai a Roma ma sapevo di una trattativa in corso, poi approdai all’Inter con un mio compagno”.
L’esordio con l’Inter.
“Fu a Pisa, dove vincemmo. Quando il mister mi chiamò per entrare fu un’emozione indescrivile. Avevo la maglia numero 11, da difensore, ma giocai da esterno alto”.
Con Bruno Conti.
“Questa foto ce l’ho in ufficio. E’ un bel ricordo delle battaglie con Bruno. Era un giocatore straordinario, arrivava da un Mondiale vinto ed era uno dei talenti migliori al mondo. Una persona fantastica e un calciatore straordinario. Nonostante avessi una profonda stima del calciatore e della persona, in campo era morte tua vita mia. Lui lo sapeva e non regalavo nulla a nessuno. Era la prerogativa perché giocassi a certi livelli”.
Fonte: roma tv