Vincere senza sprecare troppe energie. Questo era il chiaro imperativo di Rudi Garcia per la Roma contro il Chievo. Detto, fatto. Con le capacità tecniche ancor prima della rabbia per nulla scalfita dai tredici giorni di sosta forzata. Un’amichevole con i tre punti in palio per i giallorossi, capaci di impallinare Bardi tre volte nei primi trenta minuti. Con un Francesco Totti a dir poco sontuoso, in grado di gestire a piacimento suo e dei suoi compagni ogni fase del gioco. Il cronometro dell’arbitro Calvarese non tocca neanche il primo minuto e il capitano ha già in mano Roma-Chievo Verona. Prima verticalizzazione di Astori, Totti sguscia dalla marcatura elefantiaca di Radovanovic e col collo del destro aggancia in maniera sublime. Uno sguardo fulmineo, il taglio di Ljajic sul secondo palo viene visto e servito di sinistro. Il serbo al volo prova a servire Destro ma Dainelli anticipa e allontana. E’ il segnale inequivocabile di un dominio tecnico-tattico che si protrarrà per i successivi novanta minuti.
TRIS IN REGIA – Nonostante i pochi sprazzi di allenamento fatti col gruppo, Garcia sceglie De Rossi play basso davanti alla difesa. Davanti il tridente “più centrale” possibile: Totti, Destro e Ljajic. Capitano, Capitan Futuro e Pjanic si dividono i compiti di regia, difensiva e offensiva. Coadiuvati dalla corsa interminabile di Radja Nainggolan. In difesa, contro l’insidiosa coppia Paloschi-Maxi Lopez, scelte obbligate data la squalifica di Manolas. Corini da par suo sceglie una squadra aggressiva sul campo ma pronta a chiudersi: dietro alle due punte, Cofie e Hetemaj sono i mastini da pressing con Radovanovic schermo della difesa a 5.
SUPERIORITA’ SCHIACCIANTE – In tre minuti Maicon e Ljajic (largo a destra nel tridente) sfondano tre volte contro Biraghi: Dainelli contiene il traversone ma sul successivo pallone tagliato da Pjanic, Destro si avvita alla perfezione e batte Bardi sul palo opposto. Uno a zero. Gara in congelatore per la squadra di Garcia non tanto per il gol di vantaggio quanto per la capacità di gestire il ritmo del gioco. I giallorossi decidono sempre a loro piacimento quando accelerare o rallentare, nonostante il Chievo alzi la linea del pressing fin dal rilancio dal fondo di De Sanctis. Pjanic e Nainggolan fanno girare la testa a Hetemaj e Cofie, sempre aiutati in palleggio da Totti. Al 14′ il capitano decide che è ora del raddoppio: palla tra i piedi sulla propria trequarti, doppio dribbling agli avversari e lancio da quarterback sulla corsa di Ljajic. Zukanovic è…Zukanovic e Ljajic, spostandosi il pallone sul destro, scaglia un siluro che non lascia a Bardi neanche il tempo di provare la parata. Due a zero.
RIGORE? NO, GRAZIE – Dopo lo scempio subito a Torino contro la Juventus, il rigore a favore della Roma oggi non era difficile da prevedere. Calvarese, vittima designata da Messina, non si esime al 32′: i difensori del Chievo mostrano il loro affetto a De Rossi, unico romanista in area di rigore veronese su calcio d’angolo. Rigore. L’Olimpico fischia fragorosamente, sottolineando che ai tifosi della Roma così non piace vincere. Totti coglie al volo l’occasione e con una botta di collo esterno destro trafigge Bardi. 237 in A, 292 totali, 3-0. Per sempre grazie.
DIFESA D’ACCIAIO- La giornata di relax per Morgan De Sanctis è dovuta alla perfetta protezione offertagli da Yanga Mbiwa e Astori, coppia centrale all’esordio in campionato dopo i pochi minuti disputati in Champions col Cska. Il francese e l’italiano non lasciano neanche le briciole a Maxi Lopez e Paloschi, più volte anche dribblati con finte rischiose. Alla fine sono addirittura 30 i palloni recuperati da Astori. Con un possesso palla mortifero (66 %) e una quantità di passaggi impressionante (817 palloni giocati contro i 380 del Chievo), i giallorossi dominano un Chievo poco più che imbarazzante. Attraverso i cambi, Garcia gestisce Totti (fuori dopo un’ora) e Pjanic (67 minuti), lasciando anche qualche minuto per l’esordio in A di Ucan. Energie fondamentali da spendere martedì, quando all’Olimpico arriverà il Bayern, oggi formato tennistico (6-0) col Werder Brema.
A cura di Daniele Luciani
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