La finale di Coppa Campioni col Liverpool. Coppe Italia e Supercoppe perse con l’Inter. Il 7-1 di Manchester. Lo Scudetto di Ranieri. Il 26 maggio. E da stasera, 21 ottobre 2014, l’1-7 contro il Bayern Monaco. Ed è una sconfitta che se non è paragonabile per importanza alle altre (il pareggio tra Cska e City tiene la Roma tranquillamente al secondo posto del girone), è una disfatta che fa male al cuore dei tifosi perché arriva inaspettata nel modo in cui giunge. Un annientamento totale da una squadra fortissima che riporta con i piedi per terra tutti. Dai dirigenti ai giocatori passando per Garcia. Che si è sbilanciato, ha avuto fin troppa fiducia dei propri calciatori esponendoli ad una magra figura a livello europeo. Perché nei libri rimane scritto 1-7 e non che la Roma aveva tutte le carte in regola per tenere testa, almeno per trequarti di gara, alla corazzata Bayern Monaco, una società in grado di centrare quattro semifinali consecutive in Champions League.
Guardiola ha massacrato Garcia ed è il caso di dirlo perché il francese, volendo rimanere fedele a sé stesso e alla sua filosofia di gioco, ha provato a battere il catalano su un piano impraticabile: il palleggio. Non si è preoccupato troppo di tenere a bada Robben, lasciato in uno-contro-uno costante con un Cole più che spremuto già al terzo mese dell’annata. Non ha pensato alla “fase di non possesso” in cui le capacità di Iturbe, Pjanic, Totti e Gervinho vengono fisiologicamente meno. Non ha considerato che anche provando a frenare Xabi Alonso, il Bayern ha altri cinque giocatori in grado di costruire il gioco. Una volta recuperato il pallone, col pressing ossessivo dei cinque giocatori tedeschi presenti nella metà campo romanista, la soluzione “palla a Gervinho o Iturbe” non sarebbe stata disprezzabile. Totti è stato inghiottito dallo schermo di Xabi Alonso e dagli anticipi di Boateng.
Gli errori dei singoli poi hanno fatto il resto, sarebbe fin troppo lungo e tedioso elencarli. Contro la Sampdoria bisognerà voltare totalmente pagina, azzerare questa amara e maledetta serata facendo sempre grande attenzione all’avversario. Sarà vietato sbagliare.
Daniele Luciani
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