(P. Boccacci) – Paletti, garanzie. Dal Pd romano riunito in assemblea nella sede di via delle Sette Chiese alla Garbatella arriva un “sì” allo stadio della Roma, per il quale domani dovrebbe passare in giunta il “via libera” all’attestato di pubblica utilità, ma “condizionato” alla soluzione di tutti i nodi. E c’è chi mette il dito nella piaga di quello della proprietà. Ovvero lo stadio sarà del patron Pallotta, che è anche proprietario della Roma, a cui affitterà l’impianto per 30 anni a due milioni di euro l’anno. Ma potrebbe sempre vendere la squadra e conservare il business dello stadio con annesse torri di uffici per un totale di 900 mila metri cubi. E allora c’è chi, come il coordinatore della segreteria del partito nel Lazio, Marco Di Stefano, avverte: «Lo spirito della legge sugli stadi era un altro. La mia proposta è quella di chiedere una modifica parlamentare alla legge con una clausola che dica che gli stadi devono essere di proprietà delle associazioni sportive, che sono patrimonio delle città. Altrimenti ci troveremmo i presidenti imprenditori».
Il parterre è pieno, dal segretario romano Cosentino al capogruppo D’Ausilio, al presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti, dall’assessore alla Roma Produttiva Marta Leonori a quello all’Ambiente Estella Marino. E poi la presidente del partito nel Lazio Lorenza Bonaccorsi, il presidente del municipio IX Andrea Santoro, il consigliere De Luca, il coordinatore della maggioranza Panecaldo, il coordinatore della segreteria romana, Enzo Foschi. Parla D’Ausilio: «Giovedì passerà la delibera sull’interesse pubblico. Questo abbraccio tra amministrazione e privati ha dato l’idea che l’opera fosse già fatta ma stiamo lavorando concretamente alla delibera per inserire le garanzie per rendere sostenibile l’intervento». Parla De Luca: «Il Comune non dice no. Ma se non è forte l’interesse pubblico vuol dire che c’è solo un interesse privato. E bisogna fare una gare per le opere pubbliche». Polemico Foschi, in particolare con le critiche di Morassut: «Consiglierei ai parlamentari di avere più fiducia nei consiglieri comunali, io ho fiducia nel lavoro fatto. Al progetto diciamo sì, abbiamo bisogno di investitori stranieri e di trovare risorse per sbloccare la città».
Alla fine Cosentino conclude: «Il nuovo stadio è una bella scommessa per Roma, non solo per la Roma. Una scommessa che si può vincere. Teniamo alla qualità del progetto, al trasporto su ferro, alle opere pubbliche previste, al nuovo parco pubblico e teniamo alla trasparenza delle procedure. È per questo che ci batteremo perché la delibera tenga conto di tutte le osservazioni ». Gli interventi pubblici previsti sono la nuova stazione della linea B della metro a Tor di Valle, il ponte stradale collegato al Gra, quello pedonale dalla stazione della ferrovia regionale Muratella alla zona dello stadio, il parco e il ricongiungimento della via del Mare alla via Ostiense nel tratto compreso tra Tor di Valle e la città.
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