(E. MENGHI) – Hanno macinato kilometri per vedere la Roma giocare, e non solo. Alcuni membri di «Cesololaroma», «As Roma Francophone» e «Roma Club Lille» hanno trascorso un weekend romano particolare, tra i disagi dei trasporti che hanno rallentato il loro arrivo a Trigoria (10 fermate di metro e 20 minuti di autobus, «un cammino che sembrava interminabile»), l’attesa fuori dai cancelli del centro sportivo per vedere i loro beniamini (qualcuno si è fermato, qualcun altro ha preso una via secondaria, deludendo le loro attese), ma anche tante belle sorprese.
La prima gliel’ha fatta Garcia, che all’uscita dal Bernardini si è fermato per la foto di rito con la sciarpa portata dalla Francia: «Mia madre va regolarmente sul vostro sito (cesololaroma.org) e me ne parla spesso». La sera decidono di andare a mangiare a Trastevere, al ristorante «Ai Spaghettari», dove incontrano il presidente Pallotta, seduto proprio al tavolo vicino. James, vedendo le sciarpe giallorosse, è andato a salutarli con un bel sorriso. Anche Fichaux si unisce a loro per una breve chiacchierata in francese, nella quale assicura di stare bene nella capitale, «ma che evidentemente tutto dipende dai risultati».
Con Zanzi parlano invece di stadio e vengono così rassicurati: «Lo faremo rapidamente, in due o tre anni». Fuori dal ristorante trovano anche De Sanctis, che gli dà in anticipo la notizia della sua assenza tra i pali nella sfida con la Juventus. Un salto al «Roma Club Testaccio» e alla mostra «Roma Ti Amo», poi di nuovo a Trigoria per vedere la Primavera, felici di aver visto da vicino i piccoli campioncini. A colpirli è Matteo Adamo, ma anche Luca Mazzitelli lascia il segno: «Per stile ricorda Gourcuff (centrocampista del Lione, ndr): sono due gocce d’acqua».
L’attesa per assistere da vicino alla gara dei grandi aumenta, ma una volta arrivati allo stadio, dentro l’Olimpico, si stupiscono nel non sentire i cori della Sud, in religioso silenzio per i fatti legati alla finale di Coppa Italia. Se il gol di Osvaldo rischia di rovinare il loro weekend romano, ci pensa Nainggolan a farli tornare a casa con il sorriso: il belga raccoglie la maglia del «Roma Club Lille» e sfila con quella per il giro d’onore. La domenica è giunta al termine e riprendono la via di casa: «Le separazioni non sono un addio, ma semplicemente un modo per dire ìalla prossima”. Qualcuno di noi questo lunedì vivrà una giornata molto lunga, con poco sonno alle spalle, ma con gli occhi che ancora brillano ricordando questo meraviglioso fine settimana». Nonostante la sconfitta e la scoperta dei difetti della capitale, per questo gruppo di ragazzi ne è valsa davvero la pena.
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