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IL MESSAGGERO Sabatini: “Roma costruita per lo scudetto”

Sabatini

 (M. Ferretti) – Al netto di frasi iperboliche, aggettivi roboanti e continue confessioni di «inquietudine permanente», Walter Sabatini, il ds della Roma, spende cinquanta minuti senza sigaretta tra le labbra («Non ci rinuncerei neppure per lo scudetto») per raccontare la sua verità sul mercato appena concluso e sul futuro della squadra. Ne viene fuori un ritratto a tinte chiare, con la Roma ferma ma in costante movimento e proiettata, a giudizio del suo responsabile sportivo, verso traguardi importanti. «Alla fine della campagna acquisti non sono mai totalmente sereno, ma Garcia è contento: siamo competitivi. Ora ci aspettiamo dalla squadra la forza, la voglia e la convinzione di essere grande. Giocheremo per vincere lo scudetto, dovremo farlo. A maggio dissi che una squadra che fa 85 punti e che tende a migliorare deve necessariamente pensare allo scudetto. Lo confermo: la Roma ha i requisiti per lottare per il titolo ma non trascuro che tutte le società si sono rinforzate, facendo scelte oculate».

IL PASSATO Caso Benatia. «Mehdi a gennaio ha ricevuto sollecitazioni esterne e si è presentato dicendo di avere offerte importanti e che sarebbe voluto rimanere alla Roma solo a certe condizioni, che se non si fossero concretizzate lo avrebbero fatto sentire offeso e deluso. Gli abbiamo detto che quei soldi la Roma non poteva e non voleva darglieli, ma che gli avremmo adeguato il contratto rispetto ai soldi persi nella scelta dell’anno prima. Gli abbiamo proposto un adeguamento consistente e abbiamo sperato di tenerlo con noi fino a maggio e oltre. A maggio dissi che il prezzo di Mehdi sarebbe stato di 61 milioni perché facevo riferimento al monolite Benatia; il prezzo che ho realizzato, 28+4 (il comunicato ufficiale della Roma parla di 26+4, ndr) e per cui posso essere contestato è relativo al simulacro di Benatia, che non aveva più forza, voglia e determinazione per essere il calciatore che abbiamo ammirato. Sissoko un menestrello? Sono stato anche generoso…». Capitolo Dodò, con una palese esagerazione dialettica. «È stato venduto perché ho avuto la convinzione che il ragazzo non avrebbe potuto crescere in questo ambiente che lo ha sempre bastonato. Magari ora prenderà anche qualche 7 in pagella, qui non è mai successo: qui prendeva 6 striminziti quando la squadra vinceva 6-0. È stato ceduto prevalentemente per salvargli la vita». Addirittura?

IL FUTURO Si parte dalle ricorrenti voci su Strootman. «Il nostro desiderio è quello di trattenere Kevin, che continua a essere un punto di forza anche da infortunato. Adesso è incedibile, ma bisogna contestualizzare e con questo non dico che è in vendita. Riceverà delle offerte, lo proteggeremo e lo difenderemo, ma non so quello che succederà. Per ora ce lo godiamo anche da infortunato: è la sua idea che ci dà la forza, ha determinato un cambio di strategie di gioco, ci ha aiutato molto e ha aiutato molto i compagni. Non pensiamo minimamente di cederlo, aspettiamo che torni ad avere una condizione accettabile, dobbiamo avere pazienza. Il suo valore? Non vale molto perché non è sul mercato». Sul francese Rabiot, poi. «E’ un giocatore eccezionale. Non possiamo non seguirlo, sarebbe una defaillance: ci piace moltissimo. È un calciatore che vorremmo e che tratteremo attraverso una linearità di comportamenti, non aspetteremo una soluzione di acquisizione a parametro zero (botta alla Juve…, ndr). Se avremo il privilegio e la voglia di portare un discorso per Rabiot lo faremo col Psg».

LA SQUADRA Si parte da Maicon. «Quando leggo che fa il furbetto per questioni economiche inorridisco: per venire qui ha lasciato tanti di quei soldi che difficilmente un professionista lascia. Gli dobbiamo rispetto, c’è una Roma con lui e una senza di lui. Ognuno di noi vive tre vite: quella pubblica, quella privata e quella segreta, lasciamogli fare due cosine come vuole lui a patto che lavori in allenamento. Sto parlando di un campione in attività, trattiamolo con la dignità che merita». Iturbe? «Fortissimo ma ancora non lo sa tanto…». Destro? «Ho avuto incontri di mercato riferiti a lui, ma in cuor mio non c’era idea di venderlo. La casella libera dell’extracomunitario? Il mercato ha consentito di tenere libera una piazza, che potrebbe essere decisiva per rinforzare la squadra qualora fosse necessario. Vivo di illusioni, oltre che di inquietudine». E la Champions con il Cska? «La Roma incontrerà subito la squadra più forte del girone. Al momento».

Emiliano Di Nardo

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