(F. Bianchi) – Nella palude del calcio italiano, salvo (poche) eccezioni che poi vedremo, la Roma dà il buon esempio. Il nuovo stadio si farà (e con l’impianto di proprietà si ha quel valore aggiunto che mancava): il sindaco Ignazio Marino è andato sino a New York per incontrare James Pallotta. Con lui due archistar come Meis e Libeskind e il coe di Aeg. Segno che le cose sono state fatte seriamente (e ad alto livello). Entusiasmo comprensibile, quindi.
Ora Pallotta dice: “Sarà una zona di intrattenimento per milioni di persone“. Marino: “Entrerà nella storia“. Baldissoni: “Sarà un’opera meravigliosa“. Baldissoni è il direttore generale, punto di riferimento di Pallotta a Roma: l’avvocato, tifosissimo della Roma, sa quanto è dura sconfiggere la burocrazia in Italia. Ma non si è mai arreso e ora, toccando ferro, sembra proprio che non ci siamo più ostacoli. Pallotta spera di inaugurarlo con Totti nel 2016, Marino è più realista e parla del 2017 (Totti dovrà avere pazienza…). In Italia solo la Juventus, l’Udinese e il Sassuolo (a Reggio Emilia) per ora hanno lo stadio di proprietà. La Roma sta diventando un grande club europeo: campagna acquistI coi fiocchi (Iturbe, Astori, Cole), squadra già pronta per puntare dritta allo scudetto e se ti offrono davvero 30 milioni per Benatia devi lasciarlo andare via (solo così si costruiscono le grandi squadre…). Gli abbonati per ora sono già 26.000 ma aumenteranno. La Roma traccia la rotta: vero che la nuova legge sull’impiantistica piace poco alle grandi società ma lo stadio si può costruire lo stesso, trovando l’accordo col Comune. Il “Colosseo moderno” ospiterà, oltre al calcio, anche concerti ed eventi culturali. La zona di Tor di Quinto sarà rivalutata e trasformata.
Si sta muovendo anche il nuovo Cagliari con il presidente Tommaso Giulini e il suo vice Stefano Filucchi: il Sant’Elia lo scorso anno era una desolazione, ora ha già 12.000 posti, nel corso del campionato arriverà a 16.000 e nel giro di un paio d’anni il Cagliari vuole arrivare a 30.000, quanto basta in tempi di calcio-spezzatino. Altri club sono fermi ai progetti. Altri ai sogni. Chissà che adesso non si sveglino.
Fonte: repubblica.it
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