(M. Monti) – Cellino gela Cagliari: “Il fondo Usa? Cercatelo a ‘Chi l’ha visto?’. Io dopo l’accordo di Miami non ho più sentito nessuno e non ho visto soldi”. Il patron del club rossoblu non nasconde, tramite le pagine del quotidiano locale “L’Unione Sarda”, il proprio risentimento per la fase di stallo in cui è piombata la trattativa. La commissione provinciale di vigilanza ha dato ieri il via libera all’apertura del Sant’Elia a 16000 posti: una concessione che non ha coinciso, però, con lo sblocco della trattativa stessa. “Noi vi assicuro che non ci tiriamo indietro – la risposta di Luca Silvestrone – La trattativa c’è, ed è in piedi. Non so però quale sia la tempistica per arrivare ad una conclusione dell’affare. Oggi sentirò gli investitori per decidere come tutelarci”.
CELLINO SHOCK – “Dopo l’incontro di Miami, in cui non ho visto nessun rappresentante di possibili investitori, aspettavo delle mosse concrete che non si sono realizzate. Nulla di nulla. Ho ricevuto Silvestrone perché me lo chiedevano i tifosi”. Massimo Cellino affida le sue rivelazioni shock alle pagine del quotidiano locale sardo che in settimana è stato protagonista di un’accesa querelle nei confronti dello stesso Silvestrone: insulti, minacce di querele e una battaglia che, agli occhi di alcuni, stava distogliendo l’attenzione dai reali problemi della trattativa e dal possibile esito negativo dell’affare. “I rappresentanti finanziari impegnati nelle trattative – aveva ieri dichiarato Luca Silvestrone – stavano aspettando solo il parere della commissione provinciale di vigilanza: ora siamo al rush finale, sono pronti a chiudere l’operazione”. Nulla di fatto, però. La Commissione Provinciale ha dato il via libera per l’apertura dello Stadio Sant’Elia a 16 mila posti, senza che ne sia conseguita alcuna firma sui contratti.
FRENATA SUL CONTRATTO PRELIMINARE DI VENDITA – Il motivo di questa brusca frenata sarebbe da ricercare nel malcontento di Cellino circa gli accordi fissati nel contratto preliminare di vendita, proprio in occasione dell’incontro a Miami al termine del quale, lo stesso Cellino, aveva dichiarato: “I tifosi vogliono gli americani, accetterò la proposta per il bene della Sardegna”. Parole che stridono con l’attacco verbale odierno: “Ho sempre pensato che Silvestrone rappresentasse solo se stesso. Il sindaco lo ha fatto entrare in Comune, i tifosi volevano che lo ricevessi e l’ho ricevuto. E invece soldi non ce ne sono e neppure investitori”. Una parola anche su Dan Meis, il noto architetto americano che si è esposto sin dai primi giorni in prima persona sulla progettazione del nuovo stadio del Cagliari: “Meis mi ha detto che progetterebbe volentieri lo stadio, ma nulla sapeva di questioni finanziarie”. La mancanza di soldi a cui Cellino si riferisce fa riferimento al mancato versamento della caparra di 10 milioni (di sterline) che avrebbe dovuto percepire alla stipula del pre-contratto, liquidità necessaria visti i tanti problemi che deve affrontare entro fine mese al Leeds (la gestione del personale di Ellan Road e del centro sportivo di Thorp Arch) ed elemento che ha contribuito a raffreddare gli spiriti della cordata statunitense, inizialmente propensa a versare la sola cifra di 5 milioni. “Noi andiamo avanti – replica Silvestrone – Nessuno si tira indietro e, se esiste la volontà di andare avanti, confermata anche questa notte, per noi nulla cambia. Vogliono screditarmi per far perdere credibilità e mettere in fuga coloro che vogliono fare il bene della Sardegna”. Proprio questa notte, giunte ulteriori garanzie da parte dell’avvocato del Cagliari Accardi e da alcuni stretti collaboratori dello stesso Cellino, i consulenti tecnici e i legali del consorzio americano hanno creato una nuova bozza del contratto preliminare di vendita specificando che verrà rispettato il versamento della cifra pattuita come parcella iniziale, in attesa che avvenga l’incontro a Londra tra le parti (fonti vicine alla cordata americana assicurano che avverrà entro fine settimana). Il mancato meeting, inizialmente previsto in data odierna, tra Cellino e i rappresentanti dei fondi U. S. A. contribuisce a tenere la piazza cagliaritana con il fiato sospeso: l’alone di silenzio, derivante dal patto di riservatezza siglato dalle individualità coinvolte nella trattativa, ha permesso in questi mesi di poter lavorare in sordina al fine di trovare una sinergia necessaria ad affrontare i primi passi preliminari. Adesso, però, per i tifosi del Cagliari è giunto il momento di conoscere chi si cela dietro la cordata americana e capire le reali intenzioni dei presunti investitori.
GIULINI ALLA FINESTRA – Dietro le quinte, intanto, persiste la pista Giulini. Che Massimo Cellino sia intenzionato a vendere il club sardo non è un mistero, ed oggi lo ha nuovamente ribadito: “Voglio cedere il Cagliari. Resta poco tempo per programmare seriamente la stagione”. Disposto a versare circa 40 milioni nelle casse dell’attuale presidente del Leeds, Tommaso Giulini resta un candidato per rilevare la società rossoblu, in tempi rapidi: “Le idee degli americani sono molto buone, ma le vedo a lunga scadenza”, aveva detto alcunigiorni fa l’imprenditore della Fluorsid. Una “lunga scadenza” che mal si concilierebbe con la volontà di Cellino di mettere presto un punto alla vicenda, il quale potrebbe dunque approfittare delle garanzie fornite da Giulini sul breve periodo, per passare il testimone del club.
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