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CONFERENZA STAMPA Sabatini: “Maicon è un campione, Benatia non aveva più motivazioni. Mai pensato di vendere Destro, Strootman è incedibile” (FOTO)

Walter Sabatini

Alle 14:30, presso la sala stampa di Trigoria, il direttore sportivo della società giallorossa Walter Sabatini ha risposto alle domande dei gionalisti presenti. Queste le sue parole:

Il mercato si è chiuso, Strootman sarà il primo vero acquisto in corsa della Roma?

“Un grandissimo acquisto… E’ un calciatore straordinario, queste voci rispondono a desideri di altre società. Noi vogliamo trattenerlo, è un nostro punto di forza, la speranza di rivederlo in campo con le sue prerogative, è molto forte. Ha recitato un ruolo esemplare nella scorsa stagione”.

A che punto è nella testa di Sabatini la costruzione della squadra finale e a che punto siamo del percorso?

“Io la mia testa la cerco tutti i giorni, a volte non la trovo neanche, sono sempre dentro una dimensione di inquietudine, non sono mai totalmente sereno o soddisfatto. Certamente sono sicuro che questo è un gruppo competitivo, ma questo non tacita la mia inquietudine, la mia voglia di lavorare. E’ una prerogativa a cui non posso rinunciare. Non sono mai totalmente tranquillo, e questo mi dà la forza di cercare, ficcare il naso nelle vicende altrui”.

Quanto siete vicini a Rabiot?

“E’ un giocatore eccezionale, che ha bruciato le tappe. Non possiamo non seguirlo, sarebbe una defaillance, ci piace moltissimo. È un calciatore che vorremmo e tratteremo attraverso una linearità di comportamenti, non aspetteremo una soluzione di acquisizione a parametro zero. Non vogliamo fare queste cose per scelta strategica, ricorderete che avremmo potuto acquisire un ragazzo fortissimo come Sanabria, ma l’abbiamo preso in accordo col Barcellona. Se avremo il privilegio e la voglia di portare un discorso per Rabiot lo faremo col PSG. Ma credo che sarà difficile, la situazione contrattuale è nota. Cercheremo di fare questa cosa come va fatta tra società di grande prestigio, forse in questo momento il loro è leggermente superiore perché fanno investimenti massicci, vogliamo lavorare con tutte le grandi realtà d’Europa alla stessa maniera, perché siamo una grande società e da tale ci comportiamo”.

E’ stato venduto bene, benissimo Benatia, ma le chiedo: a lei personalmente in questa vicenda cos’ha dato fastidio?

“E’ stato esaustivo e tombale il presidente nel chiarire la situazione. Il Bayern attraverso il proprio uffico stampa ha chiesto di calmare le acque, potrei aggiungere tante cose e credo di doverlo fare. Benatia alcune cose ha cercato di farle bene, poi è scivolato succesivamente. I presupposti sono stati buoni. Quando l’ho cercato nel maggio dell’estate scorsa aveva un’offerta di una squadra italiana maggiore della nostra, ma ha scelto l’offerta ben più bassa della Roma. A gennaio ha avuto sollecitazioni esterne, voleva rimanere alla Roma ma a determinate condizioni. Qualora non si fossero verificate avremmo dovuto riparlarne. La mia risposta non poteva essere positiva: la Roma questi soldi non te li può né vuole dare, ma ti adeguiamo il contratto. Gli abbiamo offerto un contratto in esubero rispetto all’offeta del giugno precedente, Il ragazzo in prima batuta è stato eccezionale, è stato un grandissimo giocatore per la Roma. Quando a gennaio sono cambiate le acque,volevamo tenerlo fino a maggio. Avevo detto che il prezzo di Benatia sarebbe stato di 61 milioni perché aveva fatto cose eccezionali. Il prezzo che poi è stato realizzato è stato più basso, ma a 28 + 4 abbiamo venduto il simulacro di Benatia. Con questo concludo”.

Strootman è incedibile?

“Certo, oggi lo è, ma nel calcio bisogna contestualizzare tutto. Certamente il giocatore riceverà delle offerte, noi lo proteggeremo e lo vorremo con noi per sempre, anche se non so quello che succederà. Ora ce lo godiamo anche da infortunato. Lui è venuto a Roma, determinando un cambio di strategie di gioco aiutando molto i compagni. Non abbiamo pensato minimamente di cederlo, ora dovremmo avere pazienza perché non tornerà ad essere immediatamente lui sul campo”.

E’ tornato Maicon, come sta? Il caos brasiliano è alle spalle?

“Sono costretto a fare un preambolo: Maicon per venire alla Roma ha rifiutato una cifra sigificativa che ha lasciato per strada, accettando un’offerta modesta. Quando leggo che lui fa il furbetto non resisto, perché per venire a Roma ha lasciato tanti di quei soldi che è difficile immaginarlo. Lui è stato un campione ma continua ad esserlo. Lui, a parte qualche eccesso del suo modo di essere che noi possiamo tollerare, va lasciato in tranquillità, perché allena, soffre e gioca col gruppo. L’anno scorso ha giocato 28 partite d’altissimo livello, è andato in campo giocando anche in condizioni disastrose dal punto di vista fisico. Sto parlando di un campione che va trattato con la dignità che merita, e che ora sta bene”.

Congratulazioni per la campagna acquisti. C’è stato qualcosa che si voleva fare ma che poi non è stato fatto?

“Sono arrivato su molte cose, su una quota sufficiente, ma alla fine della campagna da sempre non sono mai totalmente sereno. Sempre dopo dico: se avessi fatto quello… Ma sono contento del gruppo, lo è Garcia, siamo competitivi. L’abbiamo detto in sede di presentazione, avrei voluto raddoppiare giocatori in ogni ruolo, siamo riusciti a farlo. Ora ci aspettiamo dalla squadra la forza, la voglia di essere un grande gruppo. Quando c’è stata un’oscillazione verso il basso in partite amichevoli abbiamo avuto dubbi, ma col match contro la Fiorentina abbiamo ritrovato certezze. Andiamo avanti con grande fiducia”.

Ha venduto alcuni giocatori come Lamela e Dodò per richiesta della società o per quale altro motivo?

“Quando finisce una campagna acquisti, il saldo emotivo per me è sempre molto negativo, in ogni caso. Siamo costretti, sono costretto a fare delle scelte che mi addolorano, unitamente anche a situazioni che il calcio propone, si creano situazioni di notevole sofferenza. Sono due calciatori fortissimi, ci metto anche Marquinhos, ma sono state scelte obbligate, ma ogni caso è un caso a sé. Dodô è stato venduto, ma non mi aggredite, perché ho avuto la convinzione che il ragazzo non avrebbe potuto crescere in questo ambiente che lo ha sempre bastonato. Non siete responsabili della cessione di Dodô, ma ho dovuto tenere conto anche di questo aspetto. Ho fatto una scelta molto impegnativa per me, ma credo di essere stato equo nei suoi confronti. Magari ora prenderà anche qualche 7 in pagella, qui non è mai successo, qui prendeva 6 striminziti quando la squadra vinceva 6-0. Forse succedeva perché ho imprudentemente detto che sarebbe stato un campione. È stato ceduto prevalentemente per salvargli la vita. Gli altri sono stati ceduti per motivazioni economiche e tecnico-tattiche”.

È sorpreso dalle polemiche su Lotito? Si riconosce nel fastidio espresso da De Rossi?

“Ovviamente mi inquieta un po’ parlare di Lotito, da romantico non posso dimenticare che è stato il mio presidente. Da lui pretenderei che non dica che qualcuno non può parlare perché dipendente, i dipendenti parlano a condizione che rispettino tutti. Quando parla De Rossi sarà meglio che tutti lo ascoltano, non dice cose banali e non è stato offensivo. Il suo presenzialismo? È anche divertente, lo fa in contrapposizione con i tifosi della Lazio, ha titolo per farlo”.

Nella conferenza di fine maggio lei parlò di una Roma in corsa per lo scudetto. Lo pensa ancora? Si è pentito d’aver definito menestrello Sissoko?

“Son stato pure troppo buono…(ride). Sul resto io dissi una cosa: una squadra che fa 85 punti e che tende a migliorare, devo necessariamente pensare allo scudetto. Credo che la squadra abbia tutti i requisiti per vincere lo scudetto, ma anche le altre squadre hanno fatto scelte oculate. L’Inter lo ha fatto, il Milan ha preso 3 giocatori di grande livello. La Fiorentina rimane in lizza e naturalmente il Napoli, che vive un momento di depressione ma rimane molto forte. Detto questo giocheremo per vincere lo Scudetto: dovremo farlo”.

A cosa rinuncia per lo Scudetto? Almeno un mese di astinenza dalle sigarette? Iturbe?

“No, questo no. Iturbe? come lo devo definire..un fenomeno. E’ fortissimo, ancora non lo sa tanto bene. Ha cercato di giocare un calcio ragionato. Piano piano troverà la sintesi di essere parte integrante di questa squadra. E’ un giocatore istintivo”.

Avete mai pensato di cedere Destro?

“Ho ascoltato tutto, anche come parametro. E’ vero, ho avuto incontri riferiti a Destro. In cuor mio, non c’è stata mai l’idea di venderlo. Come lo valuto io, lo vedo molto bene. Lo definisco un grande centravanti. Vive una situazione equivoca, perché altri centravanti lo stanno superando. Mi piace ascoltare una società che ha fatto una grande offerta e poi dirgli di no. In cuor mio, non avrei mai voluto venderlo”.

Chi non è riuscito a prendere giocatori come Iturbe, Astori e Manolas accusa la Roma di strapagare i giocatori o che arrivate a questi attraverso manovre particolari…

“La Roma non strapaga i giocatori. Paga i giocatori per ciò che sono. Ci sono 3 pezzi che fanno i movimenti dei giocatori. Prezzo da 0 a 4, da 4 a 12, e da 12 a 60 milioni. Io pago il giocatore per ciò che vale. Bastos ha fatto molto bene, non ha avuto lo spazio sufficiente per esprimersi. Gli altri si attivano per dire ‘la Roma è fuori mercato per come paga i giocatori’. La Roma paga per ciò che vale, noi non paghiamo tanto i giocatori, anzi..li paghiamo anche meno del giusto”.

Si è detto che non avrebbe lasciata libera la casella dell’extracomunitario. Scelta ponderata?

“Ho preferito fare questo tipo di scelta. Il mercato ha consentito di tenere libera una piazza, che potrebbe essere decisiva per rinforzare la squadra, qualora sia necessario. Vivo di illusioni, oltre che di inquietudine”.

Questa Roma è più forte della Juve?

“Garcia ha detto una cosa giusta: loro sono rimasti quelli dell’anno scorso. Non possiamo pensare che si siano indeboliti. Abbiamo fatto delle scelte che ci hanno permesso di abbassare il gap. Ora non ci sono 17 punti ma molti di meno, noi nella parte finale del campionato abbiamo lasciato qualcosina per via del Mondiale, ma il gap è diminuito”.

Benatia valeva 61, quanto vale Strootman? Che voto dà a sé stesso?

“Benatia valeva 60 milioni nel momento in cui avevo anticipato il prezzo, era il Benatia tenuto in piedi da un fuoco sacro. Il Benatia che abbiamo ceduto – ad un prezzo rilvante – era il simulacro di Benatia. Il calcio è fatto di situazioni contingenti. Nella mia testa, essendo io un po’ presuntuoso, pensavo di ripristinare la normalità. Dopo ho dovuto prendere atto di una disgregazione del monolite, e mi sono limitato a vendere un ottimo giocatore”.

Dopo il racconto su Benatia, come fa a parlare di giocatori incedibili?

“Perché nella testa della società non c’è l’idea di cedere il giocatore. Poi però ho evocato le coincidenze di mercato, e di fronte a una situazione imprevedibile dovremmo metterci a tavolino e parlarne. Il mercato non lo facciamo da soli”.

Che può fare la Roma in Champions?

“Intanto la Roma incontrerà la prossima settimana la squadra più forte del girone, nonché la meno celebrata. E’ una squadra fenomenale, una squadra che vince gli scudetti e annovera giocatori che vorrei, quindi io so di giocare contro la migliore squadra del girone in questo momento. E ci giocheremo tra qualche giorno, con la voglia di vincere e fare bella figura, attingendo alle risorse e alle qualità dei nostri giocatori. Io i miei calciatori li devo rispettare, non posso indicargli un obiettivo al ribasso. Sono forti e sanno di esserlo”.

Come si pone una società di fronte a giocatori che dopo un anno di buone prestazioni vogliono rinegoziare il contratto? È un fatto da arginare?

“Si pone con un’angoscia totale. Qualcuno di voi agisce dietro agli agenti, spesso trovo notizie di contratti che devono essere allungati, a volte capita di dire che domani è il turno di questo o quell’altro, ho letto di un accordo da rinegoziare con De Sanctis, con cui dobbiamo negoziare altri argomenti. Ogni tanto devo leggere rinnovi sul calendario. Voi agite in surroga. È un problema, ci sono sollecitazioni esterne, calciatori che hanno la pretesa e il diritto di voler rinegoziare i propri contratti. La questione Pjanic? È stata impegnativa, abbiamo voluto fare una rinegoziazione del contratto molto impegnativa che potrebbe aver generato qualche interrogativo. Non potevamo perderlo a 0, abbiamo dovuto accettare una legge di mercato, la Roma è quotata in borsa. Poi tutto si aggiusta, si lavora e si trova un equilibrio. I calciatori sono ragazzi molto intelligenti, un gruppo di lavoro straordinario. Ogni campagna acquisti porta allo stremo, non è il prendere, il dare e il vendere. Tutto questo porta ad assumere impegni, disattenderli. È stato faticoso, la premessa è stata devastante, come ad esempio la rinuncia a Taddei, straordinario ed esemplare professionista, c’era una fortissima spinta popolare e interna per la sua conferma. Pensate che disagio possa essere stato il mio nel comunicargli il non rinnovo. L’ho fatto perché dovevo farlo, per prendere un giocatore di pari età con maggiore esperienza internazionale. È un dolore persistente. Ogni campagna acquisti comporta un saldo emotivo quasi mai positivo, ci riduce spesso a una situazione di sofferenza. Colgo l’occasione per ringraziare Rodrigo, spero che lui dia inizio a un ciclo trionfale che riporti il Perugia in A”.

Fonte: Roma Tv

roberto rodio

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