(M. Pinci) – Si può girarli, rileggerli, smontarli, ma una cosa è certa: i numeri dicono che la Roma, da un mese a oggi, non somiglia più alla squadra arrembante e vincente di inizio stagione. Due vittorie, due pareggi etre sconfitte concentrate tra il 30 settembre e il primo novembre, 9 gol fatti e13 subiti. E’ vero, gli avversari si chiamano Manchester City e Juventus, Bayern e Napoli, non proprio le ultime della classe. Ma contro questi avversari la Roma non ha solo faticato: non ha mai vinto e in un paio di circostanze ha deposto le armi senza nemmeno combattere. E mercoledì volerà a Monaco di Baviera, dove la aspetta un test durissimo, ancora contro il Bayern.
IMPRECISIONE, STANCHEZZA, CERTEZZE MINATE – Una flessione nel rendimento della Roma, se parlare di crisi per una squadra in piena corsa per il titolo pare troppo, a questo punto è evidente e certificata dai fatti. Due volte senza segnare nelle ultime tre gare, soltanto 3 reti nelle ultime 4 partite. E ladifesa, imperforabile o quasi fino alla sera di Juve-Roma, divenuta incredibilmente fragile, e non solo per l’imbarcata subita nella nottataccia contro il Bayern. La sensazione è che quel capitombolo abbia minato le certezze del gruppo, tolto sicurezza a tutti i reparti, intimorito la squadra, ora meno spavalda di quando prendeva a pallonate il Cska e metteva in ginocchio la Fiorentina. Si corre meno, si difende meno bene, si gioca con meno precisione il pallone. Contro il Napoli la squadra ha tirato in porta la metà delle volte degli avversari (8 a 15), e perso il doppio delle volte il possesso palla, 24 contro 11. Questi errori di lucidità riflettono la sensazione di una squadra che, a inizio novembre, è già con la lingua di fuori.
CENTROCAMPO A PEZZI – Sotto accusa la tenuta fisica. Colpa anche di infortuni e squalifiche che hanno ridotto all’osso le scelte del tecnico. Solo per citare un esempio: De Rossi, che tra squalifica europea e infortunio ha saltato 6 partite, ha comunque giocato 241 minuti in questa stagione più di Pirlo, che una volta rientrato dall’infortunio Allegri ha potuto gestire, lasciandolo in campo per 90 minuti soltanto sabato contro l’Empoli. In tutto, i 4 centrocampisti della Roma – Pjanic, De Rossi, Keita e Nainggolan – hanno giocato quasi 400 minuti più dei rivali bianconeri (Pirlo, Pogba, Vidal e Marchisio). Abbastanza per rendere l’idea del grado di usura che devono avvertire dalle parti di Trigoria. Soluzioni? La prima, il rientro di Strootman, che potrebbe persino partire per Monaco con la squadra, martedì, anche se per vederlo in campo dall’inizio i medici olandesi consigliano di aspettare fin dopo la sosta, magari già a Bergamo contro l’Atalanta, il 22 novembre. Fino ad allora, si continua così: e il presente, oggi, non lascia sereno nessuno. Nemmeno Garcia.
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