Diventare un ‘marchio mondiale’ è una frequente ossessione per i dirigenti del calcio europeo ma il presidente della Roma James Pallotta crede di avere davvero un piano per trasformare questa ambizione in realtà per il suo club. Pallotta, membro del direttivo della squadra NBA dei Boston Celtics, ha lavorato duramente nei 18 mesi alla guida del club, sviluppando un progetto per un nuovo stadio e introducendo metodi di business normali negli USA ma raramente adottati dal calcio italiano. Il prossimo passo per Pallotta sarà portare la Roma, che ha ottenuto la qualificazione alla prossima Champions League, nell’elite dei brand dello sport internazionale e valorizzare al massimo il crescente interesse per questo sport in Nord America e Asia.
DIVENTARE INTERNAZIONALI “Non si tratta solo di applicare i ‘metodi di business americani’ ma i giusti metodi di business”, spiega Pallotta a Reuters in una intervista durante la tournèe di fine stagione della squadra ad Orlando. “Abbiamo analizzato molte squadre europee e rimarreste sorpresi dal sapere quante squadre che credete che facciano tutto per il verso giusto abbiano un mucchio di pezzi mancanti”, aggiunge l’americano.
“Sanno chi sono gli abbonati e molto altro ma quando dicono di avere 600 milioni di tifosi e gli chiediamo di nominarli, loro rispondono ‘cosa intendi?”.
“Ci sono enormi possibilità, per noi e non solo, di applicare metodi che sono normali in altri business conoscendo chi sono i tuoi clienti e i tuoi tifosi”.
La Roma ha vinto l’ultima volta lo Scudetto nel 2001 ma non è riuscita a costruire sul quel successo e ha fallito nel tentativo di affermarsi nell’elite delle squadre della Champions League.
“Innanzitutto abbiamo una grande squadra sul campo. Credo che siamo leggermente più avanti di quanto ci saremmo aspettati”, dichiara il bostoniano. “Il nostro obiettivo è essere internazionali. Avere un peso specifico in Asia, in Sudamerica e negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Sappiamo di avere un piccolissimo seguito di tifosi in Asia e nel Medio Oriente e stiamo partendo da lì. Agiremo tramite due percorsi – uno costruendo una grande squadra e poi parlando con i tifosi, scovarli ed è qui che ancora c’è molto da fare. Abbiamo assunto persone per il content, la televisione e la tecnologia, ora dobbiamo assumere un esperto di social media ma abbiamo tante idee su come attivare quella base di tifosi“.
I TIFOSI DELLA ROMA Mentre le ricerce di mercato per Pallotta scopriranno questi tifosi globali egli ha avuto un assaggio di ciò imbattendosi in molti tifosi della Roma durante i suoi viaggi intorno al mondo.
“Ero a Miami qualche mese fa e in quattro giorni passeggiando ho incontrato 73 persone che venivano da me per parlarmi della Roma – per strada, nei bar, nei ristoranti. Ad Austin, in Texas c’era un bar con tifosi della Roma”. Gli accordi con Nike e Disney a la collaborazione con la Major League Soccer (il campionato americano) potrebbero aiutare nella futura espansione della Roma negli Stai Uniti e il club tra anche cercando di sviluppare un programma per i giovani in Nord America. “Gli indici del lavoro che abbiamo svolto suggeriscono che il calcio europeo sta crescendo molto più di quanto si possa credere, qui negli Stati Uniti”, spiega. “Le analisi di molti college indicano che sarà il primo o il secondo sport più visto nei prossimi 12 mesi”.
Pallotta crede che non ci sia un conflitto tra il tifare per la propria squadra della MLS e avere una squadra europea nella quale identificarsi e seguirla in televisione. “Se sono un tifoso dei Seattle Sounders perchè non posso esserlo anche della Roma? Questo si vede già in molte città“.
SGUARDO GLOBALE Parte del successo della Roma dipenderà dalla rinascita della Serie A come campionato principale a livello mondiale alla pari di Premier League e Liga. Mentre i club italiani sono spariti nelle competizioni europee e il campionato ha lottato per sviluppare un appeal televisivo, Pallotta crede che ci siano le potenzialità per una rinascita italiana.
“Se si guarda agli altri campionati in Spagna ci sono tre grandi squadre, in Germania due, in Francia una o due, in Premier League forse sei. Io credo che in realtà in Italia ci siano sei squadre che possano competere con chiunque. Ritengo che a volte campionati o squadre vivano sugli allori. Questo è il caso di qualche zona d’Italia, dove ritengono tutto dovuto. Semplicemente non puoi. Noi facciamo un lavoro di ‘guerrilla’, dobbiamo farlo ogni giorno. Abbiamo grandi progetti ma dobbiamo agire così ogni giorno. Ora è il momento di realizzarli”
Fonte: Reuters
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