(F. Bianchi) – La volata infinita: Giancarlo Abete si è dimesso il 30 giugno, il nuovo residente della Figc verrà votato l’11 agosto. I giochi non sono fatti, ma di sicuro, al momento, c’è un netto favorito. E’ Carlo Tavecchio: 71 anni, dirigente di lungo corso, uomo politico (Dc, ovviamente), ha i voti della sua Lega, quella Dilettanti (34%), di una parte della Lega di A (8%), della Lega Pro (17%) e probabilmente anche degli arbitri (2%). Totale: oltre il 60%. Sufficiente per passare (basta il 51% in terza votazione): poi ci vorrà un consiglio federale forte, non come quello attuale, e che abbia la volontà di fare le riforme, a cominciare da quelle statutarie. E qui, ci sono i dubbi.
Carlo Tavecchio martedì scioglierà la riserva: si dichiarerà disponibile, in attesa dei consensi. Ma intanto, in questi giorni, Tavecchio ha lavorato sodo. A Palazzo Chigi ci va sovente, non solo adesso che sta sondando il terreno sulla presidenza Figc: ci va per la questione del vincolo ai dilettanti e incontra il sottosegretario alla presidenza, con delega allo sport, Graziano Delrio. Come noto, Damiano Tommasi, leader del sindacato calciatori, vorrebbe abolire il vincolo, che crea non pochi problemi a calciatori e calciatrici che non possono cambiare società. Tavecchio, dopo una resistenza iniziale, adesso è pronto a scendere gradualmente (sino ai 18 anni), venendo incontro così anche alla volontà di Delrio. Inoltre a Palazzo Chigi, Tavecchio porta avanti anche le problematiche della sua Lega (14.500 associazioni, 65.000 squadre, 1.200.000 calciatori, 100.000 dirigenti tesserati). Una Lega, radicata nel territorio, con un movimento complessivo di 1,5 miliardi di euro di fatturato annuo. I problemi non mancano: la crisi si fa sentire anche fra i dilettanti, fra i volontari. Tavecchio gode della piena fiducia di Mario Macalli, 77 anni, che è già stato vicepresidente federale: vero che ultimamente ci sono (forti) contrasti con il dg Francesco Ghirelli ma riguardano solo la governance della Lega Pro. Molto probabile quindi che quando ci sarà da votare, l’ex serie C sarà compatta (per Tavecchio). Ghirelli è stato in Lega di A-B, a Milano, è stato a lungo in Figc. Dal ciclone-Calciopoli è uscito indenne (come Messina, nuovo designatore della A). Uomo di sinistra, attento conoscitore del mondo politico e anche di quello del calcio, Ghirelli sarebbe sicuramente in grado di guidare il rinnovamento (tra l’altro molti presidenti di A lo conoscono e lo stimano). Forse su di lui potrebbero convergere molte preferenze, visto che Abodi e Albertini si tirano fuori (aspettano le prossime elezioni, fine 2016 o più probabile inizio 2017). Il sindacato calciatori, più Ulivieri, spera ancora che Albertini si candidi: difficile, al momento. “E’ una questione di regole, più che di voti” dice l’ex calciatore.
E la Lega di A che fa? Divisa, come da tradizione. Martedì Andrea Agnelli sarà a Roma, alla Camera, dove si incontrerà anche con Giovanni Malagò. La posizione della Juventus è chiara: ci vuole un presidente di rottura, l’ideale sarebbe Demetrio Albertini. D’accordo con il club bianconero anche Fiorentina, Roma e (forse) Napoli. Ma non tutti la pensano così: al momento sembra che circa 12 società (su 20) siano con Carlo Tavecchio, sufficienti per portargli l’8% dei voti della Lega (che ha il 12% totale). Dalla parte del presidente della Lnd ci sonoGalliani, Lotito, Preziosi, Cairo, Ghirardi, Preziosi e molti presidenti di club medio-piccoli. L’ipotesi che Lotito diventi vicepresidente della nuova Figc spaventa molti: non dimentichiamo però che il patron di Lazio-Salernitana è già consigliere federale ed è molto attivo a livello di politica sportiva. Il 30 giugno, il giorno delle dimissioni di Giancarlo Abete, in consiglio federale per la Lega di A c’era solo Lotito: Beretta e Pulvirenti (il giorno prima di decadere) non si erano fatti vedere. Giovedì sempre Lotito, unico consigliere federale e presidente di club, era al Viminale con Beretta alla maxi-riunione con Alfano. Degli altri nessuna notizia… Venerdì in Figc, in occasione della presentazione dei vertici arbitrali, si aggirava sempre Lotito (che poi in serata è andato a cena al Forte dei Marmi con Galliani e Preziosi). E allora? Chi ha votato Lotito come consigliere federale? La Lega di A. Lo stesso Abodi, presidente della Lega B, per “fedeltà politica” (meglio precisare: fedeltà di politica sportiva) aveva votato a suo favore. Eppure sino a qualche giorno prima Lotito, con Galliani, aveva impedito ad Abodi di diventare n.1 della Lega di A. Se Lotito diventasse vicepresidente Figc (sempre con il placet della sua Lega e delle altre…), ci sarebbe un conflitto d’interessi perché è anche numero 1 di due club professionistici? Ma quando mai. In Italia, si sa, il conflitto di interessi è una cosa marginale. Ci sono esempi eclatanti. Restando allo sport, c’è stato il caso di Galliani quando era presidente della Lega di A-B (allora unita), amministratore delegato del Milan e non certo ostile a Mediaset. Lotito è molto attivo, troppo secondo alcuni: ma il problema è che molti presidenti di club, anche importanti, attivi non sono per nulla e a volte non vanno nemmeno alle assemblee di Lega (salvo poi lamentarsi). Qualcuno si aspetterebbe una presa di posizione forte di Matteo Renzi in modo da evitare il triunvirato Tavecchio-Lotito-Macalli: ma lo farà il presidente del Consiglio? Non sarebbe un’ingerenza (grave) nell’autonomia dello sport? Sono girati tantissimi nomi per la presidenza Figc, molti improbabili. Perché poi, bisogna prendere i voti e governare.
Ricordiamo che le candidature devono essere ufficializzate entro il 27 luglio. E ricordiamo anche che il mondo del pallone teme il commissario come il diavolo perché se davvero dovesse arrivare, cosa che non spiacerebbe a Malagò, molti di questi dirigenti andrebbero a casa (chissà se sarebbe un male…).
Fronte ct: si deciderà dopo l’assemblea elettiva, vale a dire intorno a Ferragosto. Tavecchio vuole un tecnico low cost (meno di due milioni all’anno) e possibilmente che venga dalla cantera di Coverciano: il n.1 della Lega Dilettanti conosce, e apprezza, Antonio Cabrini, ora ct della Nazionale femminile. Potrebbe affiancargli Guidolin, ma Cabrini ha l’esperienza per finire subito nella fossa dei leoni? Non sarebbe meglio Marco Tardelli, stimato pre da Renzi? Anche lui viene dalla cantera e tra l’altro ha vinto un Europeo under 21. Se si scegliesse un tecnico di club, invece, il favorito è Allegri, sponsorizzato da Galliani, mentre Mancini piace poco a Lotito (e viceversa). Club Italia: addio ad Albertini e anche ad Arrigo Sacchi che ha lavorato bene in questi anni, in maniera “intensa” e produttiva. Il futuro non è per nulla azzurro, troppi stranieri chiudono i nostri giocatori. L’Aic spinge per Simone Perrotta, a meno che venga scelto un dirigente di lungo corso (Abete preferirebbeGabriele Gravina, che stima da tantissimi anni). Come team manager della Nazionale maggiore l’ideale sarebbe Stefano Braschi, che dopo 4 anni ha lasciato la carica di designatore della A. L’ex arbitro toscano, carattere e capacità, ha anche esperienza dirigenziale ed è stimato dai calciatori. Al posto di Gigi Riva potrebbe arrivare Paolo Maldini.
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