SCONTRI COPPA ITALIA Marino: “Sono d’accordo col Daspo a vita”. Lotito: “No, è un palliativo”

Ignazio Marino sindaco di Roma
Ignazio Marino sindaco di Roma
“Cio’ che ha ferito la nostra citta’ nei giorni scorsi e’ condannabile. Se qualcuno si comporta male io sono dell’idea di essere molto severo e di proibire l’accesso allo stadio a vita, perche’ non si puo’ impedire a chi va li’ a condividere una giornata di gioia di farlo”. Lo ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino.

Fonte: Radio Radio

Claudio Lotito e’ stato il primo presidente a giungere oggi via Rosellini per l’assemblea della Lega Calcio e naturalmente l’argomento con cui si e’ intrattenuto con i giornalisti e’ stato quello dei fatti di Roma e dei rapporti con gli ultras. Il presidente biancoceleste e’ stato il primo a denunciare l’eccessivo potere dei tifosi nel calcio italiano ma “qui non si tratta di essere primo o ultimo, qui si tratta nell’interesse del sistema di stabilire delle regole che stabiliscano una distinzione fondamentale tra i tifosi che rispettano le regole e chi invece e’ un delinquente-tifoso e va trattato con il codice penale”.

“E’ un problema di legalita’ – prosegue il patron della Lazio – che investe tutto il sistema. Si puo’ riuscire a risolverlo, e’ un problema di volonta’ e di cultura perche’ finora ha fatto comodo questo metodo ad alcuni interpreti all’interno del sistema per consenso elettorale o per mettere pressione, condizionamento e minacce ai club anche per i contratti dei calciatori. Bisogna che il governo si assuma le sue responsabilita’ e metta le societa’ nelle condizioni di poter svolgere la propria attivita’ liberamente e poi chi sbaglia paga. Tolleranza zero”.

Lotito appare dubbioso sulla proposta del Daspo a vita. “E’ un palliativo. Serve la prevenzione sui giovani e maggiore attenzione anche da parte dei mezzi d’informazione. Va cambiato l’atteggiamento delle persone e le persone perbene devono emarginare certi atteggiamenti”. Lotito assicura che non avrebbe consentito al suo capitano di andare a colloquio con i tifosi, “poi ci sono fatti contingenti di ordine pubblico che nessuno conosce e che conoscono solo gli addetti ai lavori”.

Fonte: Agi

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