Il terzino della Roma Ashley Cole ha rilasciato la sua prima intervista da giocatore della Roma. Ecco le due parole:
Perché la Roma?
“Per le ambizioni che ha. E’ un grande club, lo scorso anno sono arrivati secondi. Il Mister mi ha manifestato la voglia di vincere, voglio contribuire alla conquista dello scudetto. Ho avuto offerte da squadre minori, anche dagli Usa, ma non avevo voglia di sdraiarmi in spiaggia. Ho vinto molto in carriera e sto invecchiando, ma il fuoco e la determinazione ancora ci sono”
“La passione dei tifosi? L’ho percepito fin dal momento in cui ho messo piede a Roma, c’erano molti tifosi fuori dall’aeroporto quando sono arrivato da Londra. Quando arriviamo in auto al campo d’allenamento sono li fuori ad aspettarci, che cantano e ci incoraggiano. Nel primo allenamento correvo intorno al campo e sentivo i loro cori. Mi era stato detto della loro passione per il calcio, non vedo l’ora di vivere queste emozioni. Spero di contribuire per vincere qualcosa di importante con questa squadra”.
“Sono cresciuto in un quartiere in cui devi guardarti intorno e cavartela da solo. I ragazzi pià grandi di me, nel settore giovanile, cercavano di intimorirti sul campo e dovevi farti rispettare, succede ancora oggi. Ho dovuto sempre lottare per un posto, ho sempre avuto questa mentalità vincente. Ho avuto la fortuna di vincere molti trofei. Odio perdere, continuare a vincere e provare quelle emozioni, e poi icondividerle con tifosi e amici, è qualcosa che non voglio finisca mai”.
“Le maggiori delusioni sportive? Direi che sono tre. La prima finale di Champions persa con il Barcellona, quando ero all’Arsenal. Avevo 22-23 anni. Arrivare così lontano e perdere la finale… Con quella sensazione che non capiterà un’altra occasione. Invece ho avuto l’a fortuna di giocarne un’altra con il Chelsea, contro il Man Utd, persa ai rigori. Eravamo a un rigore dalla vittoria, a volte ripenso ancora a quella partita. Un’altra delusione è stata Inghilterra-Italia agli Europei, un mio errore dal dischetto ci è costato l’eliminazione. E ‘stato un duro colpo, ma bisogna cercare di mettersi alle spalle queste esperienze e fare tesoro delle cose positive”.
“Totti? L’ho affrontato da avversario diverse volte, la prima quando avevo 19 anni. era straordinario. E’ una specie di divinità qui, è un idolo, lui e la Roma si identificano l’uno con l’altro. Magari un giorno parleremo con calma, anche se sono un ragazzo timido. Gli obiettivi con la Roma? L’obiettivo è vincere, anche se dovessi disputare una buona stagione se non vinciamo sarebbe una delusione. son qui per vincere, abbiamo una squadra in grado di vincere il campionato e questo mi da molta carica”.
“La tournée? Trascorro sempre le vacanze a Los Angeles, mi paicciono gli Stati Uniti, la gente è simpatica e gentile, è diverso da Londra dove se incroci qualcuno per strada nessuno ti saluta. non sono mai stato a Denver e Boston, mentre sono già stato a Dallas. E’ un’occasione importante per promuovere il marchio del club. E magari sarà l’occasione per entusiasmare i tifosi”
“Non credo di essere quello che la gente pensa. I miei amici e i miei familiari dicono che sono un ragazzo gentile e premuroso. Certo, ho fatto i miei errori, come tutti. Sono timido e tendo a stare per conto mio. Il rapporto con la stampa in Inghilterra è diverso da qui, questo è un altro motivo per cui ho scelto di venire in Italia: per sfuggire a una sorta di campagna, che mi dipingeva come un mercenario, un simulatore, una brutta persona. Credo di essere esattamente l’opposto”
Fonte. YouTube/AsRoma
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