Nell’ultimo numero il magazine ha intervistato Erik Lamela, attaccante argentino del Tottenham scoperto e valorizzato dalla Roma. Questo uno stralcio dell’articolo con le sue parole:
“Erik Lamela ci osserva, è timido. Sembra quasi una gazzella che scruta l’orizzonte, guardandosi dall’arrivo del leone: cosa ci fa in mezzo a tutte queste video e fotocamere? Il territorio non è il suo ma, quando si siede di fronte a noi, è lui il primo a parlare: “Hey! Ti piacciono i miei pantaloncini? Potrei giocare per l’Olanda, no?”, ci chiede sistemandosi i capelli.
Scandisce ogni singola sillaba, il suo timbro di voce è abbastanza alto e nasale e ci ricorda un giovane Raul. Lamela è introverso ma non ha paura, visti anche i 30 milioni di euro che gli Spurs hanno versato alla Roma per portarlo a White Hart Lane, facendolo diventare l’acquisto più costoso nella storia del club. “Non sento la pressione però, anzi è il contrario. Mi sento molto tranquillo, il prezzo del cartellino non mi riguarda. Mi piacciono le sfide e conosco bene le mie qualità, so che posso fare bene”, avvisa il Coco. Un infortunio non gli ha permesso di brillare come avrebbe voluto, ma Erik ha le idee chiare: “Non voglio paragoni con Gareth Bale, Non sono venuto qua per sostituirlo o per fare meglio di lui, ma perché ho capito le ambizioni del club e ho una buona sensazione. Sono qua per aiutare la squadra e se ciò comporta gol o assist miei, sono ancora più felice”.
Le malelingue a Roma sono implacabili. Lamela è troppo modesto per confermare, ma molti raccontano ancora di quando umiliò Totti e De Rossi in una partita di calcio tennis, durante un allenamento. La sua prima stagione in giallorosso ha avuto diversi alti e bassi: Lamela ha faticato ad adattarsi al 4-3-3 ricco di tiki-taka di LuisEnrique. Nel novembre 2011, dopo una sconfitta con l’Udinese, c’è stato anche uno scontro con Osvaldo che lo accusava di non avergli passato il pallone, con la risposta di Erik (“Stai zitto, non sei Maradona!”) che non ha aiutato a calmare le acque. “Non c’è stato nessun pugno – ammette Lamela, dicendo che i due sono ancora ottimi amici – A volte, durante una partita, la situazione può scaldarsi, ma può capitare. Penso che i giornalisti abbiano montato molto la vicenda. E’ successo quel che è successo, ma non c’è mai stato rancore”. A differenza del tecnico spagnolo, Lamela ha ricevuto il sostegno di società e tifosi. “Se Lamela non diventa un campione, vuol dire che sono un asino e che devo cambiare lavoro”, promise Walter Sabatini, direttore sportivo giallorosso.
Il tempo gli ha dato ragione, visto che sia Zeman che Andreazzoli hanno regalato grande libertà al Coco e, nella sua stagione a Roma, ha realizzato 15 gol e consegnato 6 assist. Nel precampionato è stato il più veloce dei suoi compagni a correre nove ripetute da un chilometro. Quando è arrivata la svolta? “Sono diventato più concreto sotto porta negli ultimi dodici mesi e i numeri lo dimostrano. La fiducia in me stesso è stata fondamentale alla Roma e lo sarà anche qui”. Non appena Totti ha iniziato a definirlo suo erede, il Tottenham si è fatto avanti. Dopo aver stupito l’ottavo re di Roma, Lamela vuole diventare l’idolo anche dei tifosi che arrivano a White Hart Lane.
Fonte: FourFourTwo Italia
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