Mark Pannes, consigliere di amministrazione della Roma ed ex amministratore delegato del club giallorosso, ha rilasciato un’intervista al canale ufficiale del club giallorosso, durante la quale ha toccato il tema del nuovo stadio di proprietà. Queste le sue parole:
Qual è l’ultimo aggiornamento in merito al progetto Stadio della Roma?
“Gli ultimi aggiornamenti sono positivi. Da quando abbiamo presentato il progetto, lo scorso 26 marzo, abbiamo fatto dei progressi affinando il design, lavorando sul finanziamento del progetto e affrontando i temi legati alla sicurezza e agli aspetti commerciali. Nel complesso siamo molto soddisfatti”.
Quali sono gli aggiornamenti sul procedimento di approvazione da parte del Comune di Roma?
“Ci sono alcuni elementi da prendere in considerazione. Raramente un dossier di questa importanza viene automaticamente approvato. Ad oggi il dossier è stato presentato e siamo in dialogo costante con il Comune di Roma. Il sindaco Marino e il suo staff sono stati eccellenti e hanno collaborato con noi in modo molto professionale. Questo ci permette di lavorare a stretto contatto con la città di Roma individuando e affrontando i punti prioritari del progetto”.
Ci può presentare gli aspetti di pubblico interesse del progetto?
“I commenti sul pubblico interesse del progetto sono stati vari e si sono spesso concentrati solo sul club e sul nuovo stadio. La realtà è che noi abbiamo un’idea di interesse pubblico molto più ampia. Pensiamo ci sia una serie di fattori che rientrano nell’interesse pubblico e che debbano essere valorizzati. Un fattore molto importante, per esempio, è la creazione di occupazione. Stiamo parlando di un minimo di 3.000 posti di lavoro creati nel corso della costruzione e almeno altrettanti quando lo stadio sarà aperto. Se aggiungiamo poi le aree dedicate all’intrattenimento, i cinema, i ristoranti e gli uffici si creeranno ulteriori nuovi posti di lavoro. E chiaramente in un momento come questo, noi crediamo che la capacità di portare nuova occupazione, sia un elemento di pubblico interesse per la città di Roma. Ci sarà all’inizio un impatto economico, ma in seguito questo progetto genererà centinaia di milioni di euro di fatturato all’anno. Questo è un elemento molto positivo e contribuirà a creare e far crescere molte aziende. Potrà garantire a molte persone una carriera e una stabilità finanziaria e contribuirà anche a sostenere lo Stato grazie ai contributi fiscali che confluiranno prima nella città di Roma, poi nella Regione e poi a livello nazionale. Crediamo che tutto ciò sia di interesse pubblico. Stiamo anche migliorando le infrastrutture e il sistema dei trasporti e stiamo aggiungendo spazi verdi al progetto. Tutto questo nel pubblico interesse. E non dimentichiamoci che questo progetto vuole offrire uno stadio all’avanguardia a Roma e ai tifosi romanisti. E non sarà solo uno stadio dedicato al calcio, sebbene ci sarà un fantastico campo da gioco. Sarà anche un luogo dove accoglieremo centinaia di spettacoli all’anno, come concerti di ogni tipo e altri tipi di offerte di intrattenimento: anche chi non è tifoso della Roma avrà quindi la possibilità di usufruire di questi servizi. Siamo quindi più che certi che il progetto sia di pubblico interesse per la città di Roma”.
Perché è indispensabile un piano di lavoro integrato?
“E’ molto importante che tutti capiscano che gli elementi del sito principale lavorano insieme come un’unica unità, indivisibile e creata per poter essere economicamente sostenibile. Perché questo? I costi legati alle infrastrutture sono molto alti e per poter sostenere un finanziamento privato dobbiamo prevedere delle attività commerciali aperte di giorno e di sera. Lo stadio, aperto anche di sera, l’area di intrattenimento attiva sia di giorno che di sera, e il centro direzionale operante durante tutta la giornata – creano un ecosistema pienamente funzionante che ci permette di generare entrate necessarie per poter finanziare i costi delle infrastrutture previste per questo grande progetto”.
Ci può spiegare il rapporto fra AS Roma e la nuova società che gestirà lo Stadio?
“Il rapporto tra la società dello stadio e il club è in realtà piuttosto semplice. Abbiamo sentito molte congetture, ma in realtà si tratta di una struttura semplice. Abbiamo un gruppo di proprietà che ha una partecipazione di controllo nel club e avrà la partecipazione di controllo anche nello stadio. Quello che abbiamo è un gruppo di proprietà e uno stadio da un lato, e la società dall’altro, entrambi controllate da un gruppo che è guidato da Mr. Pallotta. UniCredit, azionista di minoranza del club, ha rifiutato di partecipare al finanziamento dello stadio. Il risultato è che non abbiamo la possibilità di avere lo stesso gruppo di proprietà per entrambi, e questo è il motivo principale per cui abbiamo questa struttura a piramide. Ma la cosa da ricordare è che la proprietà di controllo per entrambi è una holding gestita da Mr. Pallotta. Per rispondere alla domanda su cosa accadrebbe se una delle due entità fosse venduta, sia essa lo stadio o il club, dico che non è una cosa molto realistica, perché il loro valore combinato è molto superiore rispetto al loro valore singolo. Quindi c’è sempre l’incentivo a tenere insieme le due entità e un grande disincentivo a separarle”.
Come state affrontando il tema ambientale?
“Fin dal primo momento della progettazione di questo stadio abbiamo tenuto conto degli aspetti ambientali. C’è una grande attenzione in merito alla sostenibilità ambientale e sulle tecnologie verdi e abbiamo investito molto affinché l’intera area possa essere ‘verde’ il più possibile”.
Ci può illustrare il piano di lavoro per quanto riguarda la viabilità e i trasporti?
“Abbiamo bisogno di aggiornare gli accessi stradali intorno a tutto l’impianto. Vogliamo collegarlo meglio facilitando l’accesso delle autovetture all’autostrada che si trova nelle vicinanze. Siamo inoltre consapevoli che dobbiamo incrementare i collegamenti con la Via del Mare e Via Ostiense, lavorare su entrambe le linee della metropolitana e sulla stazione di Tor Di Valle. In tal senso abbiamo messo insieme un progetto molto dettagliato che ha un impatto sui costi dell’infrastruttura. Quasi 300 milioni di dollari d’investimenti privati sono legati alle infrastrutture di questo progetto. Sappiamo che in tutto il mondo è molto difficile trovare un’organizzazione privata pronta a farsi carico di un investimento così alto e siamo quindi orgogliosi di quanto stiamo facendo. Riteniamo infine necessario e indispensabile garantire la sicurezza di migliaia di sostenitori, tifosi, appassionati di concerti, amanti dello shopping e impiegati nei loro spostamenti, da e verso la nuova area”.
Fonte: Roma Channel
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