Sul campo dell’Allianz un copione per certi versi prevedibile già all’annuncio delle formazioni. Roma molto coperta con un insolito 4-4-2 «difensivo» (Florenzi spostato indietro sulla linea mediana con i soli Destro e Iturbe davanti) e molti titolari lasciati in panchina proprio per l’imminente sfida di campionato. Senza De Sanctis, Totti, Pjanic e Gervinho il tecnico francese non ha solo rinunciato a tanta qualità, ma anche ammesso di avere di fronte una squadra più forte e fatto quindi una scelta per questa partita: riportare a casa la pelle.
Anche Guardiola, suo malgrado, è stato costretto a rinunciare a qualcosa. Fuori Robben che aveva smontato la Roma nella partita d’andata, così comeMuller: ma la differenza si è vista solo in parte. Il Bayern è troppo più forte e in questo momento è probabilmente la squadra più difficile da incontrare in Europa. E poco ha potuto Garcia con i suoi cambi, anche se l’ingresso di Gervinho nel finale (dentro per Iturbe), ha dato sicuramente più verve all’attacco giallorosso respinto da un Neuer ancora una volta decisivo quando è servito. La squadra di Guardiola è più completa in tutte le zone del campo, più abituata a giocare partite di questo tipo e ha un tasso tecnico, rispetto a questa Roma, decisamente superiore.
Il bilancio resta comunque invariato: quarta sconfitta nelle ultime otto gare e terza trasferta di fila senza segnare. Qualcosa vorrà pur dire. In Champions i tedeschi si qualificano da primi del girone con due gare d’anticipo, dietro tutto è possibile. Decisive saranno le ultime due partite che arriveranno però dopo la sosta del campionato (la prima la Roma la giocherà martedì 25 alle ore 18 italiane a Mosca) e per quella data Garcia dovrebbe poter recuperare qualche pezzo pesante. Sarà il momento di fare la differenza per passare il turno e continuare a sognare nell’Europa che conta. La Roma resta in corsa e adesso c’è il Torino: la partita della verità.
Fonte: Il Tempo