La Roma vince a Parma 2-1 con la magia straordinaria di Pjanic a due minuti dalla fine di una partita dominata in lungo e in largo in Emilia con la quinta difesa diversa schierata in cinque partite. Neanche due mesi fa, Manolas e Holebas erano in Grecia, Yanga-Mbiwa in Inghilterra. Ieri hanno giocato per la prima volta insieme. Nell’emergenza infortuni e con le esigenze di turnover, Garcia cambia ancora con cinque undicesimi diversi rispetto alla vittoria sul Cagliari e schierando il massimo livello tecnico possibile: Pjanic, Totti e Ljajic. Sulle fasce Holebas parte col piede sull’acceleratore nel suo esordio in A, tre-quarti di difesa greca che va in difficoltà solo nelle rare occasioni in cui Cassano riesce ad abbassarsi verso i propri centrocampisti.
SUPREMAZIA TOTALE- Con la difesa più battuta del campionato, Donadoni non offre il fianco alla Roma ma decide di aspettarla puntando tutto su Cassano. 4-1-4-1 con Lodi a schermare i movimenti di Totti, Acquah impegnato in un duello rusticano con Nainggolan e il giovane Mauri a uomo su Pjanic. Linee strettissime e costante raddoppio di marcatura su Gervinho. Due minuti e Holebas recapita a centro-area un cross di non facile lettura, bravo Mirante in uscita ad anticipare Gervinho. Con il Parma tutto solo la linea della palla, la Roma non perde mai la pazienza, non tenta mai la giocata impossibile. Possesso palla a massimo tre tocchi, orizzontale e verticale che porta la difesa del Parma a muoversi costantemente e, prima o poi, a commettere un errore. Inesorabile, eccolo al 26′: un’azione apparentemente innocua, Nainggolan va in verticale per Totti. Felipe esce in ritardo, Pedro Mendes non stringe dall’esterno e lascia Lucarelli a metà tra Gervinho e Ljajic. Un piatto d’argento per il capitano romanista che può lanciare indifferentemente uno dei due compagni: fin troppo facile per Totti il tocco per Ljajic che infilza Mirante.
IL MINUTO QUASI PERFETTO – Minuto 35:35 del primo tempo, Keita raccoglie una respinta da angolo del Parma ed innesca un giro completo di orologio in cui la Roma nasconde il pallone agli avversari. Ventuno tocchi ventuno, azione spostata da destra a sinistra e ritorno. L’ultima rifinitura arriva quando l’orologio tocca i 36:33 e spetta ancora a Totti che dalla trequarti sa già che Gervinho arriverà da solo davanti a Mirante. Col compasso e contagiri automatici, il pallone arriva perfetto per l’ivoriano che buca l’aggancio e grazia Mirante. 36:35. Un minuto che sintetizza il dominio assoluto della Roma.
I NUMERI DELLA SUPERIORITA’- Manolas e Yanga Mbiwa non lasciano nulla al Parma nei rari momenti in cui la squadra di Donadoni non subisce il palleggio della Roma. Alla fine il possesso palla dirà 63% per i giallorossi e i numeri sottolineano il controllo del centrocampo romanista: 769 palloni giocati col 75,7% di passaggi riusciti. Keita dice 105, Pjanic segue a 101. Staccano Nainggolan (75 passaggi ok), più dedito a catturare ogni palloni che circoli nella metà campo giallorossa. Un distacco assoluto dal quarto dei 28 giocatori schierati, Holebas con 48 passaggi.
TOROSIDIS RIMANE NEGLI SPOGLIATOI – Dopo un’occasione sprecata da Gervinho, il Parma giunge al pareggio nei dieci minuti di blackout di Torosidis: il greco prima prende il giallo per un’entrata dura, poi lascia spazio a Cassano per il tiro che De Sanctis devia in angolo e infine perde il duello aereo con De Ceglie. Parità. Garcia vuole più spinta, personalità e freschezza: dentro Maicon con Florenzi davanti. Donadoni risponde con la difesa a 5, con Costa al posto dell’autore del pareggio.
DENTRO DESTRO E ARRIVA IL GOL – L’assalto della Roma continua senza mai tralasciare la lucidità: Totti perde brillantezza e Garcia sceglie Destro per gli ultimi dieci minuti. E il centravanti lascia il segno: al 43′ Felipe cerca di anticiparlo al limite, il 22 giallorosso protegge bene il pallone e incassa il calcione dell’avversario. La punizione di Pjanic è sublime, lascia Mirante senza possibilità di muoversi e i tifosi della Roma senza voce. Un canestro da tre degno del miglior Michael Jordan. Quasi sulla sirena. Per una vittoria che vale qualcosa in più dei tre punti che permettono ai giallorossi di non mollare la Juventus.
A cura di Daniele Luciani
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