Ore 14.50 “Non ho visto chi mi ha sparato, ho sentito lo scoppio di alcune bombe carta e di fumogeni e mi sono avvicinato a quel luogo da dove provenivano ma sono stato subito ferito alla mano da un proiettile”. Lo ha detto Alfonso Esposito, uno degli arrestati sabato scorso.
Fonte: Ansa
Ore 14.40 “Non ho sparato io ma non sono nelle condizioni di poter ricordare cosa e’ accaduto”. Cosi’ l’ex ultra’ della Roma Daniele De Santis, accusato di tentato omicidio ha risposto al Gip nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia. L’uomo e’ accusato di tentato omicidio per aver ferito tre tifosi del Napoli nel prepartita di Coppa Italia.
Fonte: Ansa
Ore 14.30 Il Gip di Roma al termine degli interrogatori di garanzia, ha convalidato gli arresti per l’ultra’ della Roma, Daniele De Santis, e Alfonso Esposito, uno dei tifosi del Napoli coinvolti negli scontri avvenuti nel prepartita della finale di Coppa Italia. De Santis e’ accusato di tentato omicidio mentre Esposito di rissa.
Fonte: Ansa
Ore 14.00 “De Santis e’ noto per alcuni procedimenti penali ma da qualche tempo risulta lontano dalla tifoseria attiva e non e’ inibito da provvedimenti restrittivi. Sono comunque emersi evidenti elementi di responsabilita’ per il ferimento dei tre supporter napoletani”. Cosi’ il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nell’informativa alla Camera in merito ai fatti accaduti in occasione della finale di Coppa Italia. Il ministro ha spiegato che “De Santis avrebbe lanciato verso un autobus dei tifosi napoletani un fumogeno, inveendo in modo provocatorio. A quel punto numerosi tifosi napoletani si sarebbero scagliati verso di lui e lo stesso provava la fuga in una stradina laterale vicino il luogo in cui lavora. Temendo il peggio avrebbe sparato alcuni colpi di pistola, ma il video non mostra la persona che spara. Solo il sopraggiungere delle forze dell’ordine evitava conseguenze piu’ gravi per lui”.
Fonte: italpress
Michele Esposito, fratello di Ciro tifoso del Napoli colpito da un proiettile durante gli scontri di sabato pomeriggio prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, ha parlato della vicenda oggi.
Come sta Ciro?
“Le condizioni sono stazionarie, sta lottando ancora tra la vita e la morte. Oggi non volevano fare entrare né mia madre né mio padre, quindi abbiamo chiamato prima il pm, poi il giudice per consentire una visita all’ospedale. E’ stato il primario dell’ospedale stesso a dire che i miei genitori dovevano vedere per forza mio fratello viste le sue condizioni. Io, che sono il fratello, devo aspettare la giornata di domani per ottenere le carte necessarie come se si trattasse di un colloquio. In tutto ciò mio fratello non può parlare e fare nulla. E’ una cosa assurda!”.
Il suo rapporto con Ciro?
“Lavoriamo insieme, lo abbiamo fatto anche a Pasqua e il 1 maggio perchè le cose purtroppo non vanno bene per nessuno. Era spesso al seguito della squadra”.
Si sente di fare un appello?
“Chiedo a tutti di pregare per mio fratello per le sue condizioni in modo che possa uscire il prima possibile da questa situazione. E poi basta con questa violenza, non se ne può più. Il cacio dovrebbe essere qualcosa di bello, un gioco, una festa”.
Ha perdonato chi ha sparato come sua madre e suo fratello?
“Sì, anzi spero che permettano a quel ragazzo di vedere mio fratello. Siamo tutti italiani, dobbiamo aiutarci l’un l’altro. Abbiamo ricevuto molta solidarietà dal mondo ultras, dai tifosi della Lazio e anche da parte dei supportes romani napoletani”.
Fonte: Radio Manà Sport
Sono stazionarie ma ancora critiche le condizioni di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ricoverato in rianimazione al Gemelli. “Il quadro clinico e’ stazionario – spiega il bollettino medico diramato dal Policlinico – senza alcun peggioramento. Le condizioni comunque permangono critiche e necessitano la prosecuzione dell’assistenza farmacologica e strumentale alle funzioni vitali”.
Vincenzo Esposito, lo zio, chiede a nome dei familiari le dimissioni del questore di Roma “per le ricostruzioni false dell’accaduto che sono state diffuse dalle forze dell’ordine e per le defaillances nella gestione dell’ordine pubblico”. “Il ministro Alfano avrebbe l’obbligo di rimuoverlo”.
Fonte: Ansa
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