La strategia della Roma in vista del ritorno nella costellazione Champions League è ben chiara: arricchire la squadra con elementi di grande esperienza e caratura internazionale. Ecco spiegati gli ingaggi di Keita, Emanuelson, Ashley Cole oltre alla conferma da titolari di De Sanctis, Maicon e ovviamente capitan Totti. Si sarebbe potuto aggiungere anche un altro tassello dal nome altisonante ma dall’età non più verdissima, ovvero Samuel Eto’o, l’attaccante camerunense che nel passato ha indossato niente meno che le maglie di Real, Barcellona, Inter e Chelsea, oltre alla parentesi ultramilionaria all’Anzhi in Russia.
Il centravanti, svincolatosi dal club londinese, aveva iniziato seriamente la settimana scorsa i colloqui con la dirigenza della Roma, interessata ad arricchire il proprio reparto offensivo con un nome altisonante. Alcune voci hanno dato l’affare per fatto addirittura lunedì scorso, ma in realtà le fonti più vicine a Trigoria hanno da subito frenato tali dicerie parlando di una Roma poco convinta dell’affare. I motivi? Molteplici, a cominciare dal più evidente di natura economica: Eto’o ha preteso da subito un ingaggio vicino ai 4 milioni di euro, cifra altissima per il monte ingaggi romanista. Il che voleva dire pagare profumatamente per uno o due anni un 32enne e rendere scontenti giocatori più giovani (Benatia su tutti) in odor di rinnovo.
Poi il carattere di Eto’o non ha convinto Garcia, soprattutto dopo le ultime sparate contro Mourinho a fine campionato scorso e l’attitudine al lusso sfrenato; in Brasile per il Mondiale aveva affittato una suite personale di 200 mq con tanto di mini-piscina alla faccia dei suoi compagni del Camerun dotati di classiche stanze doppie durante il ritiro. Una personalità bizzarra e forse poco da atleta, emersa fin dai tempi in Russia in cui fu letteralmente ricoperto d’oro, situazione che a Garcia poteva destare pià di un dubbio.
Infine le strategie del mercato Roma variano da ruolo a ruolo: in difesa e in mezzo al campo Sabatini e Garcia hanno puntato sull’usato sicuro, su giocatori affidabili anche se ultratrentenni, viste le recenti delusioni dei più giovani (basti vedere cosa combinarono i vari Dodò, José Angel o Piris), mentre in attacco la linea verde non appassisce. Ecco perché Ferreira Carrasco e Shaqiri (o Iturbe) saranno preferiti a Eto’o, un tempo giocatore fenomenale, ma oggi un buon veterano dal portafoglio dorato.
Keivan Karimi (Twitter @KappaTwo)
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