Alla vigilia del suo trentanovesimo compleanno, il capitano giallorosso Francesco Totti è intervenuto ai microfoni del canale ufficiale del club nel corso della trasmissione Slideshow, nella quale ha commentato alcune sue fotografie significative della sua carriera.
Dopo le prime immagini della sua infanzia, ecco il primo derby con le giovanili. “Il primo derby, dietro di me vedo Alessandro (Nesta, ndr), un grande amico.Già si vedeva che noi due potevamo diventare capitani di Roma e Lazio. Abbiamo avuto sempre un grandissimo rapporto, ci frequentavamo spesso durante le nazionali giovanili e tuttora lo sento come un grande amico” Poi gli viene mostrata un’immagine di Giuseppe Giannini. “Il Principe, il mio idolo e modello quando ero piccolo, ho sempre seguito le sue ore. Anche se avevamo ruoli differenti, lo identificavo come il capitano. L’ho conosciuto, fortunatamente, ci ho giocato insieme e mi ha insegnato tantissime cose. Sono riuscito fortunatamente a fare quello che ha fatto lui, diventare capitano e prendere la maglia numero 10″
Poi Totti ricorda così il primo gol in Serie A contro il Foggia, il 4 settembre 1993. “Sarebbe banale parlarne bene, Ricordo il giorno prima quando il mister mi disse di giocare al posto di Balbo. Rimasi incredulo, non mi sarei aspettato di esordire alla prima giornata. Fare gol davanti al nostro pubblico è stata un’emozione unica”.
“Un grazie ai miei genitori, mi hanno sempre seguito e dato tante cose. Fortunatamente, anche se ora ho una famiglia, loro sono sempre presenti – prosegue Totti – Mazzone? Per me è stato un secondo padre, ho avuto la fortuna di trovarlo nel momento giusto nella mia carriera. Mi ha cresciuto in campo e soprattutto fuori. Conosceva l’ambiente di Roma ed è riuscito a gestirmi, da grande persona qual è. Lo ringrazierò tutta la vita perché mi ha fatto crescere tantissimo”.
“Trovare le parole giuste non è facile, i tifosi ti trasmettono tanto – continua Totti, stavolta presentando una foto della Curva Sud – Sono stato lì e so cosa provano i tifosi. Essere tifosi della Roma è un’orgoglio a 360 gradi, è un orgoglio che altri tifosi non ti danno. Posso ringraziarli e dire loro che sono grandi”. E il Capitano ricurda il suo gol con il Parma nel 2001, nel 3-1 che assegnò alla Roma il terzo scudetto: “Un giorno che difficilmente dimenticherò, fare gol sotto la Curva e vincere ciò che ho sempre sognato è una gioia indescrivibile. Spero che questa scena possa ripetersi prima che riuscirò a smettere”.
Sul murales al Rione Monti che lo ritrae Totti commenta: “Mi gratifica, vuol dire che ho dato tanto a questa squadra e i tifosi mi identificano con questo. Girare per la città e vedere la tua immagine fa un certo effetto. Ogni tanto devo spiegare ai miei figli perchè mi vedono sui muri, ma adesso si sono abituati. Sono fiero di essere romano”.
“Sono momenti difficili da dimenticare, anche se si ripetono e stesse frasi sono gioie che ogni tanto fa piacere ricordarli”, dice Totti a proposito del suo “cucchiaio” alla Lazio nel derby vinto per 5-1 nel 2002. Poi il capitano ha parlato anche della morte di Gabriele Sandri e di quando andò sotto il suo ritratto esposto in Curva Nord. “Questo penso sia stato un gesto venuto dal cuore. Un tifoso ucciso per una partita di calcio, di qualsiasi squadra sia, è una cosa vergognosa, non dovrebbe mai succedere. Il calcio è divertimento. Ho avuto la fortuna di conoscere il fratello e la famiglia di Gabriele Sandri, sono belle persone, il tifo va messo da parte. Sinceramente ho avuto l’istinto di andare anche al funerale e questo mi ha gratificato, mi sono sentito di fare un gesto che va oltre il tifo”.
L’incontro con Papa Francesco “è stato un giorno indimenticabile – prosegue il numero 10 giallorosso – che trasmette emozioni uniche. Sono felice di poter conoscere persone così importanti”. Inevitabile poi un riferimento alla famiglia. Il matrimonio con Ilary Blasi: “Uno dei giorni più belli della mia vita. Ho conosciuto una ragazza che mi fa stare bene, una ragazza bella dentro e fuori. Ha anche dei difetti, come tutti, ma grazie a lei riesco a fare sul campo quello che voglio: divertirmi e giocare bene. Lei mi ha dato tutto, mi ha dato due gioielli, sperando di darmene anche altri. Come lei vorrebbe, poi”. E i figli Cristian e Chanel: “Sono la mia vita. Faccio qualunque cosa con loro. Quello che ti danno loro non te lo da nessuno. Essere padre di due figli che ti amano… non c’è cosa più bella”.
Gli viene mostrata la sua esultanza al superamento del record di 107 segnati con la maglia della Roma, superando il primato di Roberto Pruzzo. “Da una parte mi è dispiaciuto, ma dall’altra sono contento, oltre allo scudetto ho realizzato tanti altri traguardi personali. Superare Pruzzo era importante, ma non c’avevo mai pensato finchè non gli ero vicino”
Poi una rassegna dei gol più significativi del capitnao. Si inizia con il celebre “cucchiaio” all’Inter. “Ancora non ho capito se è il primo o il secondo gol più bello della mia carriera. Un gol in cui c’è tutto: classe, tecnica, astuzia, forza. Penso possa bastare… Un gol stratosferico, difficile da vedere”. Poi la rete al Real Madrid in Champions League: “Il Real Madrid è sempre stata la mia seconda squadra, segnare in campi così importanti ti trasmette sensazioni incredibili. Averlo fatto con la Roma, in Champions, vincendo anche con il mio gol è il sogno di tutti i giocatori”. Un altro gol importante è stato quello allo Shakhtar Donetsk in Champions nel 2006, “il mio primo di sinistro dopo l’infortunio – prosegue Totti – Feci un gran gol sotto la Sud e da quella partita ho pensato che il ginocchio sinistro andava ancora bene. Anzi, me l’avevano sistemato ancora meglio (ride, ndr)”. Non poteva mancare il rigore con l’Olanda nella semifinale di Euro 2000. “Rivedendolo ancora non riesco a capire se ero matto o meno. Quasi nessuno avrebbe fatto un gesto simile, un cucchiaio nei rigori decisivi per la finale. Me la sentivo di fare e lo avevo detto durante gli allenamenti a Maldini, Di Biagio, Nesta e gli altri. Gli ho detto che se fossimo andati ai rigori lo avrei tirato così. Nessuno ci credeva. Mentre andavo sul dischetto, pensavo che non potevo trovarmi indietro. Davanti a Van der Saar, che è alto 2 metri, e quel muro arancione dietro di lui ho avuto paura, ma l’istintività e il coraggio hanno avuto la meglio e alla fine è andata bene”. Un altro rigore, quello agli ottavi con l’Australia dei Mondiali 2008. “Se non avessi segnato non saremmo sicuramente passati. Eravamo in 10, stanchi, con i supplementari sarebbe stata un’altra partita. Fortunatamente ho avuto il coraggio, la freddezza e la voglia di tirare. Avevo tanta rabbia in corpo, venivo da un brutto infortunio e non sapevo se avrei partecipato al Mondiale. Invece sono arrivato nei 23 con determinazione e voglia e sono riuscito a diventare un giocatore importante per il gruppo. Il Mondiale è la cosa più importante che ho vinto. Diventare campione del Mondo non è semplice ed è il sogno di tutti. Tuttora quando vai in giro e ti chiamano “Campione del Mondo”, gonfi un po’ il petto. E poi per gli italiani è una soddisfazione bellissima”
Su Daniele De Rossi. “E’ un amico, ho condiviso con lui momenti belli e soprattutto brutti. E’ cresciuto qui e ora sono fiero che sarà lui il futuro capitano. Tra un po’ lo diventerà sicuramente ma è già un capitano, anche senza indossare la fascia”. Quando gli viene mostrato un fermo immagine del film “Il Gladiatore”, Totti risponde ironico: “Sembra Mattia Destro… (in riferimento all’attore Russel Crowe, ndr)…”. Poi continua: “Il gladiatore è il simbolo di noi romani, ti trasmette la tenacia e la cattiveria per affrontare ogni avversario”.
Totti parla poi di Buffon, “uno dei pochi amici che ho nel calcio, uno dei portieri più forti del mondo. Speravo di giocare con lui anche nella Roma un giorna, c’è mancato poco. Adesso è un avversario ma è sempre stimato”. E poi di Antonio Cassano, “un matto, ma il giocatore con cui mi sono trovato meglio, con i piedi parliamo la stessa lingua, faceva giocate che nessuno si aspettava. Abbiamo condiviso tante cose belle, diciamo che quando è venuto a Roma l’ho trattato come un fratello. Un piccolo problema ci ha allontanato, ancora non so il motivo preciso, ma sono cose che purtroppo fanno parte della vita. Quando lo incontro lo saluto sempre, ogni tanto ci scambiamo qualche messaggio. Per me ha fatto anche meno delle sue potenzialità, tecnicamente è tra i più forti al mondo. Soltanto che la ‘capoccia’ che ha lo ha condizionato. Sono contento di averlo conosciuto e di averci giocato insieme”. Poi Totti commenta un’istantanea che lo ritrae abbracciato a Diego Armando Maradona: “E’ il calcio, quello che ha fatto lui non lo potrà mai fare nessuno. Tutto ciò che c’era da fare lo ha fatto lui. Abbracciare il giocatore più forte della storia del calcio è stato bellissimo”.
Altra foto, che lo ritrae con la Scarpa d’Oro e al fianco dell’ex presidente Franco Sensi. “La Scarpa d’Oro è stata anche merito dei miei compagni, che mi hanno fatto segnare, non me la sarei mai aspettata ma in quegli anni ero al top e mi riusciva tutto. Il presidente Sensi è stato una figura troppo importante per me, mi ha dato il cuore e l’anima. E’ stato lui a fermare tutto, a farmi rimanere per sempre a Roma. Quando ero giovane, con Carlos Bianchi, ci fu un momento in cui il mister non mi voleva, mi reputava un giocatore normale. A dicembre andò dalla dirigenza e disse: “O Totti o me”. Lui aveva in mente di portare a Roma Litmanen. Dopo il torneo con Borussa Moenchengladbach e Ajax, con lo stesso Litmanen, gli disse: “Io scelgo Totti”. Fortunatamente non sono più andato via. Da li a un mese potevo andare in prestito alla Sampdoria, era tutto fatto. Sicuramente non sarei mai tornato a Roma e non avrei potuto fare ciò che ho fatto. Sensi per me è stato un padre, anche Rosella è stata come una sorella maggiore. Fortunatamente ho avuto la possibilità di dimostrare le mie qualità con la maglia che volevo”.
“Montella? Diventerà uno tra i più grandi allenatori in Europa. Ho condiviso con lui lo scudetto, un giocatore rapido e istintivo, da allenatore è capace e competente, ha fatto grandi cose da quando ha iniziato. Garcia? E’ un grande. Non perchè è il mio attuale allenatore e deve farmi giocare (ride, ndr). Adattarsi al calcio italiano non è semplice per uno straniero, per lui è stato l’opposto. E’ riuscito a fare una grande squadra e un grande gruppo, a ricompattare un gruppo che si era sfaldato dopo 2 anni di brutte cose. Non lo conoscevo prima che venisse qui, ora posso dire di aver conosciuto una grande persona. Una persona vera, che fa sentire tutti importanti e ti fa stare bene, così dai il 101% in campo. Speriamo di condividere cose importanti insieme”.
“Pallotta è un personaggio grandioso, è giovane dentro, un tuttofare. Perché segue tutto, si interessa, ci piace come si comporta nei nostri confronti. E’ disponibile, sicuramente farà grande la Roma. Se un giorno ci darà la gioia di avere un nostro stadio sarà una cosa più grande, ma sarà lo stesso anche se non ci dovesse riuscire. Solo a vedere il progetto fa venire i brividi, giocare nel nuovo stadio sarebbe il massimo. Spero di poterci riuscire, aspettiamo con ansia ma l’importante è che si faccia”.
Fonte: roma tv
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