Enzo Foschi, coordinatore della segreteria di Roma del Partito Democratico, è intervenuto ai microfoni dell’emittente radiofonica per parlare della situazione del progetto del futuro stadio della Roma. “La giunta domani riconoscerà la pubblica utilità dell’opera – ha dichiarato Foschi – Quella di ieri è stata una riunione tranquilla, molto serena, francamente sono molto sorpreso da alcuni articoli di giornale, in particolare da quelli del Corriere della Sera e del Messaggero, che hanno riportato un dibattito che francamente non c’è stato. Perché nessuno ha messo in discussione la possibilità di realizzare lo stadio, c’è stata una discussione di merito sulle opere che debbono servire alla fruibilità dello stadio e sul modo migliore per preparare una delibera che non possa essere attaccata da ricorsi. Chi sta facendo una campagna attraverso la carta stampata contro lo stadio sta utilizzando giornali di sua proprietà…”
Quindi quali sono i rilievi che avete fatto e che probabilmente confluiranno nella delibera di domani?
“Io penso che bisogna fare un punto di chiarezza. Bisognerebbe intanto ricordare che parliamo di 1 miliardo e 200 milioni messi a disposizione da un privato e che la realizzazione dello stadio sarà su un’area privata e che chiaramente dovranno messi in opera tutti i servizi necessari al raggiungimento dello stadio. Quindi il tema della viabilità. Noi chiaramente vorremmo dar maggior spazio alla viabilità pubblica, piuttosto che privata, pensare alla possibilità che dentro lo stadio ci si possa arrivare in treno, come in tante realtà europee. L’area di Tor di Valle è definita da alcuni agro romano, ma in realtà non è così. Chi abita a Roma sa che in quella zona c’era un ippodromo enorme con annesse scuderie. Un’area coerente da piano regolatore all’utilizzo sportivo”
Un tema che ha accesso il dibattito soprattutto in luglio è quello della compensazione. Ad un certo punto c’è stata una grande polemica da parte di diversi esponenti. Poi anche lei ha sottolineato come un giornale come il Messaggero stia facendo un’evidente campagna di ostruzionismo
“Abbastanza prevedibile, certo, però io penso che questa città si debba liberare dagli interessi particolari e, di fronte ad un investitore privato che viene e ti propone un investimento da un miliardo e due questi debba veder riconosciuta anche la situazione economica e occupazionale in questa città, debba avere la libertà o meno di decidere se un’opera si può fare o meno. A prescindere ovviamente dagli interessi di un imprenditore in particolare. Sinceramente lo troverei imbarazzante che ci si piegasse diciamo ad un’idea un po’ proprietaria della città”
Voi come PD, come giunta capitolina, potreste promettere che questo non avverrà?
“Per quanto mi riguarda, per quanto ci riguarda, anche da quello che emerso nel dibattito di ieri, questa cosa non esiste. Voi potete immaginare parliamo di un investimento che per circa due o tre anni darà lavoro a circa 2500 persone. Un investimento per riqualificare una parte di città caduta nel degrado. Perché 360 milioni di questo investimento saranno destinati alla realizzazione di opere pubbliche sia per lo stadio sia per riqualificare più specificatamente quella zona. Mettere in condizione una società come la Roma di essere più competitiva è una sorta di biglietto da visita che una città come Roma presenta al mondo. Così come succede per tante altre squadre importanti in altre città europee. Se dobbiamo fare un salto di qualità e magari rendere appetibile questa città per altri investitori stranieri – e Roma ha un maledetto bisogno di investitori – è necessario che opere come questa vengano trattate con una discussione di merito nell’interesse generale della città e nell’interesse anche della città”
Ci sono diversi piani, intanto il lato sportivo e dei tifosi. Poi c’è il rilancio di un quadrante della città. Terza la possibilità di dare ad altri investitori un modello di sviluppo
“Ed è lo spirito con la quale la legge sullo stadio è stata fatta. Prima lei parlava di compensazioni”
Esatto. A che punto è questa questione?
“Intanto bisogna partire da quello che dice la legge nazionale sugli stadi. La quale dice che l’imprenditore che fa l’investimento non è obbligato ad essere il proprietario della società di calcio. Dice che il fruitore dell’impianto che si realizza deve avere un accordo con l’imprenditore e avere un quadro economico autosufficiente. Chiaramente sulla base di questo scatta un meccanismo di compensazione. Lì si sono date delle cifre sulla stampa, assolutamente non veritiere”
È vera la storia, letta su diversi quotidiani, che voi proporrete una clausola rescissoria?
“Proporremo una clausola rescissoria perché è giusto, perché noi il riconoscimento di pubblica utilità lo diamo per valorizzare l’Associazione Sportiva Roma. Perché questo è lo spirito sulla quale è basata l’intera legge. Una garanzia per l’intera città. Questo è un dettaglio tecnico che sta studiando l’avvocatura comunale e che, forse farà parte già della delibera di domani, che poi farà parte del patto che verrà stipulato fra Roma e amministrazione comunale. Io vorrei chiarire che dopo che domani la giunta avrà dato il via libera potrà esserci il passaggio in consiglio comunale. Dopodiché si esprimerà la regione. Io auspico e spero che l’iter sia il più breve possibile. Perché i soldi che l’imprenditore sta investendo servono alla città”
Foschi è chiaro che la campagna fatta dal Messaggero sia strumentale. Però non è stata favorita anche da dichiarazioni provenienti da colleghi del suo stesso partito? Non c’è stata una spaccatura all’interno del suo partito?
“Non mi nascondo dietro ad un dito. Le interviste al Messaggero sono state rilasciate da colleghi. Francamente non capisco il motivo di questa partecipazione anche da parte di personaggi del mondo dello spettacolo. Però dopo la riunione di ieri c’è da star tranquilli, l’intenzione del partito è chiara”
Insomma il Pd è favorevole. Non ci saranno fuoristrada. Tempi?
“Io francamente trovo incredibile che arrivi un investitore straniero, che voi potete immaginare darà lavoro per due anni e, ci si diverta a spezzare il capello in quattro, per metterlo in condizione di dire ‘Io rinuncio’. Io lo trovo imbarazzante, non da romanista, ma da romano. Mi sento in imbarazzo perché penso che una grande opera come questa possa essere realizzata”
Credo che debbano tifare per lo stadio, paradossalmente, anche i tifosi della Lazio
“Ma io penso di sì. Se noi volessimo fare un salto di qualità e, volessimo costruire un calcio più competitivo e per la Roma e per la Lazio, è chiaro che questa vicenda potrebbe diventare un esempio. È evidente che c’è un imprenditore locale che sta conducendo una battaglia di ostruzionismo. È evidente che questa crociata non sia un bene per la politica capitolina. È evidente che se questa operazione non dovesse andare in porto, potrebbe scoraggiare eventuali investitori futuri”.
Fonte: Centro Suono Sport
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