Giovanni Malagò torna a parlare di Tavecchio dopo la squalifica inflitta al presidente della FIGC per le note dichiarazioni razziste durante la campagna elettorale: “La vicenda Tavecchio? Chi stava nell’ambiente sapeva perfettamente cosa sarebbe successo. Ho letto varie dichiarazioni e mi sento di condividere chi dice: ‘tutti sapevano tuttò, e questi ‘tuttì sono quelli che sono andati al voto e che, malgrado sapessero che questo sarebbe successo, hanno ritenuto che era giusto votare per Tavecchio. La domanda va girata a queste persone. L’elezione è stata assolutamente democratica, evidentemente non hanno ritenuto che il fatto potesse essere penalizzante per il proseguio dell’attività di Tavecchio. Io come presidente del Coni di questa cosa, può piacere o meno, ne devo solo prendere atto perché il Coni può intervenire se una elezione non è stata regolare, se ci sono delle gestioni non fatte bene, per problemi di natura finanziaria, se non funziona la giustizia sportiva, per tutto il resto dobbiamo prenderne atto senza essere falsi. La decisione dell’Uefa non penso possa indebolire il calcio italiano, c’è un problema di immagine ma si tratta di un prezzo che nel mondo del calcio tutti sapevano perfettamente. Questa situazione è la conclusione della famosa frase, adesso quello che conta è fare bene e proseguire in quel percorso che è stato annunciato”.
Sulle parole di Pallotta dopo Juve-Roma si esprime così: “Ho letto le dichiarazioni di Pallotta, applausi sotto tutti i punti di vista. È stata una lezione di stile, magari qualcuno si aspettava che reagisse in un altro modo. Le polemiche? È l’Italia. Però come sapete io da sempre dico che siamo un Paese con una scarsissima cultura sportiva, non essendoci questa base tutti si sentono legittimati a pensare male, a sospettare, a pensare a congiurare e comportamenti scorretti, e questo è il risultato. Magari in un Paese molto evoluto come l’Inghilterra non ci sarebbe stato questo tipo di situazione ma forse sono abituati in un modo diverso”.
Fonte: Adnkronos