Sulla fascia destra dello stadio Olimpico ha macinato chilometri e chilometri. Roba da Frecciarossa. Per sei stagioni in giallorosso è stato agli ordini di Spalletti, Ranieri, Montella e Andreazzoli. Un professionista vero prima ancora che un terzino d’esperienza: Marco Cassetti, che dopo due anni in Inghilterra con il Watford ha deciso di tornare in Italia. E aspetta la chiamata giusta per rimettersi in pista. “Mi sto allenando ancora con la Primavera e a volte anche con la prima squadra della Roma. Ho lasciato il Watford per questioni legate alla vita privata: la mia famiglia era rimasta a Roma e dopo due anni lontano volevo trovare qualcosa che mi avvicinasse a casa”. L’esperienza inglese, però, rimane un passaggio importante della sua carriera: “Ho scoperto una cultura sportiva eccezionale. Ogni evento sportivo si vive in maniera completamente diversa. Il divertimento è messo al primo posto. Non si avverte minimamente la tensione come qui in Italia. Prima di ogni partita si ascolta musica a tutto volume negli spogliatoi. In campo, poi, tutti danno il 110% in ogni situazione e qualunque sia il risultato lo si accetta sempre con la consapevolezza di aver fatto il massimo”.
Dalla Roma di Menez e Cassetti a quella di Garcia: “ L’anno scorso ha stupito tutti. Adesso è partita bene. Roma è una piazza che chiede tanto e allo stesso tempo ti dà tanto. Questo potrebbe essere l’unico problema: l’anno scorso non c’erano aspettative, quest’anno, invece, vincere è un obiettivo quasi categorico”. E poi c’è anche la Champions… “ Sicuramente toglie energie anche a livello mentale, ma la società ha operato sul mercato in maniera tale da offrire tante soluzioni e alternative a Garcia. Sono convinto che la Roma possa fare bene sia in campionato che in coppa”. A partire da domani: “Il sorteggio non è stato ottimo. Il girone è difficile, ma giocare la prima in casa contro il Cska, che è la più abbordabile tra le avversarie, può esser un vantaggio. Vincere può essere importante dal punto di vista mentale”.
In queste settimane Cassetti vive l’aria di Trigoria allenandosi con la Primavera e durante la pausa per le nazionali si è aggregato anche alla prima squadra: “Sono rimasto colpito da Iturbe. Un grande giocatore, nonostante sia ancora giovane. Si è ambientato benissimo in un gruppo dove c’è compattezza e tanta voglia di fare bene”. Ma la vera forza pare essere sempre il numero 10: “Totti è Totti. Un fenomeno anche nella salvaguardia del suo fisico. Ha giocate che altri non riescono neanche pensare. Lui le vede prima ancora che gli arrivi il pallone tra i piedi. Anche se hai 37 anni non hai problemi se arrivi prima con la testa alla giocata. Francesco è sempre la punta di diamante della Roma e con lui il gruppo è inossidabile”.
Fonte: Gianlucadimarzio.com
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